Fine settimana di sangue in Iraq

Baghdad, 10. L’Iraq ha vissuto l’ennesimo fine settimana di sangue, con almeno una decina di attentati che hanno causato 88 morti accertati ? ma alcune fonti parlano di oltre cento ? e più di 350 feriti. Le violenze hanno accompagnato la condanna a morte in contumacia dell’ex vicepresidente Tariq al Hashemi, un sunnita entrato in contrasto con il premier sciita Nuri al Maliki e accusato di aver organizzato squadroni della morte. Mancano comunque rivendicazioni che confermino l’impressione di una vendetta per la condanna inflitta ad Hashemi e al suo genero e segretario Ahmed Qahtan. L’ex vicepresidente in dicembre era stato costretto a fuggire prima nel Kurdistan iracheno e poi, in aprile, in Turchia, dove l’ha inseguito l’accusa di aver istigato l’uccisione di circa 150 personalità. La condanna all’impiccagione è stata pronunciata per l’uccisione di un’avvocatessa e di un generale. Hashemi ha sempre respinto le accuse, rifiutandosi di accettare il giudizio di un tribunale che ritiene parziale.
L’attentato più devastante di ieri è avvenuto ad Amara, a circa trecento chilometri a sud della capitale Baghdad, dove in un mercato vicino al mausoleo di un imam sciita due autobomba hanno provocato la morte di almeno 16 persone e il ferimento di circa altre 60.

(©L’Osservatore Romano 10-11 settembre 2012)