Bologna: le associazioni caritative lanciano l’allarme sociale

Persone fino a qualche tempo fa giudicate normali che non ce la fanno più e una situazione sociale sempre più disagiata a Bologna.
E’ questo l’allarme lanciato nelle ultime ore dalle associazioni caritative bolognesi che si sentono sempre più in difficoltà a gestire le criticità del capoluogo.

Giovani che chiedono un lavoro al parroco perché non riescono a trovarlo altrimenti. Persone con la 24 ore che bussano per un piatto di minestra alle mense dei bisognosi. Uomini e donne considerati ‘normali’ che si rivolgono all’ambulatorio Biavati un tempo per senza tetto o clandestini con la ricetta del medico di famiglia perché non riescono a pagare il ticket del farmaco prescritto. E’ un quadro a tinte fosche quello fatto da Caritas, Consulta ecclesiale della carità, Confraternita della Misericordia, Acli e Opera padre Marella sull’emergenza sociale bolognese. Le associazioni hanno lanciato un’emergenza welfare nel capoluogo praticamente in contemporanea con i sindacati che ieri hanno protestato a Palazzo d’Accursio contro il commissario Anna Maria Cancellieri. Le associazioni sentono di supplire alle carenze di governo e servizi sociali e la situazione è stata peggiorata a loro dire da un decentramento dei servizi iniziato sotto la giunta Cofferati, che si doveva fare ma è stato fatto male, come ha spigato Paolo Mengoli direttore della Caritas diocesana. Per molti cassaintegrati, arrivare alla terza settimana del mese è un sogno, hanno spiegato le associazioni, e il rischio banlieu è un il rischio reale. Al commissario cittadino, se non risposte politiche, vengono chieste risposte meno burocratiche rispetto a certi episodi. Denunciato poi un vuoto della politica sempre più presente, anche se questo non coincide necessariamente con lo scioglimento degli organi del comune di Bologna. In ogni caso spiegano Mengoli e Marco Cevenini, presidente della confraternita della misericordia, il futuro primo cittadino dovrà essere una persona che conosca bene i problemi di Bologna e in grado di sapere portare la croce, una figura insomma simile a quella di un santo. (telesanterno.com)