Ebola, in Sierra Leone l’inviato del Papa

​“Curare le persone e non solo i corpi”: è il messaggio che il cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, porterà in Sierra Leone e in Liberia, i due Paesi africani più colpiti – insieme alla Guinea – dall’epidemia di Ebola, che finora ha causato oltre 6.500 vittime e contagiato più di 18 mila persone. Il porporato, latore della solidarietà del Papa e di tutta la Chiesa, arriverà martedì nella capitale della Sierra Leone accompagnato da monsignor Robert J. Vitillo, consulente speciale per la salute della Caritas Internationalis.

La Cei, attraverso il Servizio per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo, ha stanziato un milione di euro per contribuire alle attività di contrasto all’espansione del virus ebola: il progetto, proposto da Caritas Italiana e dagli organismi che ad essa si affiancano nella piattaforma “Fratelli d’Ebola”, riguarda i Paesi maggiormente colpiti – Guinea Conakry, Liberia e Sierra Leone – con sistemi sanitari fragili, spesso privi delle attrezzature e dei medicinali di base e pochi medici rispetto alla popolazione.

L’epidemia, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è ancora oggi fuori controllo. Anche Papa Francesco ha sottolineato l’importanza di un intervento della comunità internazionale: nell’udienza dello scorso 29 ottobre ha chiesto che “metta in atto ogni necessario sforzo per debellare questo virus e alleviare concretamente i disagi e le sofferenze di quanti sono così duramente provati”.

Il progetto coordinato da Caritas Italiana – che ha la durata di 12 mesi – affronta una risposta umanitaria che spazia dal livello sanitario a quello sociale.

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