«I regali di Natale non sono la soddisfazione di un desiderio consumistico, ma l’occasione per imparare a vedere nel regalo un’attenzione verso l’altro e verso un suo bisogno»

«BABBO NATALE? CI PROVOCA A DIVENTARE PORTATORI DI DONI»

A pochi giorni dal 25 dicembre riflettiamo con don Stefano Guidi, direttore della Fondazione diocesana per gli Oratori Milanesi (Fom), sugli aspetti cristiani di Santa Claus. «I regali di Natale non sono la soddisfazione di un desiderio consumistico, ma l’occasione per imparare a vedere nel regalo un’attenzione verso l’altro e verso un suo bisogno»

Si avvicina la notte più attesa dai bimbi di tutto il mondo e come ogni anno siamo invitati a riflettere su come riuscire a tenere insieme, nella narrazione, Babbo Natale e Gesù Bambino. Lo chiediamo a don Stefano Guidi, direttore della Fondazione diocesana per gli Oratori Milanesi (Fom). «Teniamo insieme le cose cogliendo la bellezza del messaggio cristiano che da una parte ci dice che il Signore ci è venuto incontro e ci raggiunge e dall’altra ci dice questa cosa sconvolgente: ci raggiunge scegliendo la strada della debolezza e della fragilità. Il suo è un Messaggio di meraviglia e stupore, Dio che è forte sceglie di avvicinarsi a ciascuno di noi in modo fragile e debole».

Un messaggio che impatta anche sulla nostra vita?
«Certo, è un messaggio che ha risvolti concreti nella nostra vita: sugli atteggiamenti, comportamenti e messaggi che anche il Natale più culturalmente connotato veicola. Il Natale è il tempo in cui ci si avvicina agli altri, in cui le famiglie si riuniscono. Il Natale culturale, a sua volta, ha raccolto questa istanza di attenzione agli ultimi del mondo, attenzione e aiuto concreto che si esprime nel modo più visibile nel segno del regalo».

Il regalo che è il simbolo di queste feste.

«Nel senso migliore. Il regalo ripulito dalle incrostazioni più commerciali – la corsa agli acquisti – esprime un atteggiamento interiore molto bello, di avvicinamento e attenzione all’altro. Qualcosa che mi appartiene diventa dono per un altro. Cosa diamo agli altri? Cosa riceviamo dagli altri? Il regalo può essere l’occasione per pensare alla qualità dei nostri rapporti quotidiani. La caratteristica della logica del dono che vive non solo a Natale. In questo senso Babbo Natale e Gesù Bambino rappresentano lo stesso messaggio. Anche Babbo Natale cosa fa in fondo? Ci porta dei doni e portandoci dei doni non soddisfa solo le aspettative, ma ci provoca a diventare donatori».

Cosa fa la differenza allora?

«È lo sguardo che fa la differenza: Babbo Natale non va interpretato come il genio della lampada che esaudisce i desideri. I regali di Natale non sono la soddisfazione di un desiderio consumistico, ma l’occasione per imparare a vedere nel regalo un’attenzione verso l’altro e verso un suo bisogno. Il regalo è qualcosa, non è il tutto che si attende. Questo è il vero messaggio di Babbo Natale in una tradizione che si mantiene ininterrotta nel tempo: consegnare “di persona” i doni, un gesto che rimanda alle relazioni. Un messaggio positivo che si inserisce in una tradizione cristiana solidissima, di matrice esplicitamente religiosa: Babbo Natale, San Nicola, Santa Claus. Babbo Natale esiste! E ci provoca a diventare portatori di doni».

Famiglia Cristiana