Tumore al seno, nuovo studio ridurrebbe a 5 giorni radioterapia

Dott. Cinzia Iotti, direttore della Struttura Complessa di Radioterapia dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia

fonte: stampareggiana.it

Lo studio è stato realizzato dalla Radioterapia di Bologna e di Modena con la partecipazione della Radioterapia dell’Ausl Irccs di Reggio Emilia diretta da Cinzia Iotti. Lo studio è stato pubblicato su “Journal of Clinical Oncology”. Il trattamento solo di una parte della mammella in un modo accelerato consente di ridurre notevolmente la durata complessiva della radioterapia a soli 5 giorni.

n nuovo studio che potrebbe cambiare il trattamento del tumore al seno è stato realizzato dalla Radioterapia di Bologna e di Modena con la partecipazione della Radioterapia dell’Ausl Irccs di Reggio Emilia diretta da Cinzia Iotti. Lo studio è stato pubblicato su “Journal of Clinical Oncology“, uno delle prestigiose testate in ambito oncologico.

Le Aziende ospedaliero-universitaria di Modena e Usl di Bologna, sono state impegnate nella ricerca di nuovi approcci terapeutici per il tumore della mammellatramite l’irradiazione parziale accelerata, delle pazienti già sottoposte a intervento di chirurgia conservativa. Lo studio è stato coordinato dal dott. Giovanni Frezza, già direttore del Dipartimento Oncologico e della Radioterapia dell’Azienda Usl di Bologna insieme a Bruno Meduri, oncologo radioterapista della Radioterapia Oncologica del Policlinico di Modena, diretta dal prof. Frank Lohr. Il è stato pubblicato sull’ultimo numero del Journal of Clinical Oncology – il periodico della Società Americana di Oncologia – tra le riviste più importanti di settore, e ha visto la partecipazione della Radioterapia dell’Ausl Irccs di Reggio Emilia diretta da Cinzia Iotti.

La ricerca ha preso il via nel 2007 grazie alla collaborazione dei principali centri di radioterapia oncologica della Regione Emilia-Romagna, e ha poi coinvolto 35 centri a livello nazionale ed internazionale.
“Lo studio – ha spiegato Bruno Meduri, co-coordinatore della ricerca – ha valutato un innovativo approccio di irradiazione parziale della mammella, arruolando più di 3.000 pazienti tra Italia, Olanda, Israele, Svizzera e Spagna, un quarto delle quali, 750, tra le donne in cura nell’Azienda Usl di Bologna. Il trattamento solo di una parte della mammella in un modo accelerato consente di ridurre notevolmente la durata complessiva della radioterapia a soli 5 giorni. Si tratta dello studio su questo argomento che ha coinvolto il maggior numero di pazienti a livello mondiale”. “L’ipotesi che lo studio Irma ha indagato – ha sottolineato Giovanni Frezza – è la possibilità di ridurre in maniera significativa la durata del trattamento, che negli schemi standard è di 3-5 settimane, senza comprometterne l’efficacia” e interesserà circa il 40% delle donne sottoposte a chirurgia conservativa, permetteranno di aumentare il numero delle pazienti trattate nello stesso arco di tempo.

Autorizzato atteso farmaco per l’Alzheimer

 © ANSA
– La Food and Drug Administration americana autorizza l’atteso farmaco per l’Alzheimer di Eisai e Biogen.

Negli studi eseguiti il Leqembi ha mostrato risultati promettenti per la cura della malattia, da cui sono affetti circa 6,5 milioni di americani, con un evidente rallentamento della malattia.

La Fda ha garantito al farmaco il via libera accelerato e questo significa che le due società dovranno condurre altri studi. (ANSA).

Aggiornamento settimanale Covid, a Reggio e provincia 1505 contagi e 18 decessi

Questa settimana nella provincia di Reggio Emilia sono da segnalare 1505 contagi e 18 decessi. I ricoveri (2) restano invariati

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus in Emilia-Romagna si sono registrati 2.095.414 casi di positività, 11.847 in più rispetto alla settimana precedente, su un totale di 71.324 tamponi eseguiti negli ultimi 7 giorni, di cui 27.739 molecolari e 43.585 test antigenici rapidi. Complessivamente, la percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è del 16,6%.

Questi i dati relativi alla settimana dal 16 al 22 dicembre, aggiornati alle ore 10 di ieri, giovedì 22, come richiesto dal ministero della Salute.

In Emilia-Romagna è possibile continuare a consultare i dati giornalieri relativi all’andamento dell’epidemia grazie al sito messo a punto dalla Regione https://regioneer.it/bollettino-covid, aggiornato ogni giorno alle ore 15.

Ricoveri
I pazienti attualmente ricoverati nelle terapie intensive dell’Emilia-Romagna sono 46 (-2 rispetto alla settimana precedente, -4,2%). Per quanto riguarda i pazienti ricoverati negli altri reparti Covid, sono 1.695 (-94 rispetto alla settimana precedente, -5,3%).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 5 a Parma (invariato rispetto alla settimana precedente); 2 a Reggio Emilia (invariato); 3 a Modena (invariato); 14 a Bologna (+1); 7 nel Circondario Imolese (+3); 6 a Ferrara (-1); 3 a Ravenna (-4); 1 a Forlì (invariato); 1 a Cesena (-1) 4 a Rimini (+1).

Nessun ricovero a Piacenza (-1 rispetto alla settimana precedente).

Contagi
L’età media dei nuovi positivi è di 56,5 anni.

La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 2.078 nuovi casi nell’ultima settimana (su un totale dall’inizio dell’epidemia di 424.688), seguita da Modena (1.522 su 314.975) e Reggio Emilia (1.505 su 240.280); poi Ravenna (1.326 su 198.334), Parma (1.210 su 179.835) e Ferrara (1.152 su 155.622); quindi Rimini (918 su 192.023), Cesena (628 su 116.736), Piacenza (627 su 110.711) e Forlì (506 su 97.827); infine il Circondario imolese, con 375 nuovi casi di positività su un totale da inizio pandemia di 64.383.

I casi attivi, cioè i malati effettivi ad oggi sono 28.317 (-8.390). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 26.576 (-8.294), il 93,8% del totale dei casi attivi.

Guariti e deceduti
Le persone complessivamente guarite sono 20.116 in più rispetto alla settimana precedente e raggiungono quota 2.048.248.

Purtroppo, si registrano 119 decessi:

4 in provincia di Piacenza
13 in provincia di Parma
18 in provincia di Reggio Emilia
20 in provincia di Modena
12 in provincia di Bologna
23 in provincia di Ferrara
5 in provincia di Ravenna
13 in provincia di Forlì-Cesena
10 in provincia di Rimini
1 decesso riguarda una persona residente fuori regione
Nessun decesso nel Circondario Imolese.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 18.849.

Vaccinazioni
Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid. Alle ore 14 di oggi sono state somministrate complessivamente 11.212.386 dosi; sul totale sono 3.804.477 le persone over 12 che hanno completato il ciclo vaccinale, il 94,7%. Le dosi aggiuntive fatte sono 2.985.694.

Il conteggio progressivo delle dosi di vaccino somministrate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid, che indica anche quanti sono i cicli vaccinali completati e le dosi aggiuntive somministrate.

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In aumento le diagnosi di tumore, è allarme per gli stili di vita

Aumentano le diagnosi di tumore in Italia rispetto al 2020.

Cellule del tumore del seno (fonte: Annie Cavanagh. Wellcome Images, images@wellcome.ac.uk) © Ansa

Nel 2022 sono infatti stimati 390.700 nuovi casi, +14.100 in 2 anni. E se nella fase post-Covid, sono ripresi gli screening di prevenzione, è però allarme per gli stili di vita scorretti: il 33% degli adulti è in sovrappeso e il 10% obeso, il 24% fuma e i sedentari sono aumentati dal 23% nel 2008 al 31% nel 2021. E’ la fotografia scattata dal volume ‘I numeri del cancro in Italia 2022’, presentato oggi al ministero della Salute e frutto della collaborazione tra Aiom (Associazione italiana di oncologia medica), Airtum, Fondazione Aiom, Ons, Passi, Passi d’argento e Siapec.

La pandemia, rilevano gli esperti, ha determinato nel 2020 un calo delle nuove diagnosi legato in parte all’interruzione degli screening, ma oggi si assiste alla ripresa dei casi di cancro come in altri Paesi europei.

Quadro che rischia di peggiorare se non si pone un argine proprio agli stili di vita scorretti.

Pesano anche i ritardi nell’assistenza accumulati durante la pandemia, ma si registra una ripresa dei programmi di prevenzione secondaria e degli interventi chirurgici in stadio iniziale. Il tumore più frequentemente diagnosticato, nel 2022, è il carcinoma della mammella (55.700 casi, +0,5% rispetto al 2020), seguito dal colon-retto (48.100, +1,5% negli uomini e +1,6% nelle donne), polmone (43.900, +1,6% negli uomini e +3,6% nelle donne), prostata (40.500, +1,5%) e vescica (29.200, +1,7% negli uomini e +1,0% nelle donne). Dall’altro lato, va letta positivamente la ripresa dei programmi di screening, tornati nel 2021 ai livelli prepandemici, in particolare quello mammografico raggiunge la copertura del 46% (nel 2020 si era attestato al 30%), per il colon-retto del 30% (era pari al 17% nel 2020) e per la cervice uterina del 35% (era al 23% nel 2020).

I dati raccolti durante il biennio 2020-2021 “segnano un momento di accelerazione per lo più in senso peggiorativo per quanto riguarda i fattori di rischio comportamentali per i tumori: si tratta di un dato che non può non destare preoccupazione se si considera che il 40% dei casi e il 50% delle morti oncologiche possono essere evitati intervenendo su fattori di rischio prevenibili, soprattutto sugli stili di vita”. Lo afferma il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nella prefazione del libro ‘I numeri del cancro in Italia 2022’ presentato oggi al ministero della Salute e giunto ala sua XII edizione.

La pandemia, rilevano gli esperti, ha determinato nel 2020 un calo delle nuove diagnosi legato in parte all’interruzione degli screening, ma oggi si assiste alla ripresa dei casi di cancro come in altri Paesi europei. Quadro che rischia di peggiorare se non si pone un argine proprio agli stili di vita scorretti. Pesano anche i ritardi nell’assistenza accumulati durante la pandemia, ma si registra una ripresa dei programmi di prevenzione secondaria e degli interventi chirurgici in stadio iniziale. Il tumore più frequentemente diagnosticato, nel 2022, è il carcinoma della mammella (55.700 casi, +0,5% rispetto al 2020), seguito dal colon-retto (48.100, +1,5% negli uomini e +1,6% nelle donne), polmone (43.900, +1,6% negli uomini e +3,6% nelle donne), prostata (40.500, +1,5%) e vescica (29.200, +1,7% negli uomini e +1,0% nelle donne). Dall’altro lato, va letta positivamente la ripresa dei programmi di screening, tornati nel 2021 ai livelli prepandemici, in particolare quello mammografico raggiunge la copertura del 46% (nel 2020 si era attestato al 30%), per il colon-retto del 30% (era pari al 17% nel 2020) e per la cervice uterina del 35% (era al 23% nel 2020). Alla riattivazione dei programmi di prevenzione secondaria corrisponde un incremento del numero di interventi chirurgici per cancro del colon-retto e della mammella, anche in stadio iniziale. Questi dati aggiornati “invitano sempre di più a rafforzare le azioni per contrastare il ritardo diagnostico e per favorire la prevenzione secondaria e soprattutto primaria, agendo sul controllo dei fattori di rischio a partire dal fumo di tabacco, dall’obesità, dalla sedentarietà, dall’abuso di alcol e dalla necessità di favorire le vaccinazioni contro le infezioni note per causare il cancro, come quella contro l’Hpv”, afferma Saverio Cinieri, Presidente Aiom. Il dato positivo, però, è che a fronte dei 2,5 milioni di cittadini che vivevano in Italia nel 2006 con una pregressa diagnosi di tumore, si è passati a circa 3,6 milioni nel 2020, il 37% in più di quanto osservato solo 10 anni prima.

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