3 ottobre, memoria e accoglienza. Migranti, ecco i 10 punti delle suore

NeI decennale della strage di Lampedusa, le raccomandazioni delle suore dell’Uisg rivolte a governi, istituzioni e ong per favorire una gestione più efficace ed equilibrata del fenomeno
Sr Maryanne Loughry e Sr Charity Katongo Nkandu all'evento UISG di luglio 2023

Sr Maryanne Loughry e Sr Charity Katongo Nkandu all’evento UISG di luglio 2023 – Foto Uisg

avvenire.it

Dieci raccomandazioni per ricevere con umanità e competenza i migranti, da una parte aiutandoli ad integrarsi nel territorio che li ospita, dall’altra sfatando pregiudizi e “fake news” che circondano il fenomeno. Il decalogo è stato messo a punto dall’Unione internazionale delle Superiori Generali (Uisg), che in occasione della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, celebrata ogni 3 ottobre in ricordo di tutte le vittime delle migrazioni, propone un “policy brief” destinato a governi, istituzioni internazionali, ong e in generale a tutte le persone che si trovano ad avere a che fare con richiedenti asilo.
Le raccomandazioni sono emerse dal Sister-led Dialogue on Migration, il secondo di un ciclo di appuntamenti su temi chiave dello sviluppo internazionale organizzati all’interno dell’iniziativa UISG Sisters Advocating Globally, realizzata in collaborazione con il Global Solidarity Fund.

“Presentiamo il nostro policy brief prima del decennale del tragico naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013, in cui persero la vita centinaia di migranti – ha ricordato Suor Carmen Elisa Bandeo, coordinatrice della Rete internazionale migranti e rifugiati della Uisg. – Non possiamo voltare le spalle a chi mette a rischio la propria vita per cercare speranza e dignità, né vogliamo dimenticare tutte le crisi umanitarie che, in ogni parte del mondo, alimentano i flussi di persone in fuga alla ricerca di sicurezza. Migranti, rifugiati e richiedenti asilo possiedono una grandissima esperienza umana che possono condividere con tutti noi, così da alimentare e nutrire la nostra vita. Perché questo sia possibile, è necessario che ci liberiamo dai pregiudizi, dalle paure, mettendoci accanto a chi è più vulnerabile; solo così riusciremo a costruire un mondo che non escluda nessuno”.

Ecco il “decalogo” che si invita ad adottare:

 

1. Sostenere chi si sposta dentro ed oltre i confini internazionali attraverso educazione linguistica, formazione di nuove competenze e progetti di sviluppo che possano migliorare la resilienza alle sfide della migrazione.
2. Sostenere le persone in transito fornendo informazioni accurate e tempestive, in particolare sui pericoli del viaggio verso l’Europa, al fine di contrastare la disinformazione dilagante.
3. Promuovere l’integrazione di migranti e rifugiati favorendo un senso di sicurezza e appartenenza, in particolare attraverso l’azione comunitaria affettiva e relazionale.
4. Coinvolgere le comunità di immigranti e quelle ospitanti in attività interculturali condivise, che possano contribuire a colmare le differenze sociali e culturali.
5. Sfruttare il potenziale informativo ed educativo delle piattaforme mediatiche per aumentare la consapevolezza politica sulle realtà dell’immigrazione.
6. Sostenere un cambiamento linguistico che si sposti dai discorsi di paura, minaccia, emergenza e guerra verso conversazioni orientate su inclusione, integrazione, sviluppo e arricchimento reciproco.
7. In particolare, esemplificare e promuovere un cambiamento nelle narrazioni mediatiche creando spazio per le persone con esperienze vissute di migrazione e dando voce non solo alle loro preoccupazioni, ma anche alle soluzioni proposte.
8. Stabilire alleanze tra agenzie umanitarie, istituzioni religiose e organizzazioni mediatiche per resistere insieme alla propaganda anti-migranti e sviluppare una visione condivisa per superare gli ostacoli legislativi.
9. Collaborare con i governi dei Paesi di transito non-europei nell’adozione e nell’implementazione di misure etiche per rispettare la dignità di ogni persona ed arginare la tratta e gli abusi.
10. Fare pressione sui governi dell’Unione Europea affinché istituiscano leggi che riflettano i valori etici e la visione umanitaria dell’UE, consentendo accesso equo, paritario e legale a tutti i migranti, indipendentemente dal motivo dell’immigrazione.

 

 

Si tratta di racomandazioni quanto mai necessarie, di fronte a una crisi che continua a manifestarsi in modo acuto. Secondo i dati diffusi dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), tra gennaio e dicembre 2022 quasi 3.800 persone hanno perso la vita sulle rotte migratorie nella vasta regione cosiddetta MENA, ovvero Medio Oriente e Nord Africa, con un aumento dell’11% rispetto all’anno precedente. È il numero più alto dal 2017, quando furono registrati 4.255 decessi. In tutto il mondo, oltre 50.000 migranti hanno perso la vita tra il 2014 e il 2022, senza contare quelli persi in mare, rapiti o scomparsi durante il viaggio della speranza. E’ il dramma immane degli “invisibili dalla nascita alla morte”, per utilizzare le parole di Tareke Brhane, presidente del Comitato 3 ottobre, fondato in seguito alla tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013, di cui ricorrerà quest’anno il tragico decennale.

 

I dialoghi guidati dalle suore della Uisg, concepiti come uno spazio per riflettere su questioni chiave dello sviluppo internazionale, culmineranno nel primo Advocacy Forum della Uisg in programma il 23 e 24 ottobre 2023 a Roma. Sotto il titolo “Religious Women: Leadership and Development”, la Uisg riunirà il suo network globale a Roma per due giorni di incontri e confronti, con l’obiettivo di identificare le aree prioritarie per l’advocacy a livello nazionale, regionale e internazionale che possano portare “a un cambiamento sistemico, collegando la saggezza tradizionale e la spiritualità alle nuove esigenze che derivano dalla rapida trasformazione delle nostre società”.