Idris, la vita che nasce in un casolare isolato in montagna

Il piccolo Idris nelle braccia di mamma Anna e papà Enes

La recente nascita di Idris, un bel bambino di 3 chili e 300 grammi, con un nome di origini arabe che significa “messaggero del cielo”, assomiglia talmente a quella di Betlemme da finire in foto gigante nel presepe della Casa di Nazareth, nella chiesa parrocchiale di Portico il paese dei presepi, un piccolo comune di 780 abitanti della valle del Montone, ai confini fra la Romagna e la Toscana.
Idris è nato in casa, solo con la mamma Anna Piccoli, 23 anni, originaria di Verona, ed il babbo Enes Gasi, 29 anni, nato in Svezia, originario della Serbia e abitante a Ravenna, prima di arrivare per scelta fra questi monti.

È una nascita sorprendente, perché la loro abitazione, Pian delle Tavole, è una casa isolata a 930 metri di altezza in mezzo ai monti dell’Appennino, vicino al Falterona (1.654 metri). Il paese più vicino è San Benedetto in Alpe, che dista due ore di cammino a piedi. La corrente elettrica per il consumo familiare è prodotta da due pannelli solari sul tetto e la casa abitata più vicina dista a un’ora di cammino. In questa casa di pietra, già esistente in un documento del 1022 (esattamente proprio mille anni fa) di proprietà dell’abbazia benedettina di San Benedetto in Alpe, fondata da San Romualdo e dimora di Dante in esilio, è nato Idris. Abbandonata a metà del secolo scorso con l’esodo dalla montagna, Pian delle Tavole è tornata a vivere con Anna ed Enes, che ora gioiscono per l’arrivo del loro bambino, accolto anche ufficialmente dal sindaco del Comune, Maurizio Monti, e da tutti gli abitanti, «come un segno di speranza e della rinascita della montagna italiana».

Anche la nascita in casa è stata un’avventura, proprio come quella di Betlemme, dopo duemila anni. Racconta con delicatezza mamma Anna: «Secondo i nostri calcoli, non si erano ancora compiuti i giorni del parto. Comunque avevamo deciso da tempo che avrei partorito in casa, ma in un paese vicino, da un’amica. Una notte mi sono svegliata, con il travaglio in atto, chiamando Enes che non sapeva cosa fare». Intanto si è fatto giorno. Racconta Enes: «Ero molto emozionato e ho chiamato con un cellulare particolare (c’è campo solo in una zona) la nostra amica, che ha tranquillizzato entrambi». Nel frattempo le doglie aumentavano. Il momento della nascita si avvicinava. Racconta il papà: «Anna gridava per le doglie, rompendo il silenzio della valle, e ad un certo punto mi ha urlato: “Il bambino sta per venire alla luce”. Allora, mentre lei si coricava a letto, mi sono improvvisato ostetrica. Lavatemi le mani, ho afferrato un lenzuolo di bucato e a mezzogiorno in punto il nostro bambino ha emesso i primi forti vagiti». La mamma, il babbo e il neonato si sono uniti in un abbraccio senza tempo. Arrivata la notizia in paese, il giorno successivo il sindaco si è recato in visita al nuovo cittadino, accompagnato con un fuoristrada dai Carabinieri forestali del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi. Nei giorni successivi Idris è stato accompagnato dai genitori all’ospedale di Forlì per i controlli sanitari e in Comune a Portico per l’iscrizione all’anagrafe.

A Pian delle Tavole per ora Anna, Enes e Idris vivono con un grande orto molto produttivo, col pollaio che procura carne e uova e con alcuni animali domestici, fra cui alcune capre. Erano previsti anche un bue e un asino, che non hanno fatto in tempo ad arrivare. Commenta Enes: «Per il futuro stiamo preparando un progetto di sviluppo agricolo e di accoglienza turistica per gli amanti della natura, montagna e solitudine». Conclude Anna: «Far nascere un bimbo in casa ha un significato molto semplice, specialmente se la gravidanza non presenta complicazioni: è la cosa più naturale del mondo, che dona tanta gioia e serenità. È un vero miracolo. Nella scelta del parto in casa sappiamo di non essere gli unici, convinti che questi bimbi saranno i creatori e i protagonisti di un “nuovo mondo”, più in armonia con la Natura con la maiuscola, proprio come scriveva Leopardi». Secondo dati del ministero della Sanità in Italia nel 2021 solo lo 0,2% dei bambini è nato nel proprio domicilio, mentre in Emilia Romagna nel 2020 sono stati 192, di cui 15 a Ravenna, 8 a Cesena e solo 2 a Forlì. E secondo l’Istat, più in generale, in Italia non sono mai nati così pochi bambini nella storia del nostro Paese. Idris è una speranza che vale doppio: per il territorio dimenticato della montagna e per un Paese che sembra non volere più figli. Si può fare.

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