Il ruolo delle mafie nella guerra tra Russia e Ucraina

Il ruolo delle mafie nella guerra tra Russia e Ucraina. Il parere di Vincenzo Musacchio

ualche giorno fa Roberto Saviano si è chiesto quale fosse il ruolo delle organizzazioni mafiose russe ed ucraine in questa guerra. Condivide il suo pensiero in merito?

Lo scrittore napoletano avrebbe sostenuto che ad unire per decenni le due nazioni sarebbero state le loro rispettive mafie. Questa in corso sarebbe dunque una guerra con vocazione mafiosa che nasconderebbe una copertura geopolitica del conflitto con la Nato e con l’Europa. Guardare come si stanno comportando i clan mafiosi, significherebbe, sempre secondo Saviano, capire di più questa guerra. Sarebbe così sempre: in Afghanistan, nella guerra in Jugoslavia, in Siria, in Congo. Identifica le mafie, osservale e scoverai i veri interessi. Da studioso delle mafie da oltre trent’anni ritengo che l’analisi di Saviano esalti oltremisura il ruolo delle due mafie coinvolte nel conflitto armato in atto.

Secondo lei, quindi, Saviano ha esagerato nella sua analisi?

Le organizzazioni criminali, sia in guerra, sia in pace, gestiscono sempre e comunque i loro affari e si adattano alla situazione contingente mediante le loro continue metamorfosi criminali. È noto che la criminalità organizzata russo-ucraina gestisca i traffici di droga, di armi, di organi ed esseri umani dietro i quali si nascondono anche il lavoro nero e lo sfruttamento della prostituzione nei Paesi dell’Est e nell’ultimo ventennio sempre più nell’Unione europea. Tutte le situazioni emergenziali o di guerra sono manna per le mafie, in qualunque parte del mondo esse avvengano. Perciò Saviano descrive in parte una circostanza ovvia, giacché la guerra e la conseguente crisi umanitaria che sta sconvolgendo l’Ucraina invasa dai russi non fa eccezione alla regola del massimo profitto perseguibile da parte delle organizzazioni mafiose.

Le mafie dei due Paesi in conflitto come si sono poste nei confronti della guerra in atto?

L’economia riconducibile alla criminalità organizzata certamente è in grado di influenzare, in parte, gli equilibri globali, non solo economici, ma anche finanziari, di sicurezza e geopolitici. Le mafie tuttavia non sono ancora in grado di determinare conflitti o guerre come quella in atto. La criminalità organizzata transnazionale però può incidere sugli equilibri geopolitici che si determineranno in futuro. I legami fra le organizzazioni mafiose transnazionali con altri soggetti titolari di varie posizioni di potere internazionale hanno natura di relazioni globali strettamente legate ai principali fattori della geopolitica: sistemi politici, economici e finanziari, istituzioni pubbliche e private, ambiente, comunicazioni, trasporti, informazione.

Qual è dunque lo scopo ultimo di queste mafie?

È sempre lo stesso. Le mafie sono alla ricerca del profitto e se possono, approfittano di fattori geopolitici, servendosi per i propri fini di situazioni simili a quelle in atto o contingenti. Agiscono da veri attori diplomatici producendo, in via diretta o indiretta, processi di natura geopolitica. Non ritengo siano ancora tanto forti da poter determinare o risolvere conflitti, controllare Nazioni, fare e rompere alleanze, ridisegnare confini, tenere in vita o soffocare intere economie o istituzioni politiche d’interi Stati. La criminalità organizzata, il terrorismo, il crimine economico transnazionale però costruiscono relazioni internazionali che, a differenza di quasi tutte le altre, non sono controllabili dal singolo Stato, appartengono ai domini geopolitici sempre più internazionali.

Che tipi di rapporti intrecciano a livello internazionale?

Le moderne organizzazioni criminali transnazionali gestiscono rapporti di collaborazione che prescindono da schemi nazionali. Le mafie, sia chiaro, non hanno alcuna intenzione di sostituirsi agli Stati. Le guerre in sé offrono loro ingenti possibilità di guadagno poiché consentono di incrementare il traffico di armi, la fornitura di droga per gli eserciti in campo, l’utilizzo di mercenari e di tutto ciò che è spendibile nell’economia di tipo bellico e che consenta loro di realizzare affari sempre più remunerativi. Si aprono nuove possibilità anche nel mercato nero sia per il traffico di esseri umani, sia per la prostituzione internazionale, anche minorile, sia per i conseguenti flussi migratori.

Le guerre dunque rappresentano un notevole beneficio per le mafie?

Assolutamente sì. Le guerre sono un affare per le mafie perché accordano loro un doppio vantaggio: enormi profitti e nuove relazioni internazionali. La relazione tra conflitti e crimine organizzato è tracciata in molti studi dottrinali. Dove c’è guerra inoltre c’è spazio anche per affari connessi alle sanzioni economiche imposte agli Stati coinvolti. Queste sono altra manna per le mafie poiché si sostituiscono agli Stati impositori fornendo quei materiali e quei servizi venuti meno proprio a causa delle sanzioni o degli embarghi. In guerra tutto è più facile poiché non esistono leggi che possano limitare il campo d’azione dell’illegalità mafiosa.

Le guerre quindi favoriscono soprattutto gli affari sporchi delle mafie?

Le moderne organizzazioni criminali (in Italia, la ‘ndrangheta in primis) hanno cominciato a pensare in grande e a trovare negli eventi bellici una leva formidabile per far crescere i loro affari e la loro “posizione” internazionale. Le guerre inevitabilmente producono vuoti di vario genere: politici (viene meno la presenza delle istituzioni e delle regole), economici (scarseggiano o vengono meno i beni di prima necessità) e sociali (viene meno la normale convivenza civile). In alcune circostanze abbiamo assistito anche a una criminalità organizzata legata a gruppi politici o terroristici che ha consentito alle nuove mafie di acquisire subdolamente un peso politico ed economico sempre maggiore.

In conclusione quindi cosa pensa dell’opinione espressa da Roberto Saviano?

Guardi io credo si possa dire che le mafie sono presenti anche nelle guerre ma solo come compartecipi nel fare i loro affari non di certo con un ruolo così decisivo come avrebbe palesato Roberto Saviano.

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