Israele-Gaza. Sangue sulla Marcia del ritorno: 16 palestinesi uccisi, 1.400 feriti

Gli scontri alla barriera di confine tra Israele e la Striscia di Gaza (LaPresse)

Gli scontri alla barriera di confine tra Israele e la Striscia di Gaza (LaPresse)

È cominciata nel sangue la Grande marcia del Ritorno organizzata da Hamas nel 70° anniversario dell’esproprio delle terre arabe per creare lo Stato di Israele. Negli scontri con l’esercito lungo la barriera di confine con la Striscia di Gaza, secondo il quotidiano israeliano Haaretz sedici palestinesi sono rimasti uccisi e almeno 1.400 feriti.
L’esercito israeliano ha fatto sapere di aver sventato “un tentativo di attacco a colpi di arma da fuoco da una parte di una cellula del terrore” nel nord della Striscia. “Durante l’attacco – ha spiegato un portavoce dell’esercito – due terroristi si sono avvicinati alla barriera di sicurezza e hanno sparato verso i soldati israeliani”.

Secondo stime dell’esercito israeliano, sono circa 30mila i palestinesi che manifestano «bruciando pneumatici, lanciando bombe molotov e pietre». In diversi punti del confine sono stati allestiti accampamenti, in vista del protrarsi della Marcia. Le manifestazioni dovrebbero concludersi il 15 maggio, anniversario della Nakva, la “catastrofe” ovvero l’inizio dell’esodo di centinaia di migliaia di palestinesi dai territori espropriati agli arabi e assegnati al nascente stato di Israele nel 1948.

Un palestinese ferito (Ansa)

Un palestinese ferito (Ansa)

«Una bambina mandata contro i soldati»

«Le forze armate israeliane stanno rispondendo con misure di dispersione dei disordini e sparando a vari istigatori chiave» fa sapere l’esercito in una nota diffusa dal Jerusalem Post. I militari, prosegue il comunicato, «si erano preparati ad agire in vari scenari». «Non consentiremo alcuna violazione o danno alla sovranità israeliana – si legge nel comunicato – o a infrastrutture difensive come la barriera di confine». Per la prima volta sono stati utilizzati anche droni, pilotati a distanza, per lanciare lacrimogeni allo scopo di disperdere la folla.

Per le forze armate dello Stato ebraico, «l’organizzazione terrorista Hamas sta mettendo in pericolo gli abitanti della Striscia di Gaza e li sta usando come copertura per azioni terroriste. Hamas è responsabile di tutti i fatti e delle loro conseguenze». Stando a un comunicato dell’esercito, «una bambina palestinese di sette anni è stata mandata da Hamas verso la barriera del confine, di fronte ai soldati israeliani». «Le forze dell’Idf – prosegue il comunicato – si sono immediatamente rese conto che si trattava di una bambina e si sono assicurate che fosse riportata al sicuro dai familiari».

Questa mattina il ministro della Difesa israeliano, Avigdor Liberman, aveva scritto un messaggio in arabo su Twitter avvertendo gli abitanti di Gaza a non avvicinarsi al confine: «Chi si avvicina oggi al confine si mette in pericolo. Invito a procedere con la propria vita senza farsi coinvolgere in provocazioni».

Haniyeh (Hamas): il popolo palestinese è unito contro l’occupazione

Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, ha arringato la folla assicurando che la Marcia sarà «l’inizio del ritorno di tutti i palestinesi». «Il popolo palestinese ha provato varie volte a prendere l’iniziativa e fare grandi cose», ha detto il capo del movimento islamico, ripreso dal quotidiano Haaretz, sottolineando che «questa marcia manda un messaggio: il popolo palestinese è unito contro l’occupazione, contro il blocco (di Gaza, ndr), contro le concessioni e gli accordi sospetti». Per Haniyeh, non ci sarà una soluzione al conflitto israelo-palestinese senza il ritorno «all’intera terra di Palestina».

Scontri anche in Cisgiordania

A fine mattinata scontri con la polizia israeliana sono scoppiati anche in Cisgiordania, all’ingresso di Ramallah e nel quartiere di Baba-Zawiya a Hebron. Decine di manifestanti palestinesi hanno dato fuoco a pneumatici e lanciato pietre. Le forze dell’ordine hanno risposto, cercando di disperderli.

da Avvenire