Commento al Vangelo Domenica 17 Gennaio 2016 brano Gv 2,1-11

Nell’anno C si legge Luca, ma nella 2ª domenica del tempo ordinario la Chiesa propone sempre, come Vangelo, un testo appartenente alla sezione iniziale di Giovanni.
È quasi un lancio del tempo «per annum». Quest’anno leggiamo le nozze di Cana, che si trova in una collocazione strategica del Vangelo di Giovanni: è messo al termine di una settimana che richiama la settimana della creazione.
È interessante notare questi sette giorni in cui vengono dati a Gesù sette titoli cristologici che saranno ripresi nel Vangelo:

  1. Agnello di Dio
  2. Rabbì
  3. Il Messia
  4. Colui del quale hanno scritto Mosè nella legge e i Profeti
  5. Il Figlio di Dio
  6. Il re d’Israele
  7. Il Figlio dell’uomo

A Cana «Gesù manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui». Cana è l’inizio dei segni. Il libro dei segni va fino al cap. 12, poi parte il libro dell’ora («È giunta l’ora»). Ma proprio di questa ora si parla qui a Cana: c’è una Donna che fa anticipare l’ora.
Il Vangelo di Giovanni è stato scritto «perché crediamo che Gesù è il Messia, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiamo la vita nel suo nome» come dice Giovanni nella prima conclusione del suo Vangelo. E qui a Cana il testo conclude così: «Gesù manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui». È dunque anticipato tutto nell’evento di Cana. È anticipata la Pasqua. C’è il tono pasquale dalle prime battute: «Il terzo giorno ci fu uno sposalizio a Cana». Sappiamo che cosa significa questa espressione (il terzo giorno, tertia die) per i primi cristiani.
C’è la Donna nuova, perché c’è la creazione nuova. Non dimentichiamo il modo tipico di raccontare di Giovanni. Al di dentro del fatto c’è sempre una notizia teologica. Ricordiamo solo i punti fondamentali. Emerge subito un dato molto importante: Giovanni inquadra tutta la vita pubblica di Gesù tra due scene in cui è presente Maria: Cana e il Golgota. Due scene ecclesiali. A Cana Gesù dà inizio ai segni e manifesta la sua gloria, avviando il cammino di fede dei suoi discepoli. Sul Golgota c’è per Giovanni l’atto di nascita della Chiesa: il modo di descrivere la morte fa supporre l’effusione dello Spirito. Intanto Maria in Giovanni non è chiamata con il suo nome: è la «Madre di Gesù», è la «Donna» della nuova creazione.
Cosa vuol dirci Giovanni con le nozze di Cana? Oggi, in questa 2ª domenica «per annum» c’è il tema nuziale, come si nota anche nella 1ª lettura che è sempre in collegamento con il Vangelo. La 1ª lettura è una specie di Cantico dei Cantici all’interno del Terzo-Isaia.
Ma chi sono gli sposi? I veri sposi di Cana chi sono?
La 1ª lettura dice che il Signore gioisce per Gerusalemme come lo sposo gioisce per la sposa: conosciamo questo magnifico cantico, perché ricorre sovente nell’Ufficio. Gesù è lo sposo. Nozze dunque, ma nozze senza vino: «Non hanno vino» (non: «Non hanno più vino»). Le nozze, il banchetto, e in particolare il vino, nella letteratura biblica sono molte volte elementi messianici.
Il 1° segno avviene sull’acqua che serviva per la purificazione dei giudei (interessante il particolare di tipo religioso). L’acqua non viene sostituita, ma trasformata. La Torah, l’AT non viene sostituito, ma trova il suo «compimento» nel banchetto del Regno.
«Riempite d’acqua le giare». «E le riempirono fino all’orlo». È l’abbondanza dei tempi messianici, come nella moltiplicazione dei pani. Sei giare contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. Dunque 600-700 litri!
«Non hanno vino» dice la Madre. La risposta di Gesù (intraducibile nelle nostre lingue) non è sgarbata, ma indica un rifiuto. Che cos’è avvenuto dunque? Una creatura prevale su Dio! Gesù dice: «Non è ancora giunta la mia ora». E Maria, senza una piega, con molta calma e sicurezza, dice ai discepoli: «Fate ciò che lui vi dirà». C’è un’intesa profonda, segreta, tra Gesù e sua madre che in quel momento diventa potentissima sul cuore del Figlio (per un piano misterioso di Dio!).
Maria è la Chiesa-Sposa, Maria è la Madre, la «Donna della risurrezione», che anticipa i tempi dello Spirito (su di lei la Pentecoste è già avvenuta): capisce la volontà del Figlio, vede il suo cuore, e vede le necessità dell’uomo.
La Chiesa attraverso la Liturgia, attraverso il mistero dell’Eucaristia, vive ciò che è espresso nel mistero di Cana. Quel «vino nuovo» è legato a una obbedienza: «Fate ciò che lui vi dirà». È la parola dominante in questa domenica. La voce di Maria, la Madre, continua ogni giorno a risuonare nel nostro intimo. «Fate ciò che lui vi dirà». A Cana emerge il modo di essere di Maria: l’attenzione, qualità primaria di una vera donna. Maria nei miei confronti è attenta!
Maria ci porta a Gesù, ci prepara ad incontrare Gesù. Pensiamo al ruolo del sabato nella tradizione della Chiesa, come preparazione al Giorno del Signore. Per questo il sabato è un giorno particolare dedicato a Maria.

fonte: http://www.elledici.org/