Crisi di governo, Famiglia Cristiana: “Vincerà il buon senso”?

Crisi di governo, Famiglia Cristiana:

«È preoccupante apprestarci a vivere una campagna elettorale, che durerà fino alle elezioni del 25 settembre, e una successiva fase di governo, dove un risuscitato populismo rischia di distrarre dai veri problemi dell’Italia». Sul n. 31 di Famiglia Cristiana, in edicola dal 28 luglio, nella rubrica Colloqui col padre il direttore, don Stefano Stimamiglio, risponde a due lettrici («due tra le tante lettere giunte in redazione») sulle imminenti elezioni politiche.

Per il direttore del settimanale cattolico, populismo e astensionismo sono i due veri problemi su cui riflettere. «Il populismo, infatti, è uno dei nodi fondamentali dell’attuale fase politica, non solo in Italia. Esso non rappresenta niente di nuovo – sia chiaro –: riemerge regolarmente come un mostro nei momenti faticosi della storia, cavalcando crisi politiche ed economiche, proponendo facili soluzioni a colpi di spugna e giocando sulla memoria corta dei cittadini. Riusciranno i partiti a resistere alla tentazione di caderci dentro?»

«L’altra faccia del problema, però, sono gli elettori», prosegue don Stimamiglio: «Il 25 settembre troveranno motivazioni sufficienti per andare a votare andando in controtendenza rispetto alle ultime elezioni amministrative di giugno, in cui hanno votato solo il 54% degli aventi diritto? Avranno discernimento sufficiente per esprimere un governo credibile per il nostro Paese?»

In generale, don Stimamiglio fa sua l’analisi del politologo gesuita padre Francesco Occhetta: «Conte ha aperto la crisi, Salvini l’ha cavalcata, Meloni l’ha capitalizzata e Berlusconi l’ha avvallata, svuotando per sempre le attese moderate e liberali di cui Forza Italia era portatrice. È stato sacrificato così Mario Draghi, il presidente riformatore che, nei suoi 523 giorni di governo, ha svolto il ruolo di garante del Paese grazie a tre caratteristiche determinanti: credibilità, competenza e rigore morale».
Adista