Notizie 24 Marzo 2022


Energia pulita. Fusione nucleare, riuscito l’esperimento della “svolta”

All’impianto sperimentale Jet, in Inghilterra, gli scienziati del consorzio Eurofusion hanno prodotto una quantità di potenza mai ottenuta in 25 anni
Un'immagine del Jet (Joint European Torus), il reattore nucleare per la ricerca europea sulla fusione nucleare

Un’immagine del Jet (Joint European Torus), il reattore nucleare per la ricerca europea sulla fusione nucleare – Ansa

Avvenire

Nel villaggio di Culham, cinquecento anime alle porte di Oxford, la ricerca europea ha strappato alle stelle un altro segreto per realizzare il sogno inseguito da oltre quarant’anni: produrre energia pulita grazie alla fusione nucleare, quel processo senza scorie che fa splendere il Sole. Il paesino britannico dell’Oxfordshire ospita dal 1983 l’impianto sperimentale ‘Jet’, Joint european torus, un ‘ciambellone’ di elettromagneti per la fusione termonucleare, dove gli scienziati del consorzio Eurofusion – l’annuncio è stato fatto ieri con un’apposita conferenza stampa – hanno prodotto una quantità di potenza mai ottenuta finora: 59 megajoules a intervalli di 5 secondi. È l’equivalente di 11 megawatt che consentirebbero in teoria di illuminare, se costanti nel tempo, 1.600 appartamenti. «Ma se possiamo mantenere la fusione per cinque secondi, possiamo farlo per cinque minuti e poi per cinque ore nelle macchine future », ha osservato Tony Donné, responsabile del programma che vede la partecipazione di 4.800 tra esperti, studenti e personale in staff da tutta Europa e nel quale l’Enea coordina la partecipazione italiana (21 partner tra università, enti di ricerca come il Cnr e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare insieme ad alcune imprese).

«Nelle macchine future», ha giustamente sottolineato Donné. Il risultato annunciato ieri è stato ottenuto modificando il reattore del Culham Centre for Fusion Energy, detto ‘piccolo Iter’, per renderlo più simile alle future condizioni del ‘vero’ Iter, l’International thermonuclear experimental reactor da venti miliardi di euro ancora in fase di costruzione a Cadarache, in Francia, che nel 2035 dovrebbe dare la prima risposta concreta sulla fattibilità della fusione. Ma secondo Alessandro Dodaro, responsabile del Gruppo di ricerca italiano entro al progetto, il record di Jet «potrà convincere anche i più scettici». Per produrre energia netta, ovvero per rilasciare più energia di quella fornita dai sistemi di riscaldamento, l’impianto britannico è ancora troppo piccolo. «E ottenere questo risultato non sarà possibile fino a quando l’esperimento Iter su larga scala non sarà in rete» spiegano gli scienziati nella loro nota.

Proprio per riprodurre le condizioni interne a Iter, tra il 2009 e il 2011, il vecchio rivestimento in carbonio di Jet è stato sostituito con lo stesso materiale che sarà utilizzato in Francia, una miscela di berillio e tungsteno. Le nuove pareti sono così in grado di resistente alle altissime temperature che vengono raggiunte dal plasma, una specie di gas caldissimo e rarefatto in cui i nuclei degli atomi vaga- no liberi, sciolti dai rispettivi legami. Il plasma è comunque ‘confinato’ grazie a un potentissimo campo magnetico. Perché nel plasma i nuclei si fondano bisogna infatti raggiungere una temperatura di 100 milioni di gradi: quella del Sole. E per riuscirci, qui sulla Terra, gli scienziati hanno imparato a utilizzare una miscela di due isotopi dell’idrogeno chiamati deuterio e trizio. Una volta riscaldato, però, il plasma è instabile. Va quindi ‘guidato’ attraverso enormi elettromagneti affinché la fusione nucleare continui. Ebbene: Jet ci è riuscito per 5 secondi. Mentre Iter dovrebbe garantire questo processo «indefinitivamente», aprendo così la strada al nucleare pulito di quarta generazione proprio quando – sottolinea l’Enea – «aumenta a livello globale la richiesta di affrontare efficacemente gli effetti del cambiamento climatico attraverso la decarbonizzazione della produzione di energia». La fusione è infatti un processo diverso dalla fissione nucleare che alimenta le attuali centrali: riproduce il processo che avviene nel cuore delle stelle e nel quale i nuclei di due elementi leggeri si uniscono formando un nuovo nucleo, rilasciando al contempo energia. La fissione genera invece energia provocando la scissione degli atomi, e in questo processo genera sostanze di scarto radioattive, le famose scorie. In tal senso una delle ricercatrici italiane direttamente impegnate nel Joint european torus, Paola Batistoni, ha definito il test «una prova generale per l’energia pulita del futuro». E la presidente del Cnr, Maria Chiara Carrozza, «un passo cruciale verso la produzione di energia abbondante ed eco-sostenibile». La marcia è ancora lunga, certo, visto che l’obiettivo per accendere la luce in casa con la fusione è stimato oggi intorno al 2050. Ma quei ‘cinque secondi’ raggiunti a Culham rappresentano effettivamente un bel salto in avanti. Con la ricerca italiana a spingere.

Covid. In Italia superati i 150mila morti. Vaccini, la quarta dose sarà un richiamo

Sono 75.861 i nuovi casi di Covid e 325 i decessi. Il nuovo vaccino Novavax arriverà in Italia il 24 febbraio

Shopping a Roma

Shopping a Roma – Ansa

Sono 75.861 i nuovi casi di Covid e 325 i morti che portano a oltre 150mila (150.221) le vittime da inizio emergenza. È quanto emerge dai dati del Ministero della Salute

Le persone attualmente positive sono 1.813.274 (-61.351da ieri) mentre i guariti raggiungono il totale di 9.960.136 (+137.221 da ieri). Dall’inizio dell’emergenza sono 11.923.631 le persone contagiate da coronavirus.

No alla quarta dose​ di vaccino, sarà un richiamo

Le vaccinazioni in Italia sono in stallo. O quasi. Al 9 febbraio, l’85,4% della popolazione, sottolinea Gimbe, ha ricevuto almeno una dose di vaccino e l’82% ha completato il ciclo vaccinale, ma 7,1 milioni di persone non hanno ancora ricevuto nemmeno una somministrazione. Si è inoltre registrato un -35,2% di vaccinazioni rispetto alla settimana precedente nella fascia 5-11 anni ed un -41,6% tra gli over50. E in 10 giorni, segnala il report settimanale dell’Alta Scuola di Economia e management dei sistemi sanitari dell’Università Cattolica di Roma, le somministrazioni dei vaccini si sono attestate a 350.000 al giorno, in forte calo.

Preoccupa anche il dato reso noto dalla Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere, secondo cui solo il 51% delle partorienti è vaccinato anche se scende il numero dei parti di donne positive al virus: sono stati il 10% negli ultimi 7 giorni negli 8 ospedali sentinella rispetto al 26% di una settimana fa.

Resta quindi la necessità di implementare ulteriormente le vaccinazioni, ma la campagna vaccinale potrebbe presto assumere una nuova connotazione, come ha spiegato il direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) Nicola Magrini.

Il quarto vaccino, ha indicato, «non sarà una quarta dose ma un richiamo, speriamo annuale». L’efficacia dei vaccini «è andata anche meglio del previsto e la comunità scientifica ne ha concordemente visto lo straordinario beneficio ovunque», ha rilevato, annunciando inoltre che il nuovo vaccino Novavax arriverà in Italia il 24 febbraio e rappresenterà un’opzione per 1-2 mln di persone che sembrano preferirlo perchè di formulazione classica, su base proteica, come l’antinfluenzale.

Avvenire

Il 30° anniversario. Giornata del malato: i messaggi, le iniziative, le celebrazioni

Venerdì 11 febbraio alle 10 nella Basilica di San Pietro si celebra la Messa presieduta dal cardinale Peter Turkson, già prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, alla presenza di malati, operatori socio-sanitari, assistenti e volontari.

Ricorre quest’anno il 30° anniversario della Giornata mondiale del malato. Voluto da Giovanni Paolo II, questo appuntamento viene celebrato venerdì 11 febbraio, memoria liturgica della Beata Maria Vergine di Lourdes.

 

Ansa

Il messaggio di papa Francesco

Il tema della XXX Giornata mondiale del Malato è “Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso”. Al centro del messaggio del Papa il tema della vicinanza, della dimensione personale e insieme comunitaria del farsi carico della malattia, espressa sin dal titolo: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso (Lc 6,36). Porsi accanto a chi soffre in un cammino di carità». Immediato il rimando al tempo che viviamo, alla solitudine che la malattia di per sé produce e oggi accentuata dalle caratteristiche di questa pandemia. Il filosofo Levinas, cita in proposito il Papa nel messaggio pubblicato lo scorso 4 gennaio, diceva che «il dolore isola assolutamente ed è da questo isolamento assoluto che nasce l’appello all’altro, l’invocazione all’altro».

Venerdì 11 febbraio alle 10 nella Basilica di San Pietro si celebra la Messa presieduta dal cardinale Peter Turkson, già prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, alla presenza di malati, operatori socio-sanitari, assistenti e volontari. Mentre già oggi 10 febbraio in un webinar che ripercorre la storia della Giornata istituita da san Giovanni Paolo II, mostrandone i frutti e sottolineando l’attualità del suo messaggio è intervenuto anche papa Francesco con un video messaggio.

La nota del presidente della Cei

Per la Chiesa che è in Italia, la settimana che porterà alla celebrazione della Giornata del malato si è aperta con la 44ª Giornata Nazionale per la Vita che ha avuto per tema “Custodire ogni vita”. Non si tratta di una coincidenza, ma è questa la prospettiva che arricchisce di senso e significato “la risposta alla logica dello scarto”, perché “ogni vita va custodita, sempre!”, come sempre ci ricorda papa Francesco.

Anche il presidente della Conferenza episcopale italiano, il cardinale Gualtiero Bassetti in una nota ha riproposto e messo al centro il diritto alla cura per tutte le persone, anche le fasce più deboli e povere. «Vogliamo richiamare l’attenzione su quanti stanno percorrendo l’ultimo tratto della loro esistenza, trovandosi nello stadio terminale di una grave patologia. Siamo grati ai Centri di cure palliative presenti sul territorio che svolgono un prezioso servizio nel prendersi cura dei malati più gravi fino al termine naturale della loro esistenza».

Inoltre la Segreteria Generale della Cei, attraverso l’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute, ha promosso diverse iniziative per questa ricorrenza: qui si trovano tutte raggruppate e si possono consultare.

La Chiesa italiana ha espresso «gratitudine» insieme a «rispetto» e «stima» a «medici, infermieri e professionisti sanitari», oltre ai «medici di medicina generale e ai pediatri, agli operatori dell’assistenza domiciliare, ai farmacisti», ai dirigenti sanitari ma anche ai «cappellani» e agli «assistenti spirituali» attraverso la «Lettera ai Curanti», diffusa alla vigilia dell’11 febbraio, a firma dell’Ufficio nazionale per la Pastorale della Salute diretto da don Massimo Angelelli. IL TESTO INTEGRALE

 

Archivio Avvenire

Come è nata la giornata mondiale del malato 30 anni fa

Il vaticanista emerito di Avvenire, Salvatore Mazza ha raccontato l’origine della Giornata mondiale del malato, nata nel cuore di Giovanni Paolo II. Dal Parkinson del Pontefice polacco al suo stretto legame con gli infermi, che tante volte finiva per far saltare la sua agenda di appuntamenti: «ai malati riservava da sempre un momento particolare in tutti i suoi viaggi: quando era con loro non guardava l’orologio, si prendeva tutto il tempo necessario per salutarli uno a uno, per parlare con loro».​

L’intervista alla presidente dell’ospedale Bambino Gesù

«Non dobbiamo essere benefattori ma farci compagni di strada del malato». Scienza, cura, relazione, compagnia: sono parole che tornano spesso nei ragionamenti della presidente dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, Mariella Enoc. Concetti che nella cura del paziente si affiancano ad ascolto e silenzio, perché «non serve riempire di parole il dolore» di genitori che hanno perso un figlio. Ecco che così anche la Giornata del malato, che si celebra domani 11 febbraio, «deve servire per formare le coscienze sul significato della persona ammalata», rimettendo al centro «l’umanizzazione delle cure», e per capire «cosa possiamo fare oggi anche come cristiani».

Padre Giuseppe Ambrosoli, il «grande dottore» che parla all’Africa: beato il 20 novembre

Pochi giorni prima della Giornata Mondiale del Malato, la diocesi di Como ha ricevuto una notizia attesa da tempo. «Padre Giuseppe Ambrosoli sarà beatificato in Uganda il 20 novembre 2022». Medico chirurgo e missionario comboniano, padre Giuseppe fondò a Kalongo, nel Nord dell’Uganda, fra il 1957 e il 1959, l’Ospedale che porta il suo nome e la Scuola di Ostetricia «St. Mary Midwifery School».
Il 25 ottobre 2008 una giovane ugandese, Lucia Lomokol, 20 anni, stava per morire di setticemia dopo aver perso il figlio che portava in grembo. Non essendoci più nulla da fare, il medico di turno mise sotto il cuscino di Lucia l’immagine di padre Giuseppe, invitando i familiari a invocare il ‘grande dottore’. La donna guarì in modo «scientificamente inspiegabile». Questo fu il miracolo che, nel novembre 2019, portò papa Francesco ad autorizzare il decreto per la sua beatificazione.

La programmazione speciale di Tv2000

Tv2000, l’11 e il 13 febbraio, dedica una programmazione speciale alla XXX Giornata mondiale del malato e alla memoria liturgica della Beata Maria Vergine di Lourdes che si celebrano l’11 febbraio.
Si parte venerdì 11 febbraio: ‘Di buon mattino’, in onda alle 7.30 e alle 9.10, racconta l’attesa per i fedeli, i malati e le famiglie per la riapertura del Santuario di Lourdes, dopo tanti mesi di chiusura a causa della pandemia.
L’ora solare’, in onda alle 12.20, ripercorre la storia delle apparizioni mariane a Lourdes attraverso l’esperienza di don Marco Marcis, frate minore cappuccino per 4 anni è stato nel servizio di accoglienza dei pellegrini, tra i primi a portare la spiritualità francescana a Lourdes. Poi: Augusta Vetriani, devota alla madonna di Lourdes a cui si è affidata quando ha scoperto che uno dei suoi figli era affetto da autismo, e che ogni anno si reca a Massabielle dove prega e aiuta altre donne e altre famiglie; Gisella Molina, consigliere nazionale Unitalsi che racconta l’impegno dell’associazione negli anni ed in particolare durante la pandemia.
La puntata si chiude con la storia di Vittorio Micheli, dalla Val Sugana (Tn): la sua guarigione da un tumore alle ossa irreversibile, avvenuta in una notte dopo un pellegrinaggio a Lourdes, è il 63esimo dei 70 miracoli riconosciuti dal Bureau medical di Lourdes e dalla Chiesa cattolica.
Da ‘Siamo noi’, in onda alle 15.15, uno dei volti e delle voci più conosciute di Lourdes: padre Nicola Ventriglia, coordinatore dei cappellani di lingua italiana presso il Santuario della Grotta di Massabielle.
‘Il diario di Papa Francesco ‘, in onda alle 17.30, ospita don Massimo Angelelli, direttore Ufficio nazionale per la Pastorale della salute CEI, che racconta i progetti della Chiesa italiana per l’evangelizzazione, lo studio dei problemi e la cura pastorale del mondo della salute, tesi ad accrescere, sostenere e coordinare la presenza ecclesiale nell’ambito socio-sanitario.
Domenica 13 febbraio il programma ‘Il Mondo insieme’, in onda alle 15.15, racconta il giro d’Italia solidale “Due Ruote e Una Gamba – Ri-cicloviaggio 2021” creato da Luca Falcon e Giulia Trabucco, fondatori dell’Associazione Karma On The Road. Luca a causa di un incidente ha perso una gamba e insieme a Giulia ha ideato una serie di progetti per sensibilizzare sul tema della disabilità, e soprattutto sul riciclo delle protesi, una pratica che può davvero salvare la vita di quelle persone che vivono in Paesi meno sviluppati dove una disabilità li costringe ai margini.
Segue ‘Finalmente domenica’, in onda alle ore 17, che ospita Enrico ed Elena divenuti ciechi da giovani. Dopo una serie di momenti difficili a seguito della loro malattia, dalla perdita del lavoro alla difficoltà di compiere azioni comuni insieme hanno ricostruito le loro storia. Oggi Enrico è insegnante di vela ed Elena è fisioterapista, e vivono in una casa sul lago di Vico insieme ai loro tre figli.

SABATO 12  FEBBRAIO 2022 ORE 15.00 Chiesa di Sant’Agostino (Reggio Emilia -centro) PRESENTAZIONE DEL LIBRO “La Principessa e la malattia che la guarì”

SABATO 12  FEBBRAIO 2022 ORE 15.00
Chiesa di Sant’Agostino Via Reverberi, 1     Reggio Emilia

PRESENTAZIONE DEL LIBRO

“La Principessa e la malattia che la guarì”.

Con le autrici Silvia Ferretti, Francesca Bennati, Margherita Filippini
e l’illustratrice Roberta Pavarini, intervistate da Emanuele Ferrari, insegnante.
Intervengono il Dott. Francesco Merli, Direttore Ematologia Ospedale Santa Maria Nuova Reggio Emilia e Simone Forte, Edizioni San Lorenzo

Accompagnamento musicale alla lettura di alcuni estratti della fiaba
Roberta Pavartni , con Agnese Bertocchi, pianoforte e Sara Cantergiani, flauto traverso.