Oggi tutti i ragazzi in età scolare ricevono i farmaci per proteggersi dai parassiti. Ma sono anche educati a comportamenti sanitari corretti I n Cambogia le elmintiasi trasmesse dal suolo, o vermi intestinali, fino a qualche anno fa erano assai diffuse. Ora tutti i bambini in età scolare hanno ricevuto i farmaci per essere protetti da queste infezioni. Si tratta di parassitosi intestinali causate da diversi di vermi le cui uova si trovano nel terreno e possono penetrare attraverso la pelle oppure essere assunte con cibo o mani sporche. Nel 2001 una risoluzione dell’Assemblea mondiale della salute aveva posto un obiettivo per gli stati membri dove gli elminti trasmessi dal suolo sono diffusi: arrivare entro il 2010 al trattamento di una percentuale fra il 75 e il 100 per cento dei bambini in età scolare a rischio. Secondo dati dell’Organizzazione mondiale della sanità pubblicati nel 2010, il numero di bambini che riceve periodicamente i farmaci sta crescendo, con oltre 205 milioni trattati nel 2008, anche se si è ancora lontani dall’obiettivo da raggiungere entro il 2010. Tornando alla Cambogia, sempre l’Organizzazione mondiale della sanità riporta come cinque anni fa oltre sette bambini su dieci fossero infettati dai vermi intestinali, ma il Paese rappresenti uno dei successi nei confronti di tali malattie. Nel 2008 l’80 per cento della popolazione di bambini in età scolare ha ricevuto il trattamento per vermi intestinali e in una pubblicazione del 2009 è stato segnalato che la totalità dei bambini a scuola era protetta nei confronti di questi parassiti grazie a un trattamento regolare con farmaci specifici. Il programma di devermizzazione andrà avanti sia con la distribuzione dei farmaci sia con interventi di educazione sanitaria nelle scuole. La storia della Cambogia nell’ambito delle elmintiasi trasmesse dal suolo viene riportata come un successo, conseguente all’impegno del governo del Paese nei confronti di queste malattie, con l’aiuto di partner internazionali e donatori; un risultato che apre le speranze e stimola gli interventi in altre realtà.
Valeria Confalonieri – avvenire