VIII CENTENARIO DELL’ORDINE DOMENICANO

domenico

DOMENICO DI GUZMAN

Dapprima canonico di Osma, in Castiglia, scoprì presto le devastazioni prodotte all’eresia albigese nel sud della Francia e comprese quali potevano essere i rimedi più opportuni per risolvere il grave problema. Con alcuni compagni si mise a predicare il Vangelo testimoniato dalla povertà evangelica, il primo convento fu fondato a Tolosa (1215). Onorio III approvò nel 1216 l’opera di Domenico, che morì poco dopo il capitolo generale del suo Ordine. San Domenico ebbe una profonda conoscenza sapienziale del mistero di Dio e promosse, insieme all’approfondimento degli studi teologici, la preghiera del Rosario.

LUNGA VITA AI FIGLI E FIGLIE DI SAN DOMENICO

IN occasione dei suoi 800 anni di vita le porte giubilari dell’Ordine domenicano si sono aperte un mese in anticipo rispetto al Giubileo della Misericordia. I due Giubilei si abbracciano. Quando un candidato chiede di diventar frate, alla domanda “cosa cerchi?” risponde “la Misericordia di Dio e la vostra”.
Il domenicano nasce chiedendo misericordia e vive imparando a darla. È un movimento di tutto il corpo. La misericordia abbraccia, si inginocchia, ride, piange. San Domenico ha espresso la misericordia incarnata sia nel suo rapporto con Dio, sia col prossimo. Con quest’ultimo era amabile, comprensivo, docile anche nelle decisioni ferme; e nella preghiera il suo corpo esprimeva in maniera molto evidente la sua interiorità.
Ci sono tramandati nove suoi modi di pregare, nove posture del corpo, ognuna che incarna aspetti della Parola di Dio: l’umiltà, l’intimità, il perdono, il dolore dei peccati, lo slancio verso Dio, lo scrutare la sua volontà per abbracciarla, il camminare con Lui.
Vediamo un san Domenico in piedi o in ginocchio, ritto o col capo chino, con le braccia verso l’alto o a forma di croce; seduto davanti alla Parola o in cammino.
Il suo corpo è preghiera, incontro con Dio e con gli altri. I domenicani giubilano per i loro 800 anni e guardano avanti, ispirandosi al modo con cui san Domenico ha reso visibile con il suo corpo l’incontro con la Misericordia.

Fr. Gian Matteo Serrao.p.

Rettore della Basilica di Santa Maria sopra Minerva – Roma