La cause della guerra secondo papa Francesco: «autocrazia, imperialismi armi»

La cause della guerra secondo papa Francesco: «autocrazia, imperialismi armi».

CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Di bandiere ucraine portate dai fedeli che sventolavano in piazza San Pietro durante gli Angelus domenicali del pontefice se ne sono viste parecchie nell’ultimo mese e mezzo, da quando è iniziata la guerra.

Ieri però è stato lo stesso papa Francesco che, al termine dell’udienza generale del mercoledì nell’aula Paolo VI in Vaticano, ha srotolato davanti ai presenti una bandiera ucraina ricevuta in dono.

«Ieri (martedì, per chi legge, ndr), proprio da Bucha, mi hanno portato questa bandiera – ha detto Bergoglio durante i saluti finali –. Questa bandiera viene dalla guerra, proprio da quella città martoriata». Il gesto “fuori protocollo” del pontefice è sottolineato anche dalla prima pagina dell’Osservatore Romano di ieri, che reca una grande foto di Francesco e il titolo: «La bandiera che racconta l’orrore di Bucha».

«Le recenti notizie sulla guerra in Ucraina, anziché portare sollievo e speranza, attestano invece nuove atrocità, come il massacro di Bucha: crudeltà sempre più orrende, compiute anche contro civili, donne e bambini inermi. Sono vittime il cui sangue innocente grida fino al Cielo e implora: si metta fine a questa guerra! Si facciano tacere le armi! Si smetta di seminare morte e distruzione!», ha detto ancora Bergoglio, che ha poi fatto salire accanto a sé cinque bambini ucraini – cinque fratelli di una casa famiglia di Odessa accolti a Cagliari dallo scorso 24 marzo – insieme alla loro mamma.

«Questi bambini – ha proseguito – sono dovuti fuggire e arrivare in una terra straniera: questo è uno dei frutti della guerra. Non dimentichiamoli, e non dimentichiamo il popolo ucraino. È duro essere sradicati dalla propria terra per una guerra».

Dopo qualche prudenza delle prime ore, la denuncia dell’invasione russa dell’Ucraina è stata netta da parte del pontefice, anche se qualcuno ancora lo accusa di filoputinismo o di «generica condanna della guerra e del riarmo», come ha scritto Ernesto Galli Della Loggia sul Corriere della Sera.

D’altro canto però Francesco continua a evidenziare anche le cause strutturali della guerra: gli imperialismi, i nazionalismi, la corsa agli armamenti. Lo ha fatto durante il recente viaggio a Malta, puntando il dito contro le «seduzioni dell’autocrazia» e dei «nuovi imperialismi» e i «grandi investimenti e commerci di armi».

E lo ha fatto nuovamente ieri, nell’udienza generale. «Oggi si parla spesso di geopolitica, ma purtroppo la logica dominante è quella delle strategie degli Stati più potenti per affermare i propri interessi estendendo l’area di influenza economica, ideologica o militare: lo stiamo vedendo con la guerra», «e non solo da una parte, anche da altre», ha detto il pontefice.

«Dopo la seconda guerra mondiale si è tentato di porre le basi di una nuova storia di pace, ma purtroppo non impariamo, è andata avanti la vecchia storia di grandi potenze concorrenti. E, nell’attuale guerra in Ucraina, assistiamo all’impotenza delle Organizzazioni delle Nazioni unite».