Violenza e odio rischiano di compromettere la collaborazione fraterna tra le religioni

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All’udienza generale il Papa prega per le vittime inermi del terrorismo in Europa

04 novembre 2020

«Ricordiamo ancora le vittime inermi del terrorismo, il cui inasprimento di crudeltà si sta diffondendo in Europa». Con il pensiero rivolto ai recenti attacchi che hanno seminato morte a Nizza e a Vienna, il Papa ha di nuovo denunciato questi «deprecabili eventi, che cercano di compromettere con la violenza e l’odio la collaborazione fraterna tra le religioni». Lo ha fatto al termine dell’udienza generale di mercoledì 4 novembre, tornata a svolgersi senza fedeli nella Biblioteca privata del Palazzo apostolico vaticano a causa della recrudescenza della pandemia di covid-19.

Ecco il testo delle parole del Papa:

«In questi giorni di preghiera per i defunti, abbiamo ricordato e ricordiamo ancora le vittime inermi del terrorismo, il cui inasprimento di crudeltà si sta diffondendo in Europa. Penso, in particolare, al grave attentato dei giorni scorsi a Nizza in un luogo di culto e a quello dell’altro ieri nelle strade di Vienna, che hanno provocato sgomento e riprovazione nella popolazione e in quanti hanno a cuore la pace e il dialogo. Affido alla misericordia di Dio le persone tragicamente scomparse ed esprimo la mia spirituale vicinanza ai loro familiari e a tutti coloro che soffrono a causa di questi deprecabili eventi, che cercano di compromettere con la violenza e l’odio la collaborazione fraterna tra le religioni».

In precedenza, Francesco aveva introdotto la catechesi — incentrata sulla figura di Gesù “maestro di preghiera” — rammaricandosi di come «purtroppo siamo dovuti tornare» all’incontro settimanale senza la presenza di persone «per difenderci dai contagi» e raccomandando grande attenzione «alle prescrizioni delle autorità», sia politiche sia sanitarie. Inoltre il vescovo di Roma ha pregato per «gli ammalati, coloro che entrano negli ospedali già come scarti», e anche per «i medici, gli infermieri, le infermiere, i volontari», e «tanta gente che lavora con gli ammalati» rischiando «la vita per amore del prossimo».

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