I migliori laptop per studenti universitari del 2022!

Con così tanti laptop sul mercato adatti per gli studenti , può essere difficile restringere il campo per individuare quello giusto. In questa guida, esperti analizzano i cinque migliori computer per studenti del 2022 in base al prezzo, alle prestazioni e alle situazioni di utilizzo. Vediamoli insieme!

HP ENVY X360 13
L’HP ENVY X360 ha caratteristiche eccezionali e un prezzo adatto agli studenti che lo rende uno dei migliori laptop due-in-uno (laptop e tablet) disponibili al momento.

In questo modo è possibile adattarsi a qualsiasi attività si stia svolgendo.
Lo schermo touchscreen da 13 pollici a 1080p è in linea con quello che ci si aspetterebbe a questo prezzo e, grazie alla tecnologia IPS, i colori sono decenti: coprono il 72% della gamma cromatica NTSC. Nel complesso si tratta di un display gradevole e un pannello a risoluzione più elevata avrebbe un impatto sia in termini di prezzo che di durata della batteria. La tastiera ha tasti ben distanziati e di buone dimensioni, retroilluminati. È possibile scegliere i componenti hardware: un processore Intel i5 con grafica Iris Xe o un processore AMD Ryzen 5 con grafica integrata. Sono installati 8 GB di RAM e per l’archiviazione dei file l’X360 offre un SSD da 256 GB per collegare le periferiche. Sono disponibili numerose opzioni, tra cui una porta USB-C, due porte USB e altro ancora.
La durata della batteria è comunque molto buona, con un’autonomia fino a 12 ore. L’HP ENVY X360 è sicuramente una buona alternativa per i Vostri studi! Caratteristica di questo laptop, come anche dei prossimi, è l’alta efficienza di utilizzo anche con il risparmio energetico, tema più delicato ora più che mai a causa degli incrementi dei prezzi dell’energia elettrica.

DELL XPS 13
Il DELL XPS 13 è in grado di gestire diverse attività e la sua batteria vi accompagnerà per tutta la giornata. Il display FHD da 13,3 pollici è luminoso, con una copertura del 97% della gamma di colori.

Questo lo rende una buona scelta per i lavori creativi. La tastiera è dotata di tasti più grandi e reattivi che consentono una migliore precisione di digitazione. Il touchpad non è forse all’altezza di quello del Macbook Air, ma per la maggior parte del tempo il tracciamento è incredibilmente fluido.
È anche possibile configurare l’XPS 13 con un processore Intel i5 o i7. Per la memoria interna si possono aggiungere fino a 16 GB di RAM e per l’archiviazione di app e file la capacità dell’SSD va da 256 a 512 GB.Inoltre, due porte thunderbolt 4, un jack da 3,5 millimetri e uno slot per schede microSD.
Ll’XPS 13 è dotato di una batteria che può durare fino a 12 ore con una carica completa. Se siete studenti e cercate un computer portatile incredibilmente sottile e leggero, che vi permetta di portarlo ovunque, DELL XPS 13 è la scelta ideale per voi.

Lenovo Flex 5
Il Lenovo Flex 5 offre notevoli prestazioni e un rapporto qualità-prezzo che lo rende uno dei laptop convertibili più economici sul mercato. È anche uno l’unico prodotto della nostra lista che include una penna digitale.

Il touchscreen da 14 pollici 1080p IPS supporta l’input della penna digitale offrendo naturalezza di interazione con il Flex 5 e un ottimo modo per prendere appunti durante le lezioni. La tastiera non offre grandi soddisfazioni ma non è nemmeno un grave problema. È presente anche un touchpad che funziona in modo fluido e preciso ed è sensibile ai gesti di Windows 10.
Internamente il Flex 5 utilizza un processore AMD Ryzen 5 con grafica Radeon integrata ed è supportato da 16 GB di RAM e per lo storage interno c’è un SSD da 256 gigabyte. Quando si utilizza il Flex 5 per scopi a basso impatto si possono ottenere fino a 10 ore di utilizzo con la batteria completamente carica: se si aumenta l’utilizzo di applicazioni che richiedono un uso intensivo della CPU, si ottengono circa 6 ore, il che è comunque abbastanza buono.
È inoltre disponibile una buona selezione di opzioni di connettività, tra cui due porte USB-A, una porta USB e altro ancora. Se siete studenti alla ricerca di un laptop convertibile con prestazioni piuttosto buone e il vantaggio aggiuntivo di una penna digitale, il Lenovo Flex 5 è una buona scelta per voi!

Macbook Air
Il Macbook Air è perfetto per gli studenti. La tastiera magica è silenziosa ed è perfetta per l’uso in classe. Il Macbook Air ha un display retina da 13,3 pollici con un’ampia gamma di colori P3 che visualizza 25 colori in più rispetto a SRGB. Ottimi anche luminosità e vividezza delle immagini.
La tastiera magica è ottima per la digitazione e i tasti sono retroilluminati.

Tuttavia i cambiamenti più importanti sono all’interno: Apple ha sostituito i processori Intel con il proprio M1 e, più recentemente, M2. Questo chip è incredibilmente veloce e ottimizzato per l’hardware e il software Apple: gestisce una GPU Apple a 8 core, 8 GB di RAM e una SSD da 256 GB.
Ci sono miglioramenti anche nell’area del software: Safari, Final Cut, l’app Foto, Messaggi e la maggior parte delle app sono perfettamente ottimizzati. I tempi di caricamento sono quindi più rapidi e le prestazioni complessive migliori. Per quanto riguarda la connettività, il Macbook Air offre due porte thunderbolt e un jack per le cuffie. I miglioramenti apportati con l’aggiunta del chip M1 si estende anche alle prestazioni della batteria, che offre un utilizzo fino a 15 ore con una carica completa.

L’Apple Macbook Air è una scelta eccellente quindi: tutto in questo portatile trasmette qualità ed è ugualmente all’altezza delle prestazioni.

Acer Aspire 5
Se siete più attenti al budget, l’Acer Aspire 5 è perfetto ed è adatto per la sua versatilità e per l’utilizzo quotidiano grazie alla sua batteria. L’Aspire 5 ha un’estetica piuttosto gradevole ed un peso sopportabile per le attività universitarie.


La tastiera è retroilluminata e i tasti sono piatti senza essere troppo morbidi, in modo da garantire una buona digitazione e un clic soddisfacente. Il display full HD da 15,6 pollici è decente, ma non ha un contrasto elevato e quindi a volte può apparire un po’ sbiadito. Tuttavia fa un buon lavoro per il prezzo. L’hardware interno comprende un processore Intel i3 e la grafica è gestita dal processore Intel UHD.
Per quanto riguarda la memoria interna, sono disponibili 4 GB di RAM e per l’archiviazione c’è un SSD da 128 GB. Le opzioni di connettività includono una porta USB, due porte USB 3.2, una porta HDMI 2.0.

La durata della batteria è molto buona, con un’autonomia di 11 ore per carica. Avrete prestazioni decenti e una durata della batteria che vi durerà tutto il giorno in un pacchetto leggero e compatto.

Fonte: https://internet-casa.com/migliori-laptop-per-studenti-del-2022/

Suor Orianne Pietra René è una Figlia di san Paolo, vive a Boston. E’ presente sui social che, afferma, possono diventare luogo d’incontro con Gesù. Migliaia i suoi followers in tanti Paesi del mondo

Suor Orianne Pietra René delle Figlie di San Paolo

Anche le suore sono attive sui social dove portano Cristo. A parlare è Orianne Pietra René, una Figlia di san Paolo che vive a Boston. La familiarità giovanile con i social trova nuovo significato nella sua vita da religiosa. Se noi siamo coerenti, dice, possiamo creare anche on line “un terreno fertile d’incontro tra le persone e quell’Uno che le ama follemente”. Migliaia i suoi followers in diversi Paesi del mondo

di Roberto Cetera

Si può evangelizzare con il sorriso? Sembrerebbe proprio di sì guardando i divertenti video postati su Instagram da suor Orianne Pietra René, una giovane Figlia di san Paolo, canadese di nascita, ma che vive presso la Casa editrice delle suore Paoline degli USA a Boston. Nel surfing sui profili di Instagram se ci si imbatte nella pagina di suor Orianne è praticamente impossibile non soffermarvici, perché questa giovane suora vanta, insieme ad una grande competenza nell’uso del media ed una spontanea carica ironica, anche una mimica facciale straordinaria. L’ironia proposta non è però mai fine a se stessa, ma propone sempre una sollecitazione di senso spirituale e un richiamo al Vangelo ai suoi oltre 33mila followers.

L’inizio di una vocazione

“Sono entrata nella vita religiosa quando avevo 27 anni, esordisce suor Orianne, e ho fatto la mia professione tra le suore Paoline soltanto lo scorso anno”. E com’era la tua vita prima di allora? “Ma, ad essere sincera, l’idea di diventare suora non mi sfiorava neppure lontanamente. Convertita al cattolicesimo, ho passato la mia giovinezza come tutti: studiando, lavorando, viaggiando, ma anche cercando di crescere nella mia fede. All’università ho studiato dapprima antropologia e sviluppo internazionale, e poi ho proseguito con le scienze dell’educazione. Ho lavorato come insegnante in Inghilterra per un anno, e poi, quando sono tornata in Canada, come maestra di francese in un asilo d’infanzia. Ma riuscivo anche a trovare il tempo per dare una mano nella pastorale giovanile della mia parrocchia. Mi piaceva molto lavorare con i bambini e con i giovani. Poi col tempo ho cominciato a realizzare che tra loro c’era una grande fame di parole e di pensieri spirituali, che troppo spesso rimaneva disattesa. E questa loro fame suscitava in me il desiderio di fare qualcosa di più, ma non sapevo ancora cosa. Fino a quando un prete, a cui avevo confidato in confessione questo mio disagio, mi chiese se avevo mai considerato l’opzione della vocazione a divenire suora. Ti confesso che queste parole lì per lì mi gettarono nel panico. Ma poi cominciai a chiedermi se non fossero casuali, ma esprimessero un vero invito del Signore ad intraprendere la vita religiosa. Poiché in Canada vivevo in una zona rurale, lontana dalle grandi città, non vi erano intorno a me molte comunità religiose. Cominciai a cercare on line, e fu così che entrai in contatto con le Paoline, le Figlie di san Paolo. In fondo c’è una continuità tra la mia attività pastorale in rete, e il fatto che la mia vocazione sia nata attraverso la rete!”

Alcune immagini di suor Orianne

Alcune immagini di suor Orianne

Condividere pensieri e esperienze di fede con gli altri

L’intervista a suor Orianne prosegue, le chiedo: come hai iniziato questa attività pastorale digitale? Ti è stato chiesto dalle tue superiori o rispondeva ad una tua attitudine? “Come Figlie di san Paolo noi siamo chiamate ad usare anche i più moderni ed efficaci strumenti di comunicazione per condividere il Vangelo di Gesù Cristo. Io usavo ovviamente i social anche prima di entrare nelle Paoline, come fanno un po’ tutti i giovani. Ma i miei account erano tutti privati, li usavo soprattutto per rimanere in contatto con amici e familiari. Quando poi sono diventata suora ho capito che il Signore mi invitava a portare tutta me stessa nella donazione, compresa la mia personalità sui social media. Dopo averne parlato con le mie consorelle ho allora deciso di cambiare i miei account da privati in pubblici, e condividere con il popolo di Dio i miei pensieri e il mio vissuto di fede”. I tuoi video sono molto originali ed ironici. E’ una cosa studiata o appartiene al tuo carattere? “Ironia o meno, io non posto mai nulla a meno che non senta prima un’ispirazione a condividere proveniente dallo Spirito. Però è vero: Io amo prendere la vita con un buon senso dell’umorismo. D’altronde sono convinta che anche Dio abbia un buon senso dell’umorismo! Lo si legge già nelle Scritture. Però io sento anche molto i bisogni e le sofferenze della gente, e allora spero che i miei video possano anche portare un sorriso sulle loro facce, e le didascalie possano riscaldare i loro cuori”.

Il privilegio di accompagnare tante persone

E’ difficile trasmettere un messaggio spirituale in un video di pochi secondi? Suor Orianne risponde: “Se comprendessimo quanto Dio ci ama nella semplice realtà del nostro quotidiano le nostre vite sarebbero molto differenti. I miei messaggi vanno esattamente in questa direzione: mostrare l’amore di Dio per ciascuno di noi, un amore che è vita, che conforta, che ci apre alla novità. Questo è il Vangelo. E questo è quello che cerco di trasmettere”. Ma chi sono i tuoi followers? “Ognuno dei miei followers è un prezioso figlio di Dio. Sono molto grata per questa mia piccola “famiglia social” che veramente prega insieme. Io prego per loro, loro pregano per me, e loro pregano l’un per l’altro. Nei commenti che puoi leggere sotto ai video si vede questa straordinaria ed umile comunità di preghiera. E’ un insieme abbastanza misto tra uomini e donne, dai ragazzi fino ai 60 anni. E vengono da tutto il mondo, dagli USA, dal Canada, ma anche dal Brasile, dall’Italia, dal Libano e dal Kenya. E’ sorprendente vedere come il Signore operi in tutte queste vite in giro per il mondo. E anche io imparo molto da loro. Sono convinta che la presenza cristiana sui social media sia molto importante. Ho il privilegio incredibile di accompagnare tante persone attraverso periodi di dubbio, di ritorno alla preghiera, di conversione. Ogni volta che accade, a me o a una mia consorella, piango di gioia. Gioisco al pensiero che il Signore usi i miei post – quelli divertenti ma anche quelli seri – per creare un ambiente sicuro in cui chiedere, domandare, dibattere, imparare, avventurarsi nei sentieri dell’amore di Cristo”.

Attenzione e discernimento

Non può mancare la domanda a suor Orianne se vi siano anche dei rischi nella comunicazione religiosa digitale. “I social – dice – hanno la straordinaria potenza di poter raggiungere persone che mai potresti altrimenti incontrare. Dobbiamo sempre lasciarci guidare dallo Spirito per decidere cosa e come comunicare; e domandarci sto condividendo l’amore nella verità? E la verità nell’amore? Mi esprimo senza creare divisioni? Sto invitando a dialogare con rispetto reciproco? Bisogna fare attenzione a non postare mai messaggi che contro-testimonino il Vangelo perchè espressi con astio o supponenza. Perché quando facciamo questi errori nella vita reale questi impattano al massimo su un paio di persone; ma se li fai on line questi impattano negativamente su centinaia, anzi migliaia, di persone. Questo ci impone un grande senso di responsabilità, ma anche un’accortezza del cuore nel saper rispondere e considerare gli altri da noi”.

Creare un terreno favorevole all’incontro con Dio

Una vocazione complessa dunque? “No. Come ogni altra vocazione per un cristiano essa sorge dal battesimo in Cristo. Anche nei social media siamo chiamati a vivere pienamente in Cristo, interagendo e conversando con altri. Se noi viviamo radicalmente il battesimo, e comprendiamo veramente che stiamo portando Cristo anche in questo spazio virtuale, possiamo senza grandi difficoltà creare un terreno fertile d’incontro tra le persone e quell’Uno che le ama follemente”.

vatican news

Come si vedono Rete e Chiesa dopo diciassette anni da blogger

Per quanto assai giovane Lucia Graziano, autrice di «Una penna spuntata», ha varcato una soglia cronologicamente significativa: da ieri può dire «di aver trascorso la maggior parte della vita a fare la blogger». Per celebrare un tale «scollinamento» ha immaginato, con la creatività che la contraddistingue, di intervistare la «sé medesima» di diciassette anni fa, facendosi aiutare dai follower per le domande ( bit.ly/3ucg9av ). Dalla consueta abbondanza di contenuti estraggo un’opinione sull’ambiente digitale in generale, e tre riferimenti ecclesiali. Affacciatasi online al tempo dei forum e dei blog, Lucia Graziano non apprezza i cambiamenti sopravvenuti nel tempo dei social, in cui tanto i dispositivi quanto le modalità di accesso favoriscono interventi superficiali e umorali. Di qui la sua fedeltà alla forma-blog, per quanto «di nicchia». Sul piano ecclesiale, la blogger sottolinea che «online si sta creando un microcosmo di credenti, che è un piccolo universo a parte. Nel bene e nel male». E poi cita con soddisfazione due casi di cui è stata protagonista. Il primo è di natura pubblica: nel periodo del lockdown, un suo post su un importante precedente storico, nell’Ottocento, di provvedimenti episcopali atti a contenere un’epidemia anche a costo di limitare l’accesso ai sacramenti venne ripreso da un vescovo (Šaško, ausiliare di Zagabria). Il secondo è di natura privata: una lettrice, riconoscendola come «cattolica praticante» e insieme come «persona amichevole», le chiese aiuto per accostarsi nuovamente alla Chiesa e segnatamente al sacramento della penitenza, privilegiandola rispetto ad altri blog «più propriamente confessionali» ma che le incutevano disagio. E con tale richiesta confermò Lucia Graziano nella scelta, sul blog e nella vita, di una precisa cifra stilistica: «Non apparire arroganti… con il parlare sempre di cose serie».
Avvenire