Il testo. Ecco il nuovo rito per l’istituzione dei catechisti, ministero dei laici

La Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti accompagna il rituale con una lettera dove si definiscono i ruoli dei vescovi e l’identità di coloro chiamati a tale ministero.
Ecco il nuovo rito per l'istituzione dei catechisti, ministero dei laici

Foto Vatican News

La Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti ha pubblicato il testo del Rito dell’istituzione dei catechisti, in vigore dal prossimo 1 gennaio 2022.

Nella lettera di presentazione al rito latino, indirizzata ai presidenti delle conferenze episcopali, il prefetto Arture Roche ribadisce che quello del catechista è un «ministero laicale e stabile» e che il nuovo rituale costituisce «un’ulteriore opportunità per giungere ad una visione organica delle distinte realtà ministeriali».

Il testo nasce per volontà di papa Francesco, il quale l’11 maggio scorso ha presentato il motu proprio Antiquum ministerium istituendo ufficialmente, a seguito della formulazione del nuovo Direttorio per la catechesi del 2020, il ministero di catechista in sintonia con gli insegnamenti del Concilio Vaticano II. Un atto magisteriale spiegato da Riccardo Maccioni in un articolo pubblicato nello stesso giorno.

Fino ad allora l’esser catechista, e ne dà riprova il Codice del diritto canonico, si limitava a un semplice incarico affidato dal parroco. Parlare, invece, di un ministero da ricevere specifica «l’impegno missionario tipico di ciascun battezzato che si deve svolgere comunque in forma pienamente secolare, senza cadere in alcuna espressione di clericalizzazione» e ai vescovo spetta «il compito di chiarire il profilo e il ruolo dei catechisti, di offrire loro percorsi formativi adeguati, di formare le comunità perché ne comprendano il servizio». Si capisce che non tutti coloro i quali oggi sono catechisti e catechiste potranno accedere al “ministero di catechista”, pur continuando a essere collaboratori parrocchiali in virtù della loro disponibilità.

La lettera che accompagna la pubblicazione dell’editio typica del Rito di istituzione dei catechisti offre, allora, un contributo alla riflessione delle conferenze episcopali, proponendo alcune note sul ministero di catechista, sui requisiti necessari, sulla celebrazione del rito di istituzione.

Tra i criteri fondamentali, il concetto di «un servizio stabile reso alla Chiesa locale secondo le esigenze pastorali individuate dall’Ordinario del luogo, ma svolto in maniera laicale come richiesto dalla natura stessa del ministero». E più avanti l’indicazione secondo cui «i laici abbiano l’età e le doti determinate con decreto dalla Conferenza episcopale». Quindi, una precisazione: «Il termine catechista indica realtà differenti tra loro in relazione al contesto ecclesiale nel quale viene usato. I catechisti nei territori di missione si differenziano da quelli operanti nelle Chiese di antica tradizione. Inoltre, anche le singole esperienze ecclesiali determinano caratteristiche e modalità di azione molto diversificate, tanto da risultare difficile farne una descrizione unitaria e sintetica».

Al riguardo, il prefetto Roche precisa che non dovrebbero essere istituiti i candidati all’ordine sacro, i religiosi e le religiose, gli insegnanti di religione cattolica e coloro che svolgono un servizio rivolto esclusivamente agli appartenenti di un movimento ecclesiale (ai quali tale funzione viene affidata dai responsabili dei movimenti e non dal vescovo). Per quanto riguarda coloro che accompagnano l’iniziazione cristiana di ragazzi e adulti, anch’essi non devono necessariamente essere istituiti nel ministero specifico, ma dovrebbero ricevere all’inizio di ogni anno catechistico «un pubblico mandato ecclesiale con il quale viene loro affidata tale indispensabile funzione».

In generale, il primo requisito per i candidati al ministero di catechisti è che essi siano anzitutto «uomini e donne di profonda fede e maturità umana, capaci di accoglienza, generosità e vita di comunione fraterna, dotati di formazione biblica, teologica, pastorale e pedagogica». Si specifica pure che ogni candidato deve prima presentare una petizione «liberamente scritta e firmata» al proprio vescovo.

Il Rito potrà svolgersi all’interno della celebrazione eucaristica o in una celebrazione della Parola di Dio (sono indicati anche i brani biblici da proclamare) e seguirà un preciso schema: esortazione, invito alla preghiera, testo di benedizione e consegna del crocifisso.