La Giornata. Violenze, abusi, botte. Il calvario delle bambine (anche in Italia)

Se la violenza ai danni delle donne e delle bambine fosse una malattia, il livello di gravità sarebbe tale da dichiarare lo stato di epidemia. Secondo l’Organizzazione mondiale per la sanità (Oms), circa 120 milioni di ragazze con meno di 20 anni (una su dieci a livello globale) ha subito rapporti forzati, violenze o stupri. In questo quadro allarmante l’Italia, purtroppo, non fa eccezione. Nel nostro Paese ogni giorno due bambini sono vittima di violenza sessuale: oltre 950 minori in un anno. Nel 2016, sono stati 5.383 i minori vittime di reato (+6% rispetto al 2015), il numero più elevato da dieci anni a questa parte. E tra loro, spiccano le bimbe. Seviziate, abusate, picchiate. Un orrore senza fine.

La denuncia arriva proprio nella Giornata mondiale delle bambine, che si celebra l’11 di ottobre, attraverso i dati Interforze elaborati per il nuovo dossier della campagna “InDifesa” di Terre des Hommes. Il rapporto evidenzia come le piccole vittime siano in prevalenza femmine: nel 2016 erano in media il 58% e questa percentuale aumenta in tutti i reati a sfondo sessuale. Le bambine sono l’83% delle vittime di violenze sessuali aggravate, l’82% dei minori entrati nel giro della produzione di materiale pornografico, il 78% delle vittime di corruzione di minorenne, ovvero bambine al di sotto dei 14 anni forzate ad assistere ad atti sessuali.

La violenza in casa
Bambine e adolescenti rappresentano anche la metà (il 51%) delle oltre 1.600 vittime di maltrattamenti in famiglia, con un incremento del 12% rispetto all’anno precedente. Ed è aumentato anche il numero di bambini e bambine (266 nel 2016) che sono finiti in ospedale per «abuso di mezzi di correzione»: ovvero botte e percosse.

«L’Osservatorio Indifesa conferma come nel nostro Paese ci sia bisogno di un cambio radicale nella prevenzione della violenza contro le bambine», ha commentato il presidente di Terre des Hommes, Raffale K. Salinari, che ha chiesto al governo un maggiore impegno nel reperire i fondi necessari al contrasto e alla prevenzione della violenza di genere. «Le bambine di oggi saranno le donne di domani – ha ammonito il presidente del Senato, Piero Grasso –. Dobbiamo lottare contro chi nega i loro diritti. Spesso pensiamo che questa realtà non ci riguarda. Invece ogni Paese nel mondo deve prendere coscienza di quanto avviene e agire di conseguenza».
Educazione e sensibilizzazione (delle ragazze così come dei ragazzi) sono due voci essenziali per garantire un futuro migliore alle nuove generazioni. Ma la strada da fare, per certi aspetti, è ancora lunga. Un indicatore interessante arriva sempre dal dossier “InDifesa”. Su un campione di duemila ragazzi intervistati (fascia d’età 14-19 anni) il 77% rifiuta l’affermazione secondo cui le provocazioni da parte della donna sull’uomo siano una giustificazione per le violenze. Ma se si prende in considerazione solo la componente maschile, ecco che il dato scende a un preoccupante 66,8%.

Sempre i maschi tendono maggiormente a trovare una spiegazione alla violenza: il 53,9% dei ragazzi intervistati pensa che tutto sommato la violenza sia «il frutto di una perdita momentanea di controllo». A preoccupare anche quel 20% di adolescenti maschi convinti che le donne debbano sopportare la violenza all’interno della coppia, «a maggior ragione se hanno dei figli» (lo scorso anno erano la metà).

Le baby-spose: una ogni due secondi
Oltre allo spaccato italiano, il dossier “Indifesa” offre una panoramica su quelle che sono le condizioni di vita delle bambine a livello globale. A partire dal matrimonio precoce, che riguarda 15 milioni di bambine e ragazze ogni anno (una baby sposa ogni due secondi). Una pratica diffusa in tutti i continenti – persino negli Stati Uniti – e che avvia una spirale perversa di effetti dannosi per la salute delle ragazze e del loro sviluppo: abbandono scolastico, gravidanze precoci (21 milioni nella fascia d’età 15-19 anni) con rischi elevatissimi di morire di parto o di riportare danni fisici permanenti. Resta alta anche l’attenzione sul tema delle mutilazioni genitali femminili che a oggi riguardano oltre 125 milioni di donne e ragazze.

«La campagna nazionale “Indifesa” lanciata nel 2012 è arrivata alla sesta edizione», ha dichiarato il presidente del Senato Pietro Grasso, intervenuto alla presentazione. «Leggere il dossier è un colpo al cuore: da essere uomo, prima che da uomo delle istituzioni, avverto tutto il peso della sofferenza di tanti bambini che hanno vissuto questa forma di orrore. Dobbiamo però ricordare che ogni bambina strappata alla sofferenza è una speranza di riscatto. Le bambine di oggi saranno le donne di domani. Dobbiamo lottare contro chi nega i loro diritti. Spesso pensiamo che questa realtà non ci riguarda. Invece ogni Paese nel mondo deve prendere coscienza di quanto avviene e agire di conseguenza. Se anche una sola bambina al mondo è costretta a sposarsi, viene venduta, subisce la mutilazione genitale, viene violata nel corpo e nello spirito o le viene negato di studiare, la nostra indignazione deve essere la stessa».
da avvenire