I venticinque anni della Fondazione Migrantes. Concittadini del mondo

“Voi, che per motivi diversi di mobilità o di migrazione, vivete senza particolari radicamenti di luogo, più di altri siete in grado di apprezzare i legami degli affetti nella parentela, nell’amicizia, nella solidarietà, ritrovando lì le radici umane di cui tutti abbiamo bisogno. Non ci sentiamo stranieri e ospiti da nessuna parte, ma concittadini del mondo in marcia verso il Cielo. Chiudere gli occhi ai fratelli che chiedono un po’ di spazio o lavoro, un po’ di accoglienza e di futuro nella reciprocità dell’amore, significa non fare la volontà del Padre e quindi non essere familiari di Cristo”. È quanto ha affermato, nell’omelia pronunciata mercoledì sera nella basilica di San Pietro, il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), in occasione dell’incontro per il venticinquesimo anniversario della Fondazione Migrantes. Davanti a un folto numero di responsabili nazionali e diocesani e di esponenti di comunità italiane e straniere impegnate nel settore, il porporato ha fatto riferimento, in particolare, al cammino dei credenti nell’Anno della fede: “Voi richiamate i credenti, popolo di Dio, a non fermarsi lungo i sentieri del mondo, a non lasciarsi lusingare da promesse che illudono e da miti che rallentano: in una parola, a non dimenticare che la nostra Patria è altrove. Ci esortate a mettere le nostre radici in Dio. È solo Lui la vera Patria, la Terra che non tradisce, che non viene mai meno, la casa accogliente del nostro pellegrinaggio terreno come di ogni piccolo e profondo cammino del cuore”.

(©L’Osservatore Romano 23 novembre 2012)