Commento alle letture della IV Domenica di Avvento di don Fabrizio Crotti

L’episodio della visitazione è certamente teofanico: una manifestazione di Gesù e di Maria: meglio di Gesù attraverso Maria.
Oggetto primario della rivelazione è Gesù. A Lui conducono sia il sobbalzo di gioia di Giovanni, sia le parole di Elisabetta a Maria, sia la venuta dello Spirito. Ma oggetto della rivelazione è anche Maria, nel suo duplice aspetto di madre e di credente. Maria è visibile sulla scena: Gesù è nascosto in lei. Gesù è qui presente e attivo, ma nascosto all’ombra della madre. Poi, in tutto il vangelo, sarà la Madre a camminare all’ombra del Figlio, come discepola.
Perché si recò da Elisabetta? La serva del Signore si fa serva degli uomini, come è nella logica del vangelo, dove l’amore di Dio si dimostra e si verifica nell’amore del prossimo. Si noti che l’attenzione caritativa di Maria si trasforma in un viaggio Missionario: “Maria va per fare del bene e finisce per portare Cristo”. Maria si reca da Elisabetta anche nel desiderio di osservare il segno che l’angelo le ha indicato (1,36). Diversamente da Zaccaria non ha chiesto un segno (1,18), tuttavia il segno le è stato dato. Una volta che è stato dato, occorre osservarlo. L’indicazione dell’angelo nasconde un invito. Il segno e la sua verifica fanno parte della logica della rivelazione. Dio mostra la sua verità ma non vuole che l’assenso avvenga al buio. Maria è Theofora, portatrice di gioia in quel bimbo ancora celato nel suo grembo; avendo però creduto può già costatare quanto Dio tenga alla realizzazione della sua promessa. La fede di Maria si manifesta anche nell’andare da Elisabetta, non solo per premura verso di lei ma anche per contemplare quanto Dio sta facendo negli altri. Mentre dona all’umanità il figlio di Dio, Maria insegna anche a rispondere con fede all’offerta divina, con fede e umiltà: ”ha guardato alla bassezza della sua serva”.

don Fabrizio Crotti

19 Dicembre 2012