Vaticano. Papa Francesco visiterà il Consiglio ecumenico delle Chiese a Ginevra

Papa Francesco «ha in animo di visitare il Consiglio Ecumenico delle Chiese a Ginevra in occasione del 70° anniversario della sua fondazione». Lo ha detto il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Greg Burke, confermando le notizie provenienti nei giorni scorsi dalla Svizzera.

«La visita – ha aggiunto il portavoce vaticano – avrà luogo giovedì 21 giugno e sarà – ha precisato Burke nel corso della Conferenza stampa di presentazione delle iniziative per le celebrazioni del 70° anniversario del Consiglio – un pellegrinaggio ecumenico come quello effettuato dal Papa a Lund in Svezia nel 2016».

Alla conferenza stampa prendono parte il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani e il reverendo Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese.

I primordi dell’organismo risalgono al 1937, ma solo dopo la II Guerra mondiale esso ebbe un’effettiva fondazione (1948). Attualmente consta di 349 membri di tutte le principali tradizioni cristiane, in gran parte protestanti, anglicane e ortodosse. La Chiesa Cattolica partecipa come «osservatrice», mentre è membro a pieno titolo della commissione “Fede e costituzione”.

Nel corso della Conferenza stampa è stato detto che il programma del viaggio del Papa sarà pubblicato prossimamente. Ma il cardinale Koch ha anticipato che Francesco vedrà il presidente della Conferenza episcopale svizzera, visiterà la sede del Consiglio e celebrerà la Messa per la comunità cattolica locale.

Il reverendo Fykse Tveit ha anche aggiunto che il Pontefice «si rivolgerà al Comitato centrale. Pregheremo insieme e ci riuniremo nel centro ecumenico. Vedremo anche di trovare il modo per raccontare tutto questo in diversi modi attraverso i media: per far partecipare non solo coloro che saranno presenti fisicamente, ma anche gli altri, i quali potranno così vedere ed ascoltare ciò che questa visita significa per il Consiglio ecumenico delle chiese e per tutto il movimento ecumenico».

Secondo il segretario del Consiglio la visita è «una affermazione molto forte da parte di papa Francesco e della Chiesa cattolica romana del fatto che stiamo in realtà lavorando insieme. Ma non stiamo solo lavorando – ha aggiunto -. Allo stesso tempo, stiamo pregando e operando insieme. E questo sarà il tema della visita del Papa. Penso che sia una riaffermazione di qualcosa che è cresciuto nel corso di molti anni, a livello istituzionale, attraverso il “joint working group” e una rappresentanza all’interno delle nostre commissioni; con una presenza nel nostro lavoro».

L’intensa «e fruttuosa» collaborazione è stata confermata anche dal cardinale Koch, che rispondendo a una domanda ha anche spiegato perché la Chiesa cattolica non è membro dell’organismo, ma solo osservatrice. «Giovanni Paolo II l’ha spiegato molto bene – ha ricordato -. Il Papa in particolare ha una responsabilità particolare per l’unità dei cristiani, lo stesso ministero petrino è un ministero per l’unità. Per questo la collaborazione è più importante della questione dell’essere membro o no». C’è poi, ha aggiunto, «una questione di numeri». «La Chiesa Cattolica è la Chiesa più grande» e in pratica, ha fatto intendere il porporato, non può essere assimilata a comunità più piccole come se si fosse in un Parlamento.

da Avvenire