Chiesa. Il Teologo: A quando il nuovo Padre nostro?

Perché le modifiche introdotte dalla Cei al testo italiano del Padre nostro («non abbandonarci alla tentazione») e all’Ave Maria («del tuo grembo») non sono state ancora introdotte ovunque per i fedeli?

Aurelio V.

La nuova traduzione della Bibbia (2008) ha cercato di ovviare al malinteso che la lingua italiana poteva generare attraverso il verbo “indurre” (spingere, istigare). La nuova traduzione interpreta in modo più comprensibile l’espressione del Padre nostro alla luce dell’azione globale di Dio nei confronti dell’uomo. Questa modifica entrerà in vigore per tutti e contemporaneamente soltanto con la prossima pubblicazione della terza edizione italiana del Messale Romano (forse nel corso del 2013).

Nell’Ave Maria l’espressione «tuo grembo » era già presente nella precedente traduzione (1971). È stato invece cambiato il testo biblico del saluto angelico: «Rallegrati, piena di grazia». Mentre è più che opportuno che il Padre nostro, l’unica preghiera insegnata da Gesù, si adegui al testo biblico, l’Ave Maria, invece, resterà quasi sicuramente come ce l’ha trasmessa la secolare tradizione a partire dalla più antica traduzione latina dei Vangeli («Ave»), anche se l’attuale traduzione del testo biblico è certamente più corretta e più significativa.

Silvano Sirboni