E’ morta sr. Fabrizia Zaffanella

Era poco più che una bambina Carmen Zaffanella, quando il 1 ottobre 1961 chiese di essere ammessa tra le Figlie di Maria Missionarie, suore semplici e infaticabili fondate da don Giacinto Bianchi, quel sacerdote che come lei era di Villa Pasquali. Aveva solo 14 anni e mezzo, essendo nata a il 30 marzo 1947. Neanche un anno dopo a Massa vestì l’abito e prese il nome di Sr. Fabrizia. Il 15 agosto 1963 fece la prima professione religiosa e poi iniziò a seguire il corso magistrale. Intanto si preparava anche alla professione perpetua, che emise il 15 agosto 1968. Il suo servizio alla congregazione cominciò con l’insegnamento nella scuole elementari a Massa e per qualche tempo anche a Roma, poiché i superiori vollero che si iscrivesse all’Università, riconoscendo in lei un’intelligenza vivace e un autentico interesse per la cultura e per l’arte. Nel 1974 fu chiamata definitivamente a Roma, dove continuò ad insegnare e a studiare. Suor Fabrizia era una vera educatrice: instancabile, attenta, generosa. Era capace di attrarre i suoi piccoli alunni la mattina e di coinvolgere i giovani della parrocchia della Trasfigurazione nel pomeriggio, lasciando in molti la memoria viva di una strada percorsa insieme nell’avventura della conoscenza e nella gioia della fede.

Poi venne un periodo difficile ed esaltante nel quale la congregazione trovò finalmente il modo per mettere a frutto la sua originaria vocazione missionaria a lungo custodita. Suor Fabrizia non fece mancare la sua pronta adesione, poiché l’Africa, con la sua struggente bellezza e le sue enormi contraddizioni, aveva conquistato nel suo cuore uno spazio sempre più grande. Con speranza ed entusiasmo partì nel 1980 con le prime Figlie di Maria Missionarie dirette a Bangui, nel cuore del grande continente, nella capitale della Repubblica Centrafricana.

Alla sua passione per i giovani e l’educazione si apriva ora una prospettiva molto più grande, piena di difficoltà diverse che affrontava con coraggio e intelligenza. Non bastava più garantire un’istruzione ad un popolo oppresso, privato dei diritti, soffocato in una povertà incredibile. La sua nuova missione era di ricostituire la dignità di ogni persona affidata alla sua responsabilità, per far sorgere un nucleo di umanità nuova che fosse un segno e una speranza. Furono otto anni vissuti intensamente, durante i quali suor Fabrizia diede il meglio di sé, senza risparmiarsi e rischiando in prima persona nella sfida lucida e coraggiosa per il bene dei suoi amati centrafricani.

Tornata in Italia nel 1988, trovò una situazione molto cambiata, nella società e nella scuola. Non era facile distinguere nei giovani i fermenti desiderosi di bene tra tante insofferenze gridate a squarciagola, ma suor Fabrizia si rimise di nuovo in gioco. Si offrì con la sua saggezza e la sua pazienza, cominciò a costruire rapporti semplici e solidi con tanti studenti e con le loro famiglie, in un’amicizia autentica e in condivisione di vita e fede. Tornata a Villa Pasquali nel 1994, continuò ad insegnare religione nel liceo di Reggio Emilia e collaborò attivamente con il Centro Missionario Diocesano. Restò fra i suoi ragazzi fino ad anno fa, quando la malattia cominciò ad avere il definitivo sopravvento sul suo fisico esile e forte.

Gli ultimi mesi li ha vissuti come la prova più dura, tra dolori indicibili affrontati con una lucida volontà e con la certezza della fede in Cristo. Il 10 ottobre è tornata alla casa del Padre.

Mons. Emilio Landini la ricorda «generosa, dinamica, in cammino sempre con passo veloce». È un ritratto fedele e vivo di sr. Fabrizia, dell’impegno e della letizia con cui ha vissuto come donna, cristiana e consacrata.

Suor Antonietta Papa

segretaria generale Figlie di Maria Missionarie

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