48 ore a Reggio Emilia, la città dal grande passato e dal presente vivace

Reggio Emilia Stazione AV di Santiago Calatrava 2 (Foto Kai-Uwe Schulte-Bunert)

Chiusa tra due vicine ingombranti come Parma e Modena, la più discreta Reggio Emilia regala al visitatore molto più di quel che si aspetterebbe. La meraviglia va ben oltre la scontata fama gastronomica della patria del Parmigiano Reggiano, del locale aceto balsamico, dei salumi reggiani (prosciutto crudo e cotto, coppa, mortadella, salami e cotechini) accompagnati dal gnocco fritto, dei cappelletti, dell’erbazzone.

 

48 ore a Reggio Emilia, la città dal grande passato e dal presente vivace

 

Senza dimenticare il Lambrusco reggiano: l’area vitivinicola della sua provincia è più estesa di quella più nota di Modena. Ma Reggio Emilia è anche arte, architettura, musica, teatro, senso civico e i resti di una passione politica che, tra miti della Resistenza e lotte sociali, ha influenzato la toponomastica più che in qualunque altro capoluogo italiano. È la città di pittori come Correggio, Antonio Fontanesi, Antonio Ligabue e Marco Gerra. Del poeta Ludovico Ariosto. Di Nilde Iotti, prima Presidente donna della Camera dei deputati. Di giganti dello spettacolo come Cesare Zavattini e Romolo Valli. E ha sfornato nel Novecento un’impressionante serie di cantati: Iva Zanicchi, Zucchero, I Nomadi e Luciano Ligabue. Senza dimenticare il genio industriale Max Mara con i vecchi impianti trasformati in museo d’arte contemporanea. E il Tricolore che Reggio ha regalato all’Unità d’Italia. Una città dove palazzi, chiese e teatri testimoniano un grande passato. E dove i colori delle facciate delle case – gialle, rosse, arancio, verdi, azzurre – raccontano la vivacità dei suoi abitanti.

 

PRIMO GIORNO
MATTINA

La vista inizia nell’immensa piazza Martiri del 7 luglio 1960 con i contigui piazza della Vittoria e Parco del Popolo. Probabilmente l’unica spianata urbana italiana che ospita tre teatri: l’Ariosto, il Cesare Zavattini e il Municipale Romolo Valli. Quest’ultimo è un tipico teatro d’opera italiano di metà Ottocento con facciata neoclassica e interno barocco. La sala ellittica, colorata di bianco e oro, racchiude quattro ordini di palchetti, il palco reale e la loggia.

 

 

Reggio Emilia, Teatro Romolo Valli (foto Marco Moretti)
Reggio Emilia, Teatro Romolo Valli (foto Marco Moretti)

 

Visite guidate permettono di ammirare i dipinti allegorici del soffitto, da cui pende il grande lampadario di cristallo, i tre sipari affrescati e, nel sottotetto, una straordinaria collezione di macchine teatrali. A sinistra del teatro, c’è il Palazzo dei Musei con esposizioni che spaziano dalle scienze naturali all’arte, dall’etnografia all’archeologia. Sul lato opposto della spianata, un edificio eclettico ospita la Galleria Parmeggiani, una casa museo con una collezione di falsi d’autore con in ballo pittori come Velasquez, Van Eyck e El Greco.

POMERIGGIO
Da piazza Martiri, via Crispi porta in piazza Del Monte dominato dal cinquecentesco Hotel Posta, da dove in pochi passi si raggiunge piazza Prampolini, il cuore di Reggio, chiusa su tre lati dal Palazzo del Monte di Pietà dominato dalla Torre dell’Orologio, dal Duomo e dal Municipio. La Cattedrale con la facciata romanica ospita all’interno una pala d’altare del Guercino nella cappella Fiordibelli.

 

Reggio Emilia, Municipio  (foto Marco Moretti)
Reggio Emilia, Municipio  (foto Marco Moretti)

 

Il Municipio comprende Museo e sala del Tricolore: racconta come nacque la bandiera nazionale e la storia risorgimentale di Reggio. Tra Duomo e Municipio s’apre il vicolo del Broletto, un sottopasso situato dove nel Quattrocento c’era il cimitero della Cattedrale: ospita botteghe gastronomiche come l’Antica Salumeria Pancaldi e la Casa del Miele (vende latticini di mucca rossa reggiana e ripieno per i cappelletti). Il Broletto collega piazza Prampolini a piazza San Prospero, sede del mercato e dell’omonima basilica, la più preziosa di Reggio: fondata nel 997, fu arricchita all’esterno nel Cinquecento con sei leoni in marmo rosso di Verona, venne poi barocchizzata nel Settecento, all’interno s’ammirano gli affreschi di Camillo Procaccini e Bernardino Campi nel presbiterio e nell’abside che domina uno stupendo coro il legno del Quattrocento. Da qui, seguendo via San Carlo, si raggiunge l’elegante piazza Fontanesi, una spianata rettangolare ingentilita da decine di tigli: è il fulcro della movida reggiana.

 

Reggio Emilia, case su via Emilia San Pietro  (foto Marco Moretti)
Reggio Emilia, case su via Emilia San Pietro  (foto Marco Moretti)

 

CENA
Il ristorante A Mangiare (viale Monte Grappa 3) è una riuscita contaminazione tra tradizione reggiana e cucina basca, frutto dell’incontro tra lo chef Olatz Agoues e la sommelier Donatella Donati. I cappellacci all’alga spirulina ripieni di crostacei, con crema di fave, capperi e crudo di gambero rosso riassumono al meglio il mix creativo di questa coppia di ristoratori.

SECONDO GIORNO
MATTINA

La via Emilia è la strada dello shopping sui due lati. Percorrendo quello porticato a San Pietro, al numero 27 s’incontra il quattrocentesco Palazzo Sacrati: è privato ma merita di entrare nell’androne per gettare lo sguardo sul meraviglioso  patio. Poco oltre, la chiesa di San Pietro annuncia gli omonimi chiostri – un colossale complesso monastico del Cinquecento – impiegati per spettacoli all’aperto e per mostre di fotografia e arte contemporanea.

 

Reggio Emilia, Chiostri di San Pietro (foto Marco Moretti)
Reggio Emilia, Chiostri di San Pietro (foto Marco Moretti)

 

 

Reggio Emilia, Palazzo Sacrati  (foto Marco Moretti)
Reggio Emilia, Palazzo Sacrati  (foto Marco Moretti)

 

POMERIGGIO
Sul versante opposto dell’arteria, a 2 chilometri dal termine della via Emilia Santo Stefano, in via Fratelli Cervi 66, si raggiunge la Collezione Maramotti, l’ex fabbrica di Max Mara costruita nel 1951. Achille Maramotti, il creatore della famosa casa di moda era un grande collezionista d’arte. Negli spazi ridisegnabili dello stabilimento dismesso, nel 2007 ha aperto un museo d’arte contemporanea ricco di centinaia di opere create dopo il 1945: tele e sculture dei maggiori artisti, da Francis Bacon a Lucio Fontana, e dei più importanti movimenti, dall’Arte povera alla Transavanguardia. La permanente comprende 200 opere, a cui si sommano le mostre temporanee. Le visite accompagnate sono gratuite: è obbligatoria la prenotazione. Dall’arte all’architettura contemporanea, una breve corsa in auto (5 km dal centro) porta alla Stazione Mediopadana dell’Alta Velocità progettata da Santiago Calatrava come un’onda lunga 483 metri nell’inseguirsi di 457 portali in acciaio bianco.

 

Reggio Emilia, case nel Centro Storico  (foto Marco Moretti)
Reggio Emilia, case nel Centro Storico  (foto Marco Moretti)

 

CENA
Trattoria La Morina (C.so Garibaldi n. 24/D) serve ricette reggiane tradizionali a prezzi contenuti: cappelletti in brodo, tortelli verdi o di zucca, erbazzone, polenta con porcini dell’Appennino, spongata reggiana.

 

Reggio Emilia, in bici nel Centro Storico (foto Marco Moretti)
Reggio Emilia, in bici nel Centro Storico (foto Marco Moretti)

 

REGGIO IN BICICLETTA
Reggio Emilia è la città più ciclabile d’Italia con una rete di 178 chilometri di ciclovie. Si basa su 12 piste, lunghe da 5 a 12 chilometri, e su di un anello ciclabile di 4,5 chilometri che circonda il centro storico.

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