I nonni? La colonna portante del nostro Stato Sociale

Tra i dati del Rapporto Italia 2018 di Eurispes che contribuisce a interpretare la situazione economica, politica e sociale del Paese segnalandone i cambiamenti, ne esiste uno che sembra destinato a non invecchiare mai. Dice che i nonni sono d’oro per 7 famiglie italiane su 10. Cioè che contribuiscono in massa al sostegno economico della famiglia (nel 72,7% dei casi) e che danno supporto ai figli mettendo a disposizione il loro tempo per aiutarli a gestire i bambini e negli impegni quotidiani (78,6%).

Nulla di particolarmente nuovo, se non la conferma che in pratica il nonno è ancora e sempre alla base del nostro Stato Sociale. Se in Italia la disoccupazione cronica dei ragazzi dai 18 ai 40 anni non ha ancora prodotto una rivoluzione è perché i nonni mantengono i nipoti, generalmente con i soldi che avrebbero voluto lasciare in eredità ai figli. Parallelamente, è anche vero che molto spesso, forse perché troppo anziani, abbiano comunque loro stessi bisogno di aiuto da parte dei figli.

Un nucleo familiare su tre, annota ancora l’Eurispes, si trova infatti a dover gestire un parente anziano non del tutto autosufficiente che viene curato in famiglia in circa il 50% dei casi. Per amore certo e prima di tutto, ma in più d’un caso purtroppo anche per interesse degli eredi. Resta il fatto che il “nonno custode” è il nuovo angelo delle nostre famiglie. Mediamente più lucido e longevo che in passato. Non per scelta: per necessità nostra. Sono nonni eroici quelli moderni, più ottimisti delle nostre debolezze, capaci di ribaltare tutto, demografia compresa. Gli anziani sono già oggi la maggioranza nel Paese, e qualche politico, che vecchio dice di poterlo non diventare mai, lo ha intuito prima di altri e ne sfrutta le conseguenze. Senza fare nomi, ma lo avete capito, è nonno pure lui. Essere nonni oggi comunque è un primato che comporta pochi diritti, e molti doveri.

Uno è il ruolo, già ricordato, di finanziatori a fondo perduto. L’altro consiste nel non potersi più permettere il lusso di diventare vecchi davvero. Sanno che non possono nemmeno concedersi di rivisitare il passato, perché ci deprimerebbero ricordandoci come si stava meglio quando loro stavano peggio. Ma siccome sono tanti e mediamente molto saggi, tocca a loro il compito che sarebbe dei giovani: alitare sui sogni, coniugare verbi al futuro, fare progetti. Perché alla fine, il grande obiettivo dei nonni è solo più urgente, ma è identico al nostro: l’importante, come ha scritto qualcuno, è che la morte li colga vivi. La speranza è che finisca il tempo in cui questo accada per necessità, e non per scelta.

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