Esegesi – XXIX Domenica del T. O. – Anno C 20 Ottobre 2013

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Da: “Lectio Divina sui Vangeli festivi” A. Cilia. ©Elledici

Esegesi del brano Lc 18, 1-8

Contesto per situare il brano

Nell’analisi del contesto storico del vangelo di Luca, dobbiamo tener conto sempre di questa duplice dimensione: l’epoca di Gesù degli anni 30, e l’epoca dei destinatari del vangelo degli anni 80. Queste due epoche influiscono, ciascuna a modo suo, nella redazione del testo e devono essere presenti nello sforzo che compiamo per scoprire il senso che le parole di Gesù hanno oggi per noi.

Il contesto letterario

Il contesto letterario immediato ci presenta due parabole sulla preghiera: pregare con insistenza e perseveranza (la vedova e il giudice, Lc 18,1-8); pregare con umiltà e realismo (il fariseo e il pubblicano, Lc 18,9-14). Malgrado la loro differenza, queste due parabole hanno qualcosa in comune. Ci indicano che Gesù aveva un altro modo di vedere le cose della vita. Gesù scorgeva una rivelazione di Dio lì dove tutti scorgevano qualcosa di negativo. Per esempio, vedeva qualcosa di positivo nel pubblicano, di cui tutti dicevano: «Non sa pregare!». E nella vedova povera, di cui si diceva: «È così insistente che importuna perfino il giudice!». Gesù viveva così unito al Padre che tutto si trasformava per lui in fonte di preghiera. Sono molti i modi in cui una persona può esprimersi nella preghiera. Ci sono persone che dicono: «Non so pregare», ma conversano con Dio tutto il giorno. Voi conoscete persone così?

Commento del testo

Lc 18,1 – La chiave per capire la parabola.
Luca introduce una parabola con la frase seguente: «Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai». La raccomandazione di «pregare senza stancarsi» appare molte volte nel Nuovo Testamento (1 Ts 5,17; Rm 12,12; Ef 6,18; ecc). Era una caratteristica della spiritualità delle prime comunità cristiane. E anche uno dei punti su cui Luca insiste maggiormente, sia nel vangelo che negli Atti. Se vi interessa scoprire questa dimensione negli scritti di Luca, fate un esercizio: leggete il vangelo e gli Atti e annotate tutti i versetti in cui Gesù o altre persone stanno pregando. Vi sorprenderete!

Lc 18,2-3 – Il contrasto tra la vedova e il giudice.
Gesù ci mostra due personaggi della vita reale: un giudice senza riguardi verso Dio e verso il prossimo, e una vedova che non desiste dal lottare per i suoi diritti presso il giudice. Il semplice fatto che Gesù ci mostra questi due personaggi rivela che conosce la società del suo tempo. La parabola non solo presenta la povera gente che lotta nel tribunale per veder riconosciuti i suoi diritti, ma lascia anche intravedere il contrasto violento tra i gruppi sociali. Da un lato, un giudice insensibile, senza religione. Da un altro, la vedova che sa a quale porta bussare per ottenere ciò che le è dovuto.

Lc 18,4-5 – Il cambiamento che avviene nel giudice e il perché del cambiamento.
Per molto tempo, chiedendo la stessa cosa ogni giorno, la vedova non ottiene nulla dal giudice insensibile. Infine il giudice, malgrado non temesse Dio e non si curasse di nessuno, decide di prestare attenzione alla vedova e farle giustizia. Il motivo è: liberarsi da questa continua seccatura. Motivo ben interessato! Però la vedova ottiene ciò che vuole! È questo un fatto della vita di ogni giorno, di cui Gesù si serve per insegnare a pregare.

Lc 18,6-8a – Un’applicazione della parabola.
Gesù applica la parabola: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare?». Ed aggiunge che Dio farà giustizia tra breve. Se non fosse Gesù a parlarci, non avremmo il coraggio di paragonare Dio a un giudice nel suo atteggiamento morale. Ciò che importa nel paragone è l’atteggiamento della vedova che, grazie alla sua insistenza, ottiene ciò che vuole.

Lc 18,8b – Parole sulla fede.
Alla fine Gesù esprime un dubbio: «Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?». Avremo il coraggio di aspettare, di avere pazienza, anche se Dio tarda a risponderci? È necessario avere molta fede per continuare a resistere e ad agire, sebbene non si veda il risultato. Chi aspetta risultati immediati, si lascerà prendere dallo sgomento. In diversi altri passi dei salmi si parla di questa stessa resistenza dura e difficile dinanzi a Dio, fino a che lui risponde (Sal 71,14; 37,7; 69,4; Lam 3,26). Nel citare il Salmo 90, san Pietro dice che per Dio un giorno è come mille anni (2 Pt 3,8; Sal 90,4).