Ieri sera alla Basilica della Ghiara il vescovo di Reggio Emilia Guastalla, Adriano Caprioli, ha presieduto la veglia ecumenica per la libertà e la democrazia. Oggi, in tutte le parrocchie verrà letto o distribuito un messaggio firmato anche dall’ausiliare Lorenzo Ghizzoni, in cui si ricorda il contributo dato dalla Chiesa all’evento esprimendo la volontà di «continuare a essere fermento in questa iniziativa». La diocesi aveva già inviato messaggi di adesione alle due precedenti marce (2008 a Locri, 2009 a Crotone) cui avevano partecipato oltre 300 persone dalle comunità ecclesiali.
«Il fine che condividiamo – scrivono i vescovi – è soprattutto quello della promozione, da noi come in Calabria, di una società e di una cultura della convivenza civile fondata sulla ricerca del bene comune, della giustizia, della democrazia. Questo obiettivo chiede anche d’impegnarsi a combattere i mali e le deviazioni, come la delinquenza organizzata (segnatamente la ’ndrangheta e i poteri occulti suoi complici), che ne ostacolano seriamente l’affermazione ». La tre giorni antimafia reggiana, che si concluderà domani, sottolineano i vescovi Caprioli e Ghizzoni, «avviene nel tempo quaresimale, quando il richiamo alla conversione diventa forte».
E proprio sul cambiamento delle coscienze punta il testo: «È tempo di conversione da atteggiamenti che possono facilitare e non opporsi a illegalità organizzata, corruzione e sfruttamento; dobbiamo riconoscere che le mafie sono da contrastare anche nel Nord Italia. Come singoli e come comunità cristiane, ma anche come cittadini, siamo chiamati a investire noi stessi per prevenire queste malattie sociali con un impegno educativo, per diffondere la cultura della legalità, della non violenza, della ricerca del bene comune, del rispetto di tutti, soprattutto dei più deboli».
Paolo Lambruschi – avvenire 28/2/2010
«Il fine che condividiamo – scrivono i vescovi – è soprattutto quello della promozione, da noi come in Calabria, di una società e di una cultura della convivenza civile fondata sulla ricerca del bene comune, della giustizia, della democrazia. Questo obiettivo chiede anche d’impegnarsi a combattere i mali e le deviazioni, come la delinquenza organizzata (segnatamente la ’ndrangheta e i poteri occulti suoi complici), che ne ostacolano seriamente l’affermazione ». La tre giorni antimafia reggiana, che si concluderà domani, sottolineano i vescovi Caprioli e Ghizzoni, «avviene nel tempo quaresimale, quando il richiamo alla conversione diventa forte».
E proprio sul cambiamento delle coscienze punta il testo: «È tempo di conversione da atteggiamenti che possono facilitare e non opporsi a illegalità organizzata, corruzione e sfruttamento; dobbiamo riconoscere che le mafie sono da contrastare anche nel Nord Italia. Come singoli e come comunità cristiane, ma anche come cittadini, siamo chiamati a investire noi stessi per prevenire queste malattie sociali con un impegno educativo, per diffondere la cultura della legalità, della non violenza, della ricerca del bene comune, del rispetto di tutti, soprattutto dei più deboli».
Paolo Lambruschi – avvenire 28/2/2010