Torno volentieri perché rispetto al Festival, vetrina importantissima per un artista, l’Ariston con Jubilmusic diventa qualcosa di diverso. È un’occasione importante di incontro con i giovani in un momento storico in cui sono molto penalizzati. A Sanremo viene proposta musica ricca di valori, che parla degli argomenti fondamentali della nostra esistenza.
Forse fra questi ragazzi rivede anche suo figlio?
Lui studia all’università e conosco anche i suoi amici. Sono giovani pieni di voglia di impegno, mai depressi nonostante tutto. La società negli anni 80 e 90 ci ha fatto credere che il mondo fosse un grande luna park. Ora ci stiamo risvegliando, ma sono fiduciosa. Di gente impegnata ce n’è e ce ne è sempre stata.
Lei cosa ha preparato per il palco di «Jubilmusic»?
Canterò Echi d’infinito che avevo portato al Festival che racconta, anche attraverso la sua melodia, la speranza e il desiderio di trascendenza. Poi coinvolgerò tutti i ragazzi nel Kyrie della Missa Luba di padre Guido Haazen, basata su musiche congolesi. Ai ragazzi in sala farò tenere il ritmo: voglio che siano tutti coinvolti in questo inno di gioia e di fede.
Negli ultimi anni lei ha approfondito lo studio della musica sacra.
Nel 2001 ho pubblicato il cd Sacra armonia in cui proponevo arie sacre rare e questo progetto, a sorpresa, ha avuto un grande successo. Ho cantato in tutto il mondo, dalla sinagoga di Berlino al festival di Fez in Marocco. Così ora mi è venuta voglia di un secondo lavoro sulla musica sacra. C’è molto ancora da riscoprire e, soprattutto, da proporre ai giovani.
Musica e fede per lei vanno di pari passo?
Grazie a Dio, la fede ce l’ho, sono cattolica osservante e ho molto rispetto per tutte le religioni. È il mio modo di vedere e di sentire la vita, bisogna sempre mantenere un’apertura verso l’Assoluto. Anche se credo che talora sia complesso, a volte contraddittorio, applicarlo al nostro essere umani. Quello che amo del cattolicesimo è lo “stare in mezzo”. Ci sono figure di sacerdoti e di religiose eccezionali che stanno in mezzo a chi ne ha bisogno.
Lei ha cantato anche per Giovanni Paolo II.
L’ho incontrato nel suo ultimo viaggio a Loreto. Era molto malato, ma ha voluto essere presente all’incontro con tanti fedeli e con noi artisti. Alla fine della mia esibizione mi sono avvicinata e lui ha detto a me, che non sono niente, “Grazie”. Mi ha colpito: era una persona straordinaria.
Ora ha nuovi progetti?
Presto uscirà un disco, con relativa tournée, sulle arie di Puccini rivisitate in jazz e poi un cd di inediti che lascio sempre indietro perché mi piace sempre sperimentare nuovi progetti.