Delusione per le Linee guida sulla scuola: «Non c’è nulla di nuovo»

Mascherine soltanto per il personale e gli alunni fragili, frequente ricambio d’aria nelle aule e sanificazione degli ambienti. Queste, in sintesi, le misure contenute nelle linee guida per il rientro a scuola a settembre, elaborate dall’Istituto superiore di Sanità, con i ministeri di Salute e Istruzione e la Conferenza delle Regioni e Province autonome. Come già anticipato da Avvenire venerdì, la ripresa delle lezioni avverrà, dunque, senza mascherina, senza distanziamento e ingressi scaglionati, misure previste dalle ultime linee guida del governo, che scadranno il 31 agosto. Queste precauzioni, lo annunciano le stesse “Indicazioni strategiche” pubblicate l’altro giorno, potrebbero però ritornare in caso di aumento dei contagi. Resta sempre vietato l’ingresso a scuola a chi ha sintomi riconducibili al Covid (come tosse e raffreddore), a chi ha una temperatura superiore a 37,7 gradi e, naturalmente, a chi ha un tampone positivo. Gli studenti che presentano sintomi ma non hanno la febbre, possono frequentare in presenza indossando la mascherina Ffp2.

«Nulla di nuovo sotto il sole», commenta il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, che già l’altro giorno, su queste colonne, ha manifestato le perplessità della categoria per i ritardi accumulati, soprattutto sul tema della ventilazione meccanica delle aule. Anche le recentissime Linee guida del governo sugli «standard minimi di qualità dell’aria negli ambienti scolastici », condivise con gli esperti dell’Iss e pubblicate mercoledì sulla Gazzetta Ufficiale, indicano nel “protocollo finestre aperte” la principale forma di precauzione contro la diffusione del virus. Esattamente come all’inizio della pandemia, tre anni scolastici fa. «Quella che poteva essere la novità della ventilazione forzata di fatto non è stata realizzata anche perché sarebbero servite ingentissime risorse economiche – ricorda Giannelli –. Quindi queste linee guida raccomandano ciò che già sappiamo», sottolinea il dirigente scolastico.

Anche per Attilio Fratta, presidente nazionale di Dirigentiscuola le linee guida «non dicono niente di nuovo. Abbiamo le migliori leggi e le peggiori scuole. Si è fatto pochissimo e tra il dire e il fare solo tante chiacchiere».

«Poteva essere una cosa molto più semplice e lineare», fa notare la presidente dell’Andis, Paola Bartoletto. Che, però, almeno un aspetto positivo lo trova. «Nelle linee guida non si parla di tracciamento e questo è un grosso sollievo», aggiunge la dirigente scolastica. La quale, però, lamenta che «mancano ancora le linee guida per i più piccoli, non si sa nulla per i bambini sotto i 6 anni. Speriamo arrivino presto». Cita il “Gattopardo”, Matteo Bassetti, infettivologo del “San Martino” di Genova, secondo cui queste “nuove” linee guida «cambiano tutto per non cambiare niente». «La circolare è sibillina e non chiara – commenta Bassetti –: si parla di quadro epidemiologico e si lascia ampiamente discrezionalità alle scuole che, per evitare di prendersi la responsabilità, faranno utilizzare le mascherine agli alunni esattamente come nel 2020 e nel 2021». In sostanza, secondo Bassetti «è rimasto tutto come era. Siamo davanti alla classica “cosa all’italiana” dove si dice una cosa e se ne fa un’altra. Che le cose siano cambiate per gli alunni è una balla detta in chiave elettorale – riprende caustico l’infettivologo ligure –. Bisognava essere più chiari come nel resto d’Europa dove i ragazzi non mettono le protezioni – conclude –. Seguendo il metro delle infezioni da ottobre c’è il rischio di rivedere le mascherine fisse, anche perché ci sarà un aumento fisiologico dei contagi al 100%».

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La reazione dei presidi all’indomani della pubblicazione del documento dell’Iss: «Manca la ventilazione». Timori sul boom di casi a ottobre

La scuola ricomincerà senza mascherine/ Ansa