Collegio cardinalizio, ecco come “cambierà” nei prossimi mesi

Avvenire

Ieri ha compiuto 80 anni il porporato irlandese Sean Baptist Brady, arcivescovo di Armagh dal 1996 al 2014, creato cardinale da Benedetto XVI nel novembre 2007. Ordinato sacerdote a Roma nel 1964 Brady si è laureato in diritto canonico presso la Pontificia Università Lateranense nel 1967. Il suo primo incarico è stato quello di docente presso il St. Patrick’s college di Cavan, dal 1967 al 1980, quando è stato nominato vice rettore del Pontificio Collegio Irlandese a Roma. Nel 1987 è diventato rettore del medesimo Collegio, incarico che ha mantenuto fino al 1993, quando è ritornato in Irlanda per diventare parroco. Nel dicembre 1994 è stato nominato arcivescovo coadiutore di Armagh e ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 19 febbraio 1995. Quando il cardinale Daly, il 1° ottobre 1996, ha presentato la rinuncia al governo pastorale, gli è succeduto come arcivescovo di Armagh e Primate di tutta l’Irlanda. Dall’ottobre 1996 al settembre 2014 è stato anche presidente della Conferenza episcopale irlandese.

Con gli 80 anni di Brady il numero dei cardinali elettori scende a 118 su 216 (di cui 72 creati da ciascuno degli ultimi tre Pontefici). Dei “votanti” 57 sono quelli creati da Francesco, 43 da Benedetto XVI e 18 da Giovanni Paolo II. Tra i votanti ci sono ora 50 europei (di cui 22 italiani), 21 latinoamericani, 12 nordamericani, 16 africani, 15 asiatici e 4 dell’Oceania. I curiali e quelli residenti a Roma sono 27 (tra cui 11 italiani), mentre i “religiosi” sono 23 (di cui 4 della congregazione salesiana, la più rappresentata; seguono con 2 ciascuna i gesuiti, i domenicani e gli spiritani). Dopo l’Italia le nazioni con più porporati sono gli Stati Uniti (9), Spagna (5) e poi Brasile, Francia, India e Polonia (4 ciascuno). Canada, Germania e Messico ne hanno 3, mentre ne contano 2 Argentina, Perù, Portogallo e Venezuela. L’Irlanda non ha più cardinali elettori.

Da qui a fine anno ci saranno altri quattro cardinali che supereranno gli 80 anni: l’africano Laurent Monsengwo Pasinya il 7 ottobre; il polacco Zenon Grocholewski l’11 ottobre; l’italiano Edoardo Menichelli il 14 ottobre; e l’indiano Telesphore Placidus Toppo il 15 ottobre. E saranno in quattro a farlo nel corso del prossimo anno: il libanese Bechara Boutros Rai il 25 febbraio; gli italiani Agostino Vallini il 17 aprile e Lorenzo Baldisseri il 29 settembre; lo statunitense Donald William Wuerl il 12 novembre.
Tenendo conto del limite di 120 cardinali votanti stabilito da Paolo VI e confermato (ma più volte superato) dai successori, a fine anno quindi ci saranno (almeno) sei “posti liberi” per un eventuale Concistoro (ma la data classica della solennità di Cristo Re, il 24 novembre, cade durante il viaggio in Thailandia e Giappone, tuttavia non ancora confermato ufficialmente), “posti liberi” che saliranno ad (almeno) dieci nel 2020.