Epifania: osservare il cielo per seguire l’unica vera stella

l direttore della Specola vaticana, l’osservatorio astronomico racconta il mistero dell’Epifania sul quotidiano della Santa Sede
Redazione Vaticaninsider
Roma

«Abituati a scrutare il cielo e dunque a scorgere le tracce di quella firma i magi si mettono in marcia. Rischiano parecchio per scoprire l’autore-bambino della firma che essi vedono impressa non solo sulla stella cometa ma anche nei loro cuori. Oggi che si va a caccia di autografi di celebrità o si paga molto per capi griffati, ci dimentichiamo che la firma più preziosa sta scritta nel cielo stellato e nel più profondo del nostro cuore».

È quanto scrive oggi sull’Osservatore romano padre José Funes, direttore della Specola vaticana, l’osservatorio astronomico della Santa Sede. «Firmare – spiega padre Funes – è rendere fermo e stabile un atto».

«L’Epifania – afferma – ci offre un’occasione stupenda per riflettere sulla firma che Dio ha lasciato impressa nella creazione, secondo l’espressione adoperata da Benedetto XVI nell’omelia della solennità del 6 gennaio 2011. Dio rende fermo, sostiene il cosmo nel suo essere. Ma firmare è anche assumere un obbligo. E così Dio onora il suo impegno fino a dare il suo Figlio unigenito».

Quindi, rileva il gesuita, «la Chiesa continua ancora a camminare con i magi del nostro tempo. Come astronomi vaticani, la nostra missione consiste nel camminare con i sapienti di ogni epoca. Con i nostri colleghi astronomi partecipiamo alla fatica della ricerca, e all’entusiasmo e alla gioia della scoperta scientifica».