Covid. Contagi e reinfezioni. Perché il virus adesso corre?

L’effetto delle sottovarianti di Omicron si fa sentire, complice la perdita di efficacia dei vaccini nel prevenire le infezioni. Ospedali sotto controllo, ma la vera incognita è l’autunno
Turisti affollano le vie attorno al Colosseo, a Roma

Turisti affollano le vie attorno al Colosseo, a Roma – Ansa

Avvenire

Col tempismo, in fatto di gestione della pandemia, il nostro Paese deve senz’altro ancora fare i conti. E così succede – niente di sorprendente, visto quello che ormai da un paio di settimane si registrava nel resto d’Europa – che proprio nei giorni in cui sono venute meno anche le ultime restrizioni, prima fra tutte l’obbligo di mascherina nei luoghi al chiuso, il virus s’è rimesso a correre. I dati parlano chiaro e ripetono un copione già visto e rivisto nel corso degli ultimi due anni: dopo due mesi di sostanziale calo dei contagi, con una boccata di ossigeno per il sistema sanitario, ecco i parametri risalire a vista d’occhio. Proprio a cominciare dai nuovi contagi, che negli ultimi sette giorni sono lievitati di oltre il 47%, tornando a segnare un tasso di positività medio del 18%. Alto, per la stagione estiva, che ci aveva abituati (complice la vita all’aperto) a valori decisamente più contenuti.

Il Covid non è cambiato, e per fortuna verrebbe da dire, visto che le sottovarianti di Omicron ormai dilaganti (Ba.4 e Ba.5 in particolare) si presentano con sintomi decisamente meno preoccupanti, anche grazie alla percentuale altissima di persone vaccinate. Sono però, ormai lo abbiamo imparato, più contagiose e nella graduale perdita di efficacia di quegli stessi vaccini che le rendono meno temibili trovano – sembra una beffa – il loro principale punto di forza. È utile, da questo punto di vista, far un quadro della situazione: nel nostro Paese risultano vaccinate quasi 50 milioni di persone, ovvero l’84% della popolazione. Il numero scende a 39 milioni se si considera anche la terza dose (il 67% della popolazione), che la stragrande maggioranza ha ricevuto tra la fine del 2021 e i primi due mesi del 2022. Ovvero oltre 120 giorni fa. Tutto bene sul fronte della protezione da casi di malattia severa, visto che l’efficacia del vaccino antiCovid nel prevenirli viaggia all’87% nei vaccinati che hanno ricevuto il booster da oltre 120 giorni e al 71% in quelli che hanno ricevuto solo due dosi (i dati sono quelli diffusi proprio ieri nel Report settimanale dell’Istituto superiore di sanità). Nel prevenire l’infezione, tuttavia, i vaccini mostrano qualche limite in più, fermandosi al 55% dei casi oltre 120 giorni nei soggetti con booster e al 46% in quelli con due dosi. Come dire: il contagio da Covid, seppur non severo grazie ai vaccini, può attingere in questo momento a una platea di quasi la metà dei vaccinati. Tra i 20 e i 25 milioni di italiani, a cui vanno aggiunti i non vaccinati (oltre 5 milioni) e una parte crescente di chi il Covid lo ha già fatto, in un’altra variante, e con Omicron 5 si reinfetta (questa settimana è successo in oltre il 7% dei casi).

Non stupisce, dunque, che si torni a bollettini da oltre 30mila casi al giorno (ieri 34.978) e che nei prossimi giorni questi numeri possano salire anche di molto, complice il ritorno alla normalità nella vita sociale, i numerosi eventi che comportano assembramenti (feste, concerti, eventi sportivi, matrimoni) e ora la quasi scomparsa delle mascherine. Il parametro “osservato speciale” resta come sempre quello delle ospedalizzazioni, segnale della pressione a cui è sottoposto il sistema sanitario nazionale: i numeri per ora restano sotto controllo (le terapie intensive restano sotto quota 200, i ricoveri ordinari appena sopra 4mila) e gli esperti sono ottimisti, nonostante la quarta dose per i fragili e gli anziani (quelli più a rischio di contrarre una forma grave e di morire) sia ferma al palo dell’1,92% della popolazione. L’incognita vera, invece, è l’autunno. Non così lontano. Servirà arrivare preparati, con un sistema si tracciamento in ripresa dopo la “pausa estiva” (i tamponi sono ai minimi ormai da giorni, sotto quota 200mila) e una risposta sul nuovo vaccino a cui quasi sicuramente dovremo sottoporci: ci sarà? Quale? Sarà proposto o imposto? E in che tempistiche?