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A Marola, fino al 25 agosto, tavole originali e libri dell’artista reggiana Elisa Pellacani
Sono esposti a Marola, nella sede della Proloco, alcuni disegni su carta con cui l’artista reggiana Elisa Pellacani ha collaborato, con il suo segno dal tratto preciso e morbido, a tante iniziative e pubblicazioni.
Poi riprodotti in libri – alcuni presenti in mostra insieme a un piccolo catalogo tutto illustrato – ma anche in manifesti, in locandine e sulle copertine di riviste (tra le quali da alcuni anni quella di neuroscienze Anemos), traducono nei colori dati a pennello e nelle chine dai toni accesi la cifra stilistica di un’illustratrice che avvicina alla sua attività editoriale e laboratoriale quella di una ricerca personale sul segno.
Fin dal titolo, “In punta di matita”, le tavole realizzate negli ultimi anni e raccolte in questa mostra riportano a una creatività che si confronta con i materiali e le sensazioni quasi “tattili” che provoca la carta, ma anche a un costante esercizio interpretativo con le proprie capacità grafiche.
Trattano di argomenti molto diversi tra loro, non solo i mondi fantastici dell’infanzia richiamata alla memoria con quel senso di libertà delle estati nei campi e nei boschi di Marola che ricorda l’autrice nel testo che accompagna la mostra, ma anche quelli “adulti” della narrativa (per autori contemporanei o nella rilettura di grandi capolavori come i testi di Silvio D’Arzo o di Umberto Monti) e di un dialogo parallelo a quello della realtà, in cui l’immaginazione ne stempera i toni o, a volte, ne offre angolature diverse.
Anche se non ci sono le grandi tele né un’altra parte della ricerca artistica di Pellacani, volta a indagare piegature, rilegature e tecniche di stampa artigianali con cui realizza libri d’artista in copia unica o in piccolissima tiratura ma anche le tecniche della gioielleria con le quali i suoi disegni diventano veri e propri oggetti da indossare o prototipi per sculture e installazioni, la mostra è la possibilità di riconoscere, nei dettagli delle immagini, nelle scelte compositive, in alcune figure che sembrano tornare a distanza di tempo, la mano di quest’autrice che continua, tra Reggio Emilia e la sua città d’adozione, Barcellona, a proporre uno sguardo sul mondo attraverso le lenti multicolori e multiformi della creatività.