All’udienza generale il Papa propone lo stile spirituale di san Domenico di Guzmán

Inchinato in segno di umiltà; disteso in terra per chiedere perdono dei peccati; in ginocchio per fare penitenza, partecipando alle sofferenze di Gesù; con le braccia aperte, fissando il Crocifisso per contemplare; con lo sguardo verso il cielo sentendosi attratto da Dio; nell’intimità della meditazione personale; seduto, tranquillo in atteggiamento di ascolto.
Sono i nove modi di pregare di san Domenico di Guzmán proposti da Benedetto XVI ai fedeli presenti questa mattina, mercoledì 8 agosto, a Castel Gandolfo per il consueto appuntamento dell’udienza generale. Del fondatore dell’ordine dei frati predicatori, i domenicani, il Pontefice aveva parlato già in una precedente catechesi, sottolineandone il fondamentale contributo al rinnovamento della Chiesa del suo tempo. Questa mattina ha voluto presentarlo come «uomo di preghiera» e «esempio di integrazione armoniosa tra contemplazione dei misteri divini e attività apostolica» tanto che «in ogni momento la preghiera – ha detto – fu la forza che rinnovò e rese sempre più feconde le sue opere apostoliche». Guardando a lui l’uomo d’oggi può riscoprire «che all’origine della testimonianza di fede che ogni cristiano deve dare in famiglia, nel lavoro, nell’impegno sociale e anche nei momenti di distensione, sta la preghiera» poiché «solo il rapporto costante con Dio ci dà la forza per vivere intensamente ogni avvenimento, specie i più sofferti».
E della preghiera, ha ricordato Benedetto XVI, fanno parte integrante anche gli atteggiamenti esteriori che accompagnano il «dialogo con Dio». Il Papa ha poi voluto richiamare la «necessità per la nostra vita spirituale di trovare quotidianamente momenti per pregare con tranquillità; dobbiamo prenderci questo tempo specie nelle vacanze, avere un po’ di tempo per parlare con Dio». Sarà un modo «anche per aiutare chi ci sta vicino – ha aggiunto il Pontefice – ad entrare nel raggio luminoso della presenza di Dio, che porta la pace e l’amore di cui abbiamo tutti bisogno». Conclusa la meditazione su san Domenico il Papa si è, come di consueto, rivolto ai diversi gruppi di fedeli giunti da Paesi diversi. Nel salutare i pellegrini di lingua francese ha colto ancora una volta l’occasione per raccomandare di dedicare questo tempo privilegiato delle vacanze alla ricerca del contatto personale con Dio e con gli altri.

(©L’Osservatore Romano 9 agosto 2012)