CRACOVIA2016 Monsignor Galantino: su “Avvenire”, “la Gmg non è una gabbia dorata riservata ai giovani ma una provocazione per tutti”

“Se vogliamo, desideriamo, speriamo che i giovani leghino la propria esistenza alla vicenda di Gesù e al Vangelo, dobbiamo avere la coerenza di chiederci come la viviamo noi adulti; padri e madri chiamati a essere per loro i primi testimoni di fede”. Lo afferma monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, in un intervento riguardante la Giornata mondiale della gioventù (Gmg) pubblicato ieri dal quotidiano “Avvenire”. Per mons. Galantino “sarebbe uno spreco considerare la Gmg una ‘gabbia dorata’ riservata ai giovani” perché invece “rimane una provocazione per tutti”. “La loro capacità di creare empatia, l’entusiasmo nell’incontro fra persone che appartengono a lingue e culture diverse, il senso così profondo dell’affidamento e dell’amicizia sincera con il Signore e fra di loro – osserva il segretario generale della Cei – ci dicono che è ancora possibile un’umanità fraterna che nasce attorno alla Croce di Gesù”. “A patto che tutto questo diventi un impegno per tutti, nessuno escluso”, osserva Galantino, per il quale “questa sarà una Gmg che, pur ripartendo dalla terra del Papa che l’ha inventata, avrà caratteri davvero nuovi e inediti”. “È la prima vera Gmg di Papa Francesco, con la prima vera generazione di nativi digitali e di giovani che riconoscono sempre meno la Chiesa nelle sue strutture e dichiarano sempre più la loro ammirazione per i testimoni credibili”. “Primo fra tutti proprio Papa Francesco”, aggiunge Galantino, per il quale “il legame di amicizia e stima reciproca fra il Papa e i giovani è assicurato”. Poiché “il Vangelo esige una quotidiana fraternità che si esprime nel modo di vivere la città, la storia, la convivenza umana”, riconosce Galantino, “se ci sta ancora a cuore la vita dei nostri figli e la presenza del Vangelo nel mondo, non possiamo lasciare che tutto questo sia un peso caricato sulle spalle di un uomo solo”. Per questo “la sua autenticità e il suo entusiasmo ci chiamano a condividere la fede di fronte a questi giovani e al mondo intero”, conclude.

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