aglio detrazioni dal 2012. Salta la tassa sugli invalidi

Nel testo finale del Ddl stabilità, pubblicato sul sito del governo, arrivano 100 milioni di euro per gli esodati del pubblico impiego. Ritirata la stretta sui permessi per i familiari disabili. Le novità per la scuola, dall’aumento delle ore di lezione per gli insegnanti al neonato Fondo per la valorizzazione dell’istruzione.

Resta confermata l’applicazione retroattiva al 2012, ma con effetti di cassa nelle dichiarazioni del 2013, del taglio alle detrazioni e alle deduzioni fiscali. È quanto prevede il testo definitivo del Ddl di Stabilità pubblicato dal governo sul proprio sito nel quale si conferma che le misure derogano allo Statuto del Contribuente.

Salta nella Legge Finanziaria la cosiddetta “tassa sugli invalidi”. Nel testo definitivo non ci sono più tra le norme fiscali i due commi che prevedevano la tassabilità Irpef delle pensioni e delle indennità di invalidità richiamati anche nel comunicato ufficiale del Cdm di martedì scorso. Tassate invece le pensioni di guerra.

Salta anche la stretta inizialmente prevista sui dipendenti pubblici per i permessi per l’assistenza di parenti disabili (L.104). La norma,inizialmente prevista, non é nel testo definitivo del Governo. Prevedeva la riduzione del 50% della retribuzione per i 3 permessi mensili e nessuna agevolazione per i disabili diversi da coniuge-figli.

Arrivano 100 milioni per il 2013 in favore dei lavoratori ‘esodati’ che vengono messi sotto tutela. Le modalità di utilizzo del fondo saranno stabilite successivamente con un decreto di natura non regolamentare del Presidente del Consiglio di concerto con i ministero del Lavoro e dell’Economia.

Il governo, dunque, ha detto no all’ipotesi di un rinvio dei tagli sulle detrazioni fiscali. La modifica, studiata dai tecnici ministeriali, avrebbe comportato la cancellazione del calo della seconda aliquota Irpef, quella che dal 27% scenderà al 26%, stravolgendo l’impianto generale della Legge di Stabilità.
La giornata era iniziata con una nuova raffica di richieste di modifica: l’Udc, con Lorenzo Cesa e Pierferdinando Casini, e il Pd con Francesco Boccia, avevano sollecitato una riscrittura della parte fiscale in modo da non colpire le famiglie; Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl in Senato, ha detto che “non ha senso” il calo dell’Irpef che poi viene mangiato dall’aumento dell’Iva; tutto il Terzo settore ha criticato l’aumento dell’Iva per le attività socio assistenziali, così come la tassazione delle pensioni di invalidità e di guerra e il taglio della retribuzione degli statali che usufruiscono dei permessi per assistere i genitori disabili. Anche il ministro del Lavoro, Elsa Fornero ha ammesso che ci sono cose nel capitolo Welfare che non “le piacciono”.

Il ministro Vittorio Grilli, tuttavia, ha difeso la sua legge. “A regime – ha spiegato – con la nostra manovra sull’Irpef, rimettiamo 6 miliardi nelle tasche degli italiani e ne riprendiamo 1,2 attraverso la riduzione delle detrazioni e delle deduzioni”. In effetti la Relazione tecnica della Ragioneria generale che accompagna il testo conferma queste cifre. Ma il punto è che il taglio delle detrazioni colpisce per intero le famiglie e le fasce deboli mentre dell’alleggerimento dell’Irpef beneficiano soprattutto i redditi più alti.

Ora l’Aula della Camera inizierà l’esame della  legge di stabilità il 12 novembre. Lo ha stabilito la Conferenza dei Capigruppo di Montecitorio. Entro il 9 novembre la Commissione Bilancio dovrà concludere l’esame degli emendamenti e dovrà conferire il mandato al relatore in modo che dal 12 novembre il provvedimento venga esaminato dall’Assemblea. La sessione di bilancio durerà 30 giorni e si concluderà il 16 novembre.

NOVITA’ PER LA SCUOLA
Dall’aumento delle ore di lezione per gli insegnanti di scuole medie e superiori, al neonato Fondo per la valorizzazione dell’istruzione, alla stretta sui diplomifici, passando per il rinnovo della norma salva-precari e un nuovo intervendo sugli insegnanti inidonei. Nella Legge di stabilità il pacchetto scuola è tutt’altro che secondario. Diversi gli interventi che in molti casi, come quello dell’orario degli insegnanti o della riduzione dei distacchi presso il ministro o altre sedi di docenti e presidi, puntano ad ottenere cospicui risparmi.

PIÙ LAVORO PER TUTTI
La norma sull’aumento dell’orario degli insegnanti c’è. Qualcuno aveva parlato di possibile retromarcia del ministro Profumo, che sembrava volerla inserire in un Patto per la scuola annunciato per i prossimi mesi. Ma il comma 42 dell’articolo 3 parla chiaro: “A decorrere dal primo settembre 2013 l’orario di impegno per l’insegnamento del personale docente della scuola primaria e secondaria di primo e di secondo grado, incluso quello di sostegno, è di 24 ore settimanali”. Nelle 6 ore in più il personale non di sostegno “è utilizzato prioritariamente per la copertura di spezzoni orario disponibili nell’istituzione scolastica di titolarità, nonché per l’attribuzione di supplenze temporanee per tutte le classi di concorso per cui abbia titolo, per posti di sostegno, purché in possesso del relativo diploma di specializzazione” e anche “per gli impegni didattici in termini di flessibilità, ore aggiuntive di insegnamento, di recupero e di potenziamento”. Le 24 ore di servizio del personale docente di sostegno sono dedicate solo “prioritariamente” ad attività di sostegno, ma potranno coprire anche altre cattedre. In compenso scatta l’aumento di 15 giorni di ferie che potranno essere però usufruiti in periodi ‘blindatì. Ovvero quando la scuola è sospesa, fatta eccezione per periodi di esame e scrutini. Nel resto dell’anno le ferie sono subordinate alla possibilità di sostituire chi manca. E comunque non possono superare i 6 giorni. Problemi con i sindacati? Le clausole contrattuali “contrastanti” con queste
norme sono disapplicate dal primo settembre 2013, dice la legge.

IL DIMENSIONAMENTO
La legge prevede che il dimensionamento (accorpamento) delle scuole dal 2013 dovrà essere frutto di un accordo fra ministero dell’Istruzione e Conferenza delle Regioni.

UFFICI SCOLASTICI INTERREGIONALI
Per motivi di risparmio gli uffici scolastici potranno diventare, con una modifica al decreto legislativo 300 del 30 luglio 1999, anche “interregionali”.
NORME ANTI-DIPLOMIFICIO
Le classi delle scuole private che vogliono la parificazione alle statali non possono essere composte da meno di 8 alunni. E alle superiori è sempre “vietata la costituzione di classi terminali collaterali”. E i candidati agli esami di idoneità (che si sostengono quando c’è stata una preparazione privata per rientrare nel normale percorso scolastico) possono sostenerli presso istituzioni scolastiche, statali o paritarie, solo dei comuni di residenza. Se non ce ne sono ci si può spostare nella provincia o al massimo nella regione. Eventuali deroghe ulteriori devono essere autorizzate.

I RISPARMI
Secondo le tabelle circolate ieri, che dovrebbero essere confermate dalla relazione tecnica finale, la riduzione del fabbisogno di docenti porterà ad un risparmio di 128,6 milioni di euro nel 2013 e di 385,7 nel 2014 sui posti non di sostegno. Il risparmio sulle supplenze di sostegno sarà invece di 109,5 milioni nel 2013 e 328,6 nel 2014. Per un totale di 952,4 milioni fra 2013 e 2014.  Altri 2,3 milioni saranno risparmiati nel 2013 riducendo i distacchi di presidi e docenti. Risparmio che salirà a 7 milioni nel 2014. Dal 2014 il risparmio andrà a regime: 721,3 milioni all’anno come frutto di questi provvedimenti. Ben più dei 182 milioni previsti dalla spending review.

IL NUOVO FONDO PER L’ISTRUZIONE
Arriva un fondo per la valorizzazione dell’Istruzione scolastica. Il fondo integrerà anche quello per il funzionamento delle scuole. La dotazione finanziaria sarà di 548,5 milioni nel 2014 e 484,5 milioni nel 2015 derivanti in parte dai risparmi stessi che saranno conseguiti con la legge di stabilità. Previa certificazione.
PROF INIDONEI
La spending review li ha destinati a ruoli da tecnici e amministrativi. La legge di stabilità gli tende almeno apparentemente la mano. Il personale docente dichiarato inidoneo all’insegnamento dalla commissione medica per motivi di salute in via permanente “può chiedere di essere sottoposto nuovamente a visita medico collegiale al fine di accertare il recupero dell’idoneità all’insegnamento”. Se l’esito è favorevole il docente rientra, però, “solo su posti vacanti e disponibili nei ruoli del personale docente”. E non è garantito il ritorno nella propria sede. Un’apertura parziale, dunque.
TORNA LA NORMA SALVA-PRECARI
Nella legge c’è anche una norma per mettere in ‘salvò almeno una parte dei precari in graduatoria che stanno rimanendo a casa a causa dei tagli di questi anni: “Per l’anno scolastico 2012-2013 l’amministrazione scolastica può promuovere, in collaborazione con le regioni”, si legge, “progetti della durata di tre mesi, prorogabili a otto, che prevedano attività di carattere straordinario, anche ai fini dell’adempimento dell’obbligo dell’istruzione, da realizzarsi con personale docente e Ata incluso nelle graduatorie provinciali”. Salve le ferie dei precari: la spending review non dava speranze: non si pagano quelle non usufruite. Ma per i supplenti utilizzarle è impossibile. Per loro quella norma non varrà più.
avvenire.it