Ecco una forma di confusione tra religione e politica «rigidità» è la parola chiave ancora diffusa

«Ma il Papa è cattolico?»
di Christian Albini | 24 settembre 2015 in vinonuovo.it
Nella risposta di Bergoglio alla domanda surreale rimbalzata sulla copertina di Newsweek c’è un’ironia che dice cose pungenti. E «rigidità» è la parola chiave

Questa domanda che suona surreale è circolata soprattutto negli USA, ma rispecchia affermazioni dell’estremismo cattolico tradizionalista, per arrivare sulla copertina di Newsweek e nel colloquio di papa Francesco con i giornalisti, sul volo partito da Cuba.

Alcune sue denunce sull’inequità del sistema economico mondiale hanno fatto emergere reazioni bizzarre: ci sono settori della società americana che si sono chiesti se il Papa fosse cattolico…

«Un amico cardinale mi ha raccontato che è andata da lui una signora, molto preoccupata, molto cattolica, un po’ rigida, ma buona. E gli ha chiesto se era vero che nella Bibbia si parlava di un Anticristo. Lui ha spiegato che se ne parla nell’Apocalisse. Poi la signora ha chiesto se si parlava di un antipapa. E lui le ha domandato: perché me lo chiede? Ha risposto: “Io sono sicura che Francesco è l’antipapa”. E perché? “Perché non usa le scarpe rosse”, è stata la risposta. Sull’essere comunista o non comunista: io sono certo di non aver detto una cosa in più rispetto a ciò che c’è nella Dottrina sociale della Chiesa. Durante l’altro volo una vostra collega mi aveva chiesto, a proposito del mio intervento ai movimenti popolari: “Ma la Chiesa lo seguirà?”. Ho risposto: sono io a seguire la Chiesa, e su questo credo di non sbagliare. Le cose si possono spiegare, forse qualcosa ha dato un’impressione un po’ più “sinistrina”, ma sarebbe un errore di interpretazione. La mia dottrina su tutto questo, la Laudato si’ e sull’imperialismo economico, è nell’insegnamento sociale della Chiesa. E se è necessario che io reciti il Credo, sono disposto a farlo…».

Nella risposta di Bergoglio c’è molta ironia, che è un modo per dire con leggerezza cose che sono anche pungenti. Credo che una parola-chiave sia “rigidità”, l’atteggiamento per cui certe forme (estetiche, verbali, liturgiche…) vengono assolutizzate fino a confonderle con l’essenziale che invece sta altrove. Francesco fa l’esempio delle scarpe rosse, ma quello che dice può essere applicato a molte altre polemiche che lo riguardano.

Un altro aspetto importante riguarda la confusione tra politica e fede. Certe critiche provengono dagli ambienti conservatori che danno per scontata la propria identità di vedute con la Chiesa cattolica. Penso a quanto ha scritto di recente Galli Della Loggia sul “Corriere”, a proposito del conservatorismo, «che oggi vuol dire mostrarsi attenti alla tradizione  cauti nel disfarsene sempre e comunque secondo quanto invece comandano i tempi. Mostrarsi attenti, per esempio, a non indulgere a un certo materialismo e ateismo di maniera, e invece a considerare cosa preziosa il retaggio giudaico-cristiano iscritto nei nostri costumi e nelle nostre istituzioni».

Se questo è un tratto culturale più tipico del conservatorismo, è però un equivoco pensare che ogni posizione politica conservatrice appartenga di fatto e di diritto al cattolicesimo. È una forma di confusione tra religione e politica ancora diffusa. Un esempio che viene proprio dagli Stati Uniti, riguarda la riflessione del monaco Thomas Merton, di cui questo 2015 è il centario, sulla pace e il disarmo nucleare che gli è costata ostracismi e censure dentro l’ordine trappista e gli ambienti cattolici. Eppure, egli ha anticipato e in parte ispirato la “Pacem in terris” di Giovanni XXIII.cropped-papa.bambini.jpg