Che cosa ci dice la storia su Gesù di Nazaret?

Nella serata del 26 aprile il professor Mauro Pesce è stato intervistato da don Daniele Moretto
 
Oltre 400 persone la sera di giovedì 26 aprile hanno assistito all’incontro d’esordio dei “Dialoghi in Cattedrale” 2012, sul tema generale “Incontrare oggi Gesù Cristo”. Era ospite il professor Mauro Pesce, classe 1941, originario di Genova, docente di Storia delle origini cristiane all’Università di Bologna, accompagnato in Duomo dalla moglie Adriana Destro, collega nel medesimo Ateneo, ove insegna Antropologia culturale.
Questo il titolo dell’appuntamento – “Che cosa ci dice la storia su Gesù di Nazaret?”
La serata si è sviluppata in due parti nettamente distinte. Nella prima il relatore in mezz’ora ha fatto un’escursione sui diversi percorsi, approcci e sulle questioni aperte intorno al “Gesù storico”. Questi i passi salienti del suo intervento.
Diversi sono i tratti del volto di Gesù a seconda delle fonti o delle metodologie di ricerca a cui ci si ispira. Diversità si riscontrano anche tra i quattro vangeli canonici, al punto che qualcuno ha concluso alla impossibilità di ricostruire con esattezza quando Gesù ha detto certe parole o compiuto determinate azioni, a motivo della tradizione unicamente orale che le avrebbe trasmesse ai tempi della prima Chiesa.
Nuove correnti, ha proseguito Pesce, hanno riaperto la questione della “discontinuità” tra il Messia e il cristianesimo come religione, ricollocando Gesù nel giudaismo. Oggi gli studiosi sono in fase di ripensamento. Il professor Pesce ha fornito un proprio tentativo di risposta nel libro “L’uomo Gesù”, scritto insieme alla moglie nel 2008, nel quale vengono prese in esame le pratiche di vita di Gesù, nella sua “esistenza incerta e itinerante”.
Nella seconda parte della serata è seguito un vivace confronto, suscitato dalle domande di Don Daniele Moretto, direttore dello Studio Teologico Interdiocesano di Reggio Emilia.
Il quale subito ha chiesto che valore ha questa ricerca storica, considerata la varietà delle conclusioni. Pesce ha riconosciuto che molti non credono esista una verità storica che si impone, in quanto tutto dipenderebbe dai presupposti di partenza (credenti o no). Ha poi aggiunto che comunque anche il credente che legge il Vangelo utilizza delle ricerche storiche. La soggettività della ricerca storica fa parte della soggettività della ricerca umana.
“La ricerca storica, ha ribattuto Moretto, allora è di tipo “probabilistico”, mentre talora sui media vengono presentate delle verità assolute sul vero volto di Gesù, ad esempio sulla base di un vangelo apocrifo. Risponde Pesce: “Tutta l’esperienza umana è basata su ipotesi”; come quando un ragazzo e una ragazza decidono di sposarsi impegnando la propria vita su una ipotesi.
Altra domanda di Don Moretto: Lo storico come individua l’attendibilità di scritti apocrifi a confronto di quelli canonici riconosciuti nella Chiesa? Risposta: coesisteva una quantità di scritti, dove uno si illumina alla luce dell’altro. Per esempio il Vangelo di Tommaso oggi è molto studiato.
Ribatte Moretto: Tutti questi scritti possono essere utili, ma non tutti sono uguali nel tratteggiare il volto di Gesù.
Interrogato sui motivi che hanno condotto alla condanna e quindi alla morte di Gesù, Pesce ha risposto francamente:“Su questo argomento non so rispondere”. Non ho delle certezze. Certo Gesù non fa azione politica.
Si arriva così alla questione cruciale: C’è continuità od opposizione fra il Gesù della storia e il
Cristo della fede? “E’ una domanda troppo difficile”, risponde Pesce. Lasciamo intatta la fede. Proviamo a trasformare la vita dei fedeli e delle istituzioni, seguendo la vita radicale di Gesù.
A conclusione della serata è intervenuto il Vescovo Caprioli sul rapporto fede e razionalità. “Il Vangelo è per tutti”, ha detto, “a partire dai credenti”, che non devono mai contrapporre la dimensione di fede all’identità “laica”, intesa come costante ricerca su Dio.”
La serata in cattedrale è stata quindi un confronto di alto profilo tra lo storico e il teologo.
 Il prossimo appuntamento in Cattedrale è per giovedì prossimo, 3 maggio, alle 21, per l’incontro con il teologo monsignor Severino Dianich, intervistato dalla giornalista di “Mondo e Missione” Anna Pozzi, su “Il Messia sconfitto: perché la morte di Gesù?”.