Urbi et Orbi, il Papa: Dio nasce tra le crisi del mondo, ma la speranza è più forte

Nel messaggio natalizio prima della benedizione impartita dalla loggia centrale della Basilica, Francesco ha ricordato terre e popoli scossi da guerre e violenze, bambini vittime di abusi, gli anziani soli, i profughi, i rifugiati e quanti soffrono a causa della pandemia. Concessa l’indulgenza plenaria ai presenti e alle persone collegate attraverso i media

Messaggio natalizio e Benedizione Urbi et Orbi (25 dicembre 2021)

La Parola di Dio, che ha creato il mondo e dà senso alla storia e al cammino dell’uomo, si è fatta carne ed è venuta ad abitare in mezzo a noi”.  Nel messaggio di Natale, dalla loggia centrale della Basilica Vaticana, Papa Francesco sottolinea che “il Verbo si è fatto carne per dialogare con noi”. Venendo nel mondo, ci mostra “la via dell’incontro e del dialogo”. Una strada da intraprendere anche e soprattutto “in questo tempo di pandemia”, in cui “si rafforza la tendenza a chiudersi, a fare da sé, a rinunciare ad uscire, a incontrarsi, a fare le cose insieme”.

Immense tragedie avvolte dal silenzio

Anche a livello internazionale, osserva il Pontefice, “c’è il rischio di non voler dialogare, il rischio che la crisi complessa induca a scegliere scorciatoie piuttosto che le strade più lunghe del dialogo”. Nel suo messaggio, rivolto prima della recita mariana dell’Angelus e di impartire la Benedizione urbi et Orbi, il Papa ricorda il dramma di terre martoriate e quello di guerre dimenticate.

In effetti, mentre risuona intorno a noi e nel mondo intero l’annuncio della nascita del Salvatore, sorgente della vera pace, vediamo ancora tanti conflitti, crisi e contraddizioni. Sembrano non finire mai e quasi non ce ne accorgiamo più. Ci siamo abituati a tal punto che immense tragedie passano ormai sotto silenzio; rischiamo di non sentire il grido di dolore e di disperazione di tanti nostri fratelli e sorelle.

Vatican News