La guerra silenziosa. Siria, massacro di civili: almeno 68 morti

Miliziani in motocicletta, del Daesh o filo-iraniani, hanno sparato ieri su persone che cercavano tartufi del deserto. Il 90% della popolazione vive in povertà
Un soldato russo in un'operazione di sminamento nella regione desertica di Palmira, immagine d'archivio

Un soldato russo in un’operazione di sminamento nella regione desertica di Palmira, immagine d’archivio – Ansa

Nel silenzio dei media e dell’opinione pubblica internazionale, il terrorismo continua a fare strage di civili in Siria. Almeno 68 persone sono state trucidate, di cui solo 7 erano soldati governativi, in un attacco avvenuto ieri nella Siria centrale e attribuito ai miliziani del Daesh o a jihadisti filo-iraniani. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani.

L’attacco è avvenuto nei pressi di Sokhne, vicino alla città di Palmira, in una regione desertica della provincia di Homs. Jihadisti in motocicletta hanno aperto il fuoco sui civili che raccoglievano i preziosi tartufi del deserto. Altri raccoglitori sono riusciti a fuggire. La zona è infestata di mine e ordigni bellici inesplosi. “Un totale di 61 civili e sette soldati sono stati uccisi nell’attacco”, ha detto Rami Abdel Rahman, che dirige l’Osservatorio siriano per i diritti umani.

Sabato scorso c’era stato un attacco simile nella stessa regione, in cui erano state uccise 16 persone che stavano raccogliendo tartufi del deserto per venderli nei mercati locali. In quell’occasione erano anche state rapite una sessantina di persone, 25 delle quali sono state rilasciate ieri mentre delle altre non si è saputo più nulla.

Nel contesto della peggiore crisi economica della storia siriana, in un Paese dove secondo l’Onu il 90% della popolazione vive in povertà, l’opportunità di vendere i tartufi attira periodicamente non solo civili ma anche militari dell’esercito regolare, mal pagati e logorati da un conflitto che dura da 12 anni. L’area orientale della provincia di Homs è una roccaforte delle milizie jihadiste sciite filo-iraniane, alleate del governo di Damasco e che fanno la guardia ai giacimenti di gas naturale di cui la zona è ricca, controllati dall’Iran. Ma nei wadi prosciugati a ovest dell’Eufrate si rintanano cellule del Daesh, mai sconfitte militarmente nonostante i proclami della coalizione internazionale, guidata dagli Stati Uniti, e della Russia.

Ieri quattro militari statunitensi sono rimasti feriti in un raid contro il Daesh nel nord-est della Siria, in cui era stato ucciso un leader jihadista, Hamza al-Homsi. Il raid era stato condotto insieme all’alleanza delle Forze democratiche siriane guidata dai combattenti curdi.

avvenire.it