Malgrado le sollecitazioni “ecumeniche” a prendere le distanze da Putin, a dispetto di una critica interna che pur timidamente cresce, Kirill non cambia strategia

Forse in Medio Oriente a giugno incontro con Papa. Ma cresce il fronte del no, anche interno, al patriarca di Mosca. 191 sacerdoti ortodossi firmano per fargli causa
Il patriarca di Mosca Kirill

Il patriarca di Mosca Kirill – Patriarchal Press Service / Oleg Varaov / Reuters

Malgrado le sollecitazioni “ecumeniche” a prendere le distanze da Putin, a dispetto di una critica interna che pur timidamente cresce, Kirill non cambia strategia. Anzi ribadisce la legittimità dell’azione armata contro l’Ucraina, nel segno di un legittimo meccanismo di difesa della Russia a suo dire minacciata nella propria sicurezza. Molto chiaro in proposito il sermone di domenica scorsa. Nella Chiesa dell’Intercessione in Fili, il patriarca di Mosca e di tutte le Russie ha richiamato i fedeli all’unità. «In questo periodo difficile per la nostra patria – ha detto Kirill – possa il Signore aiutare ognuno di noi a unirci, anche attorno al potere. Così – ha continuato – emergerà la vera solidarietà nel nostro popolo, così come la capacità di respingere i nemici esterni e interni e di costruire una vita con più bene, verità e amore».

Una posizione in linea con i precedenti interventi, a partire dall’omelia del 6 marzo quando Kirill aveva evocato una natura metafisica della lotta contro l’occidente delle false libertà e del peccato ridotto a semplice variazione del comportamento umano, come dimostrano «le parate gay». Dichiarazioni che hanno creato sconcerto anche all’interno del mondo ortodosso legato a Mosca. In particolare un gruppo di sacerdoti della Chiesa ucraina rimasta fedele al patriarcato russo dopo l’autocefalia dell’altra comunità ucraina nel 2018, vorrebbe intentare causa contro il patriarca presso il Consiglio dei primati delle antiche Chiese orientali. Al momento, secondo l’agenzia l’Ukrainska Pravda, l’appello sarebbe stato sottoscritto da 191 presbiteri ma il numero è destinato a crescere. Caldo anche il fronte del “no interconfessionale” in cui avanza l’ipotesi di un’espulsione del Patriarcato di Mosca dal Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec), organismo di cui fanno parte 349 membri, in particolare di tradizione protestante, anglicana e ortodossa.
«Ci sentiamo tutti arrabbiati, frustrati, delusi e, umanamente ed emotivamente, tendiamo a prendere decisioni immediate e radicali – ha detto all’agenzia Sir il reverendo Ioan Sauca segretario generale ad interim del Cec –. Tuttavia, come seguaci di Cristo, ci è stato affidato il ministero della riconciliazione e dell’unità. Come Cec siamo chiamati a essere una piattaforma di incontro, dialogo e ascolto anche se e quando non siamo d’accordo». Una decisione è comunque demandata al Comitato centrale che si riunirà dal 15 al 18 giugno per preparare la XI Assemblea generale, in programma a Karlsruhe dal 31 agosto all’8 settembre. Sullo sfondo, a conferma dell’intenzione di non tagliare il filo del dialogo, il possibile incontro tra il Papa e Kirill. Di ritorno da Malta il Pontefice aveva evocato come sede il Medio Oriente, ipotesi rilanciata domenica dal metropolita Hilarion.
Durante il programma tv “Chiesa e Mondo”, sul canale Russia 24 il capo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca ha infatti sottolineato che per il colloquio si pensa a un territorio in cui «la popolazione cristiana abbia bisogno di sostegno. Quindi, ovviamente, il Medio Oriente è una delle aree prioritarie», ma non si può ancora parlare di date e località «perché il tutto è in fase di elaborazione». Sul versante cattolico, fonti non ufficiali indicano come luogo Gerusalemme, che il Papa raggiungerebbe dal Libano a conclusione della sua visita, ancora non ufficializzata, nel Paese dei cedri e come giorno il 14 giugno.
Avvenire

L’Arcivescovo di Kiev: “Torturate persone nella chiesa ortodossa di Lukashivka

Rai news

”In questi giorni in Ucraina sono stati  scoperti terribili crimini commessi dagli occupanti. E proprio  domenica vorrei ricordare una circostanza che ha sconvolto tutti i  credenti. Nella regione di Chernihiv, e precisamente nel villaggio  Lukashivka, nella chiesa ortodossa dell’Ascensione del Signore –  monumento di architettura – gli occupanti hanno dislocato la loro  sede, profanando la chiesa ortodossa. Vi hanno interrogato e torturato le persone”. Lo denuncia l’arcivescovo di Kiev nel videomessaggio nel 46 esimo giorno di guerra in Ucraina.

Ucraina: Kirill, unità contro i nemici della Russia Patriarca ortodosso invita a riunirsi per combatterli

 © EPA

Il patriarca russo Kirill, stretto alleato del presidente Vladimir Putin, ha invitato i sostenitori a unirsi per combattere i “nemici interni ed esterni di Mosca”.

“In questo periodo difficile per la nostra patria, possa il Signore aiutare ognuno di noi a unirci, anche attorno al potere”, ha affermato.

“È così che emergerà la vera solidarietà nel nostro popolo, così come la capacità di respingere i nemici esterni e interni e di costruire una vita con più bene, verità e amore”. Lo riporta la Tass. Kirill, la cui chiesa conta circa 150 milioni di seguaci, nei suoi sermoni ha ripetutamente sostenuto l’operazione militare in Ucraina. (ANSA).

Comece e Kek. I leader delle Chiese europee invocano pace al confine polacco-ucraino

Messaggio pasquale congiunto del cardinale Hollerich (Comece) e del reverendo Krieger (Cec) in visita ad alcune delle strutture che accolgono e sostengono i profughi della guerra in Ucraina
Profughi ucraini nella biglietteria della stazione di Przemysl, nella Polonia orientale

Profughi ucraini nella biglietteria della stazione di Przemysl, nella Polonia orientale – Ansa

Avvenire

Il cardinale Jean Claude Hollerich e il reverendo Christian Krieger, rispettivamente presidenti della Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea (Comece) e della Conferenza delle Chiese Europee (Kek), hanno rilasciato un messaggio pasquale congiunto dal confine tra Polonia e Ucraina, dove fino a oggi sono in visita ad alcune delle strutture che accolgono e sostengono i rifugiati in fuga dalla guerra in Ucraina.

 

“Il mistero pasquale di Cristo ci porta al cuore dell’ingiustizia, della violenza e della sofferenza – si legge nel messaggio, riportato da Vatican News -, la storia della passione e della morte di Cristo riecheggia la sofferenza umana e le tragedie vissute in molte parti del nostro mondo, non da ultimo dagli ucraini, nel loro Paese e ovunque le strade dell’esilio li abbiano portati”. “In Cristo, Dio si unisce alla nostra umanità, prendendo su di sé i nostri limiti e il nostro odio, trasformando – proseguono Hollerich e Krieger – le nostre impasse, la nostra indignazione, i nostri sentimenti di fatalità e disperazione in speranza attraverso la fiducia in lui. Questa trasformazione – concludono – avviene nell’essere umano e nel mondo che Dio ama”.

I due presidenti, profondamente colpiti dall’immane tragedia umana riflessa negli occhi dei rifugiati che stanno incontrando, hanno espresso una sincera gratitudine a tutti i professionisti e volontari, alle autorità nazionali e religiose per la solidarietà concreta messa in atto per accogliere e sostenere le persone che hanno perso tutto a causa della guerra.

Oltre due milioni di persone, in gran parte donne e bambini, hanno attraversato la frontiera polacco-ucraina dall’inizio della guerra. È da qui, dal valico di frontiera Dorohusk-Yahodyn tra Polonia e Ucraina, che, in vista delle festività pasquali, Hollerich e Krieger hanno invocato la preghiera e l’azione per la pace in Ucraina e negli altri Paesi vittime di conflitti. In vista della Santa Pasqua, i presidenti di Comece e Cec invitano tutti a “continuare a credere nell’orizzonte che la grazia di Dio, manifestata in Cristo, apre davanti ai nostri occhi”.

Durante la visita in Polonia, i due presidenti visitano anche chiese locali di diverse confessioni, apprezzando così i molteplici progetti umanitari e gli sforzi per accogliere i rifugiati ucraini nel Paese. Il porporato e il reverendo sono ospitati dal Consiglio ecumenico polacco e dal vescovo di Lodz, Grzegorz Rys.