IL DISASTRO Fuoco e paura, tocca a Torino

Dopo Milano, ieri le fiamme hanno avvolto i piani alti dei palazzi nel centro del capoluogo piemontese L’incendio ha causato l’esplosione di alcune bombole di gas: 5 feriti e 100 evacuati, isolata tutta la zona

Torino

Una colonna di fumo nero e denso che rapidamente si alza in cielo segna l’inizio di una lunga giornata di fuoco per Torino. Alla fine, sono quasi duemila i metri quadrati bruciati, circa 20 mansarde completamente distrutte, altri appartamenti danneggiati, cinque feriti nessuno però in modo grave. Ma il centro storico della città per ore rimane bloccato, così come i treni in arrivo in stazione, blindata tutta l’area, evacuati e chiusi tutti i negozi al di sotto del palazzo ristrutturato da poco.

È la tarda mattinata, in pieno centro proprio dirimpetto alla stazione ferroviaria di Porta Nuova, vanno in fiamme le mansarde di uno dei palazzi storici che si aprono su piazza Carlo Felice, una delle più belle della città. Il fuoco cresce rapido, si sentono le prime sirene dei vigili del fuoco, la colonna di fumo prende forza e continua a salire, tutti iniziano ad uscire dai negozi. Una signora si sente male e viene subito soccorsa, poi altri feriti. Alla fine il conto è di cinque persone che devono ricorrere alle cure dei sanitari: due poliziotti e un operaio, due condomine, fuori casa quando scoppia l’incendio, si sentono male dallo spavento. A sera si saprà che alcuni operai edili erano bloccati sul tetto e che sono stati salvati dai pompieri. A metà giornata tutto sembra risolto, poi, invece, il fuoco riprende forza e minaccia di scendere lungo la verticale del palazzo: cede un solaio che così apre la strada verso il basso alle fiamme. Poi una serie di esplosioni: le bombole di gas nelle mansarde nel lato dove si trovano le abitazioni più popolari. Ma i vigili del fuoco ormai sono in forze (alla fine sono oltre 40 con 30 mezzi accorsi da tutta la regione). Le fiamme poco a poco vengono contenute, il rogo alle 19 viene quasi spento. «Abbiamo bloccato le fiamme», dice Agatino Carrolo, comandante provinciale dei vigili del fuoco, che aggiunge: «Le operazioni di spegnimento continueranno per tutta la notte. La conformazione del tetto ha consentito che le fiamme si propagassero solo in orizzontale». È stato comunque un lavoro improbo: ogni mezz’ora gli uomini si sono dati il cambio a 22 metri di altezza.

Ma cosa potrebbe essere accaduto? Colpa, si dice, di alcune scintille prodotte da una macchina saldatrice usata da un fabbro per sistemare la cassaforte in un attico. Un’ipotesi da verificare. Per ora l’obiettivo è mettere in sicurezza tutto. A sera la sindaca Chiara Appendino fa visita agli sfollati e assicura che il Comune farà la su parte. Una postazione mobile della Protezione civile viene allestita nell’area per offrire una prima assistenza agli sfollati; chi rimane fuori casa ha garantita l’accoglienza in un housing sociale. Intanto dal palazzo si alza ancora un filo di fumo. A fine giornata le persone ancora per strada sono circa cento.

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Le persone che hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni sono assistite dalla Protezione civile. L’ipotesi (da verificare) di alcune scintille partite dalla saldatrice di un fabbro che lavorava in un attico

Le fiamme sui tetti di Torino