DI FULVIO DE GIORGI
Qual è il passo storico dei grandi Concili? Nel ’500 Trento avviò, in diverse direzioni, una profonda opera di Riforma cattolica: fondamentalmente incentrata sul clero.
Oggi sappiamo che quell’opera incise per secoli. Ma non fu un processo facile e veloce: dopo un primo forte avvio, carico di entusiasmo, vi furono momenti di stanchezza e sfiducia, in cui la spinta riformatrice parve spegnersi. Ecco allora – proprio in quei momenti – pastori e laici, santi e mistici che ridiedero slancio. E oggi gli storici parlano di «ripresa tridentina».
Anche il Vaticano II ha avviato non – come ha ben osservato Benedetto XVI – una frattura nella storia della Chiesa, ma un vero e profondo movimento di auto-riforma: fondamentalmente incentrato sul laicato. Dopo qualche decennio di slancio, oggi sembra si sia in un punto morto, tra stanchezze e incertezze. Perciò il Papa ha recentemente esortato i vescovi italiani: «Siete chiamati a riflettere sulla vita e sul rinnovamento dell’azione pastorale della Chiesa […] in continuità con il cammino del Vaticano II». Ecco in effetti la priorità ecclesiale di questo momento: riprendere (e rilanciare con convinto entusiasmo) il Vaticano II. Questo è anche il fine ultimo che ha condotto un variegato collegamento di fedeli (individualmente e più spesso in gruppo) a un serio impegno di riappropriazione storica del Concilio, a partire dalla prima idea – formulata da Giovanni XXIII – e ripercorrendone passo passo il cammino, seguendone gli anniversari cinquantennali, che in questo periodo (dal 2008-09 al 2015, almeno) stiamo vivendo. A partire dalla lettura complessiva del Concilio a suo tempo formulata da Dossetti, Gigi Pedrazzi, da Bologna, è stato il punto di riferimento telematico di una rete che ha prodotto iniziative in 13 regioni italiane, scambiandosi pensieri e riflessioni: una rete che comprende – per fare qualche esempio – il gruppo trentino del «Margine» e la Rosa Bianca, il Masci di Sammartini e il gruppo Dozza di Bologna, le famiglie della parrocchia San Giuseppe di Saronno e il consiglio pastorale di Santa Angela Merici a Milano. Una rete che continua a crescere. Per darle ulteriore slancio, tutto il materiale scambiato in Rete (anche quello di carattere più «privato»: ansie, preoccupazioni, sfoghi…) è stato pubblicato in un volume significativamente edito insieme da Il Mulino (di ascendenza cattolica) e dalla Claudiana (protestante), con introduzione di Maria Bonafede, moderatrice della Tavola valdese. Emerge così un cammino di studio, non accademico ma vivo, e anche «penitenziale»: per riflettere su ciò che si è lasciato cadere e per impegnare le coscienze.
Luigi Pedrazzi (a cura di)
VATICANO II IN RETE
Il nostro ’58
Il Mulino– Claudiana Pagine 360. Euro 26,00.
Qual è il passo storico dei grandi Concili? Nel ’500 Trento avviò, in diverse direzioni, una profonda opera di Riforma cattolica: fondamentalmente incentrata sul clero.
Oggi sappiamo che quell’opera incise per secoli. Ma non fu un processo facile e veloce: dopo un primo forte avvio, carico di entusiasmo, vi furono momenti di stanchezza e sfiducia, in cui la spinta riformatrice parve spegnersi. Ecco allora – proprio in quei momenti – pastori e laici, santi e mistici che ridiedero slancio. E oggi gli storici parlano di «ripresa tridentina».
Anche il Vaticano II ha avviato non – come ha ben osservato Benedetto XVI – una frattura nella storia della Chiesa, ma un vero e profondo movimento di auto-riforma: fondamentalmente incentrato sul laicato. Dopo qualche decennio di slancio, oggi sembra si sia in un punto morto, tra stanchezze e incertezze. Perciò il Papa ha recentemente esortato i vescovi italiani: «Siete chiamati a riflettere sulla vita e sul rinnovamento dell’azione pastorale della Chiesa […] in continuità con il cammino del Vaticano II». Ecco in effetti la priorità ecclesiale di questo momento: riprendere (e rilanciare con convinto entusiasmo) il Vaticano II. Questo è anche il fine ultimo che ha condotto un variegato collegamento di fedeli (individualmente e più spesso in gruppo) a un serio impegno di riappropriazione storica del Concilio, a partire dalla prima idea – formulata da Giovanni XXIII – e ripercorrendone passo passo il cammino, seguendone gli anniversari cinquantennali, che in questo periodo (dal 2008-09 al 2015, almeno) stiamo vivendo. A partire dalla lettura complessiva del Concilio a suo tempo formulata da Dossetti, Gigi Pedrazzi, da Bologna, è stato il punto di riferimento telematico di una rete che ha prodotto iniziative in 13 regioni italiane, scambiandosi pensieri e riflessioni: una rete che comprende – per fare qualche esempio – il gruppo trentino del «Margine» e la Rosa Bianca, il Masci di Sammartini e il gruppo Dozza di Bologna, le famiglie della parrocchia San Giuseppe di Saronno e il consiglio pastorale di Santa Angela Merici a Milano. Una rete che continua a crescere. Per darle ulteriore slancio, tutto il materiale scambiato in Rete (anche quello di carattere più «privato»: ansie, preoccupazioni, sfoghi…) è stato pubblicato in un volume significativamente edito insieme da Il Mulino (di ascendenza cattolica) e dalla Claudiana (protestante), con introduzione di Maria Bonafede, moderatrice della Tavola valdese. Emerge così un cammino di studio, non accademico ma vivo, e anche «penitenziale»: per riflettere su ciò che si è lasciato cadere e per impegnare le coscienze.
Luigi Pedrazzi (a cura di)
VATICANO II IN RETE
Il nostro ’58
Il Mulino– Claudiana Pagine 360. Euro 26,00.
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