«Filia Sion», gregoriani e polifonici per esaltare la figura della Madonna

Il “Sì” pronunciato all’Angelo da Maria ha cambiato per sempre il corso della storia dell’umanità e ha ispirato sin dai tempi antichi musiche e testi di grande suggestione e potenza evocativa; cantici e inni che fanno riferimento al mistero della maternità della Vergine Maria e dell’Incarnazione, tra i passi dei Vangeli che narrano gli episodi riguardanti l’Annunciazione, la Visitazione e la Nascita del Salvatore, ma anche quelli del Vecchio Testamento, con le promesse messianiche e i richiami alla “Figlia di Sion”, la figlia di Gerusalemme, Chiesa di Dio che proprio nella Madonna cessa di essere puro simbolo per diventare persona, luogo d’incontro tra le antiche profezie e il sigillo di salvezza apposto dal Redentore.
Nasce da qui il titolo del disco che l’ensemble estone Vox Clamantis e il suo direttore Jaan-Eik Tulve hanno dedicato alla ricchissima tradizione di canti sacri concepiti più o meno direttamente in onore della Madre di Dio (cd pubblicato da Ecm e distribuito da Ducale); Filia Sion è infatti un prezioso scrigno sonoro che racchiude i gioielli di un patrimonio musicale radicato da un lato nell’antico apparato liturgico gregoriano, ma dall’altro aperto anche verso le “nuove musiche” e i primi esperimenti polifonici riconducibili alla Scuola di Notre-Dame, fino a includere un canto proveniente dalla comunità ebraica di Cochin, in India, che rivela inaspettate similitudini con le tessiture armoniche tanto care ai compositori baltici contemporanei (Pärt e Tüür in testa).
Pur concedendosi qualche licenza interpretativa (nella sequentia di Hildegard von Bingen e nel conductus di Perotinus è presente una seconda voce affidata a un fischio!), Tulve e compagni si muovono con massimo rispetto tra le pieghe di un repertorio che si insinua laddove neppure i testi sacri si permettono di arrivare; i sentimenti più intimi della Madonna sono infatti sempre celati con pudore (come ricorda l’evangelista Luca, «Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore…»), ma all’arte sacra spetta il compito di tradurre in musica quel complesso intreccio di emozioni che gravitano intorno alla figura della Vergine, assunta in cielo per suggellare la promessa di compimento rivolta all’intera umanità.

a cura di Andrea Milanesi – avvenire.it