Il concilio ecumenico Vaticano II. Per la sua corretta ermeneutica

Marchetto Agostino – Il Concilio Ecumenico Vaticano II. Per una sua corretta ermeneutica

Il Concilio Ecumenico Vaticano II. Per una sua corretta ermeneutica Titolo Il Concilio Ecumenico Vaticano II. Per una sua corretta ermeneutica
Autore Marchetto Agostino
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Raccolte dalla Libreria Editrice Vaticana 28 recensioni ad altrettante pubblicazioni uscite tra il 1998 e il 2011

 

A Roma, nella Sala Pietro da Cortona del Campidoglio, nel pomeriggio di mercoledì 7 novembre viene presentato il libro dell’arcivescovo Agostino Marchetto Il concilio ecumenico Vaticano II. Per la sua corretta ermeneutica (Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2012, pagine 386, euro 35). Coordinati dal direttore del nostro giornale intervengono il cardinale Agostino Vallini, vicario generale per la diocesi di Roma, Andrea Riccardi, ministro italiano per la Cooperazione internazionale e l’integrazione e il cardinale Raffaele Farina, bibliotecario emerito di Santa Romana Chiesa.
Il Papa nel Natale del suo primo anno di pontificato, il 22 dicembre 2005, ha rivolto alla Curia Romana, radunata come ogni anno per gli auguri in occasione del Santo Natale, un discorso, che faceva un bilancio dell’anno trascorso; l’ultimo punto toccato è stato quello del concilio. La struttura del volume di Marchetto segue il discorso del Santo Padre distribuendo il materiale raccolto, partendo da una distinzione tra recezione ed ermeneutica e dividendo le opinioni correnti, esaminate nelle recensioni, in tre categorie: ermeneutica della rottura, ermeneutica della rottura intesa in senso tradizionalistico e ermeneutica della continuità o, più precisamente, come si esprime il Santo Padre, ermeneutica della riforma, del rinnovamento nella continuità.Il dibattito sull’ermeneutica del concilio Vaticano ii è stato un tema centrale non solo per la comprensione del concilio ma per la sua stessa ricostruzione storica; questo dibattito è nato quando ancora doveva concludersi e si è venuto sviluppando nel corso degli anni, dando origine a una pluralità di posizioni. Nelle prime cinque parti vengono presentate molte delle pubblicazioni sul concilio di questi ultimi anni: dagli atti del convegno internazionale di Salamanca sulla ricezione e comunione delle Chiese del 1996, pubblicati dalla Editrice Dehoniane di Bologna nel 1998, fino a un volume di Brunero Gherardini del 2009, Concilio Vaticano II. Un discorso da fare. In questo vasto orizzonte, sempre descritto con appassionata e lucida acribia critica, ampio spazio è dedicato alla “scuola di Bologna”, della quale si mette bene in luce il tentativo di egemonizzare la ricostruzione storica e l’interpretazione del concilio, come appare evidente, tra l’altro, nella pubblicazione del volume Chi ha paura del Vaticano ii?, curato da Alberto Melloni e Giuseppe Ruggieri; per Marchetto questo volume, già nel titolo, “mette gli oppositori alla cosiddetta scuola di Bologna (e alleati) nella categoria dei paurosi che certo bella non è”. Proprio le pagine dedicate a questo volumetto, già pubblicate nella rivista Archivum Historiae Conciliorum, mostrano i limiti dell’ermeneutica della rottura, tanto più alla luce delle numerose fonti e degli studi che in questi anni hanno aperto nuove prospettive alla conoscenza del Vaticano II.

(©L’Osservatore Romano 8 novembre 2012)