Commento su Mt 5,17-37

Da “Le luci del sabato” Domenico Machetta ©Elledici
Commento su Mt 5,17-37
Nell’A.T. Dio si rivelava per gradi, con pazienza infinita.
Era già tanto dire: «occhio per occhio e dente per dente» in un mondo in cui esisteva un certo tipo di vendetta!
Gesù «compie» la rivelazione: il piano della giustizia si realizza pienamente in Cristo.
«Non pensate che io sia venuto ad abolire la legge: neppure un jota o un segno (in ebraico jod è un cornetto piccolo…)».
Gesù compie la legge, superandola: il superamento è in quel «ma io vi dico».
«Avete udito che fu detto agli antichi…».
Fu detto. Da chi?
Da Dio. È un passivo teologico.
«Ma io vi dico…». Gesù si sostituisce a Dio. Chi mai avrebbe potuto farlo? È come perdonare i peccati. Sono prerogative divine. Gesù dunque si presenta come Dio, come legislatore!
Nel discorso della montagna Gesù ci dà il suo programma.
Di fronte alla legge antica uno poteva correre il rischio di sentirsi a posto; ora no. Di fronte alle «Beatitudini» non si può dire: Signore, io queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza.
Qui la meta è irraggiungibile: «Siate perfetti come perfetto è il Padre vostro che è nei cieli».
Gesù va alla radice con quel «ma io vi dico».
Per esempio, il comandamento di «non uccidere» ha come radice l’ira! È l’ira che bisogna distruggere sul nascere.
La «non violenza» parte di qui. Il Vangelo ci indica «l’Everest» dell’amore: odiare il peccato e amare il peccatore, con l’amore con cui lo ama Gesù, che è morto per tutti.
Amatevi «come io» vi ho amati.
Naturalmente, questo tipo di amore, gratuito, disinteressato, universale, l’uomo da solo non può darselo, può solo riceverlo.
E questo servirà per tutto il resto: per la riconciliazione con il fratello prima di presentarsi davanti al Signore, per l’adulterio, per lo scandalo, per il giuramento (perché non giurare? Perché il giuramento è segno di diffidenza, e se c’è diffidenza non c’è amore).
Tutto quello che faccio corrisponda al mio intimo! Noi in fin dei conti siamo dei grandi dissociati! Chi si avvicina a Dio diventa «uno» dentro: pensiero, parola e azione sono in piena sintonia.
Unità dell’essere!
I veri unificati, ricuperati a se stessi, sono i santi.
Il discorso della montagna, in sostanza, è il ritratto di Gesù.
E non basta fuggire il peccato. Bisogna fuggire le occasioni!
«Se il tuo occhio è occasione di scandalo, cavalo. Se la tua mano…». E nessuno si senta «vaccinato». Certe cose sono sporche per tutti, non solo per i bambini! Via le maschere!
Certi demoni si scacciano solo con la preghiera e il digiuno.
Senza tagli sanguinosi non si cresce.
In questa domenica non possiamo uscire dalla Messa senza un serio esame di coscienza su queste antiche terapie evangeliche.