Il rosario perduto

Di tanto in tanto mi capita di perdere un rosario. E mi dispiace un sacco: sono affezionato ai miei rosari, uno ad uno li conosco, ricordo chi me li ha dati o dove li ho presi, che storia hanno. E poi i miei rosari mi aiutano, notte e giorno: ne ho sempre uno tra le mani ed è come stare per mano alla Madonna, attraversare la vita con lei.

Ho perso di nuovo un rosario. Proprio alla vigilia della festa dell’Assunzione di Maria. Lì per lì mi sono dispiaciuto come sempre. Ma poi ho pensato: chissà, magari a chi lo trova verrà voglia di pregare. Magari sentirà quel rosario come una benedizione che gli metterà dentro dei buoni pensieri. Magari gli farà addirittura cambiare vita.

Ad ogni modo, il rosario perduto continuerà a fare il suo mestiere: a far sentire qualcuno meno solo, a suggerirgli di pregare. E poi, solo apparentemente avrà cambiato mano: è sempre la mano della Madonna che stringerà con tenerezza una nuova mano.

Ernesto Olivero

Copyright © Avvenire