Unicef: un neonato su due non viene allattato al seno

L’Unicef lancia l’allarme: circa 77 milioni di neonati nel mondo non vengono allattati al seno nell’arco di un’ora dalla nascita, non ricevendo così elementi nutritivi essenziali, anticorpi e il contatto con il corpo della madre che li protegge da malattie e morte. I dati provenienti dai Paesi meno agiati sono in leggera crescita, ma ancora troppo bassi. In Africa, si registrano livelli di mortalità infantile sotto i 5 anni più alti al mondo, il tasso di allattamento al seno immediato è aumentato solo del 10% dal 2000 a oggi in Africa orientale, mentre è rimasto invariato in Africa centrale e occidentale. Anche in Asia meridionale, dove il tasso di allattamento al seno immediato è triplicato negli ultimi 15 anni (passando dal 16% nel 2000 al 45% del 2015) il progresso è comunque insufficiente: ben 21 milioni di neonati ogni anno aspettano troppo a lungo prima di essere allattati al seno. Paolo Rozera, direttore generale Unicef Italia, ne ha parlato nell’intervista di Michele Ungolo (da Radio Vaticana)

R. – La mortalità neonatale è in incremento spaventoso. Si è visto che se si aspetta troppo tempo per il primo allattamento, cioè oltre la prima ora e si fa tra due e 23 ore dopo, la nascita a rischio di morte aumenta del 40%. Se poi si va oltre le 24 ore il rischio di mortalità è dell’80%.

D. – Casi di mortalità infantile, soprattutto per quanto riguarda i Paesi meno sviluppati, sono legati anche a questa mancanza…

R. – Per una stragrande maggioranza, più della metà sono causati da questo. E la cosa che si lascia molto perplessi è che non stiamo registrando dei miglioramenti significativi.

D. – Negli ultimi 15 anni, il tasso di allattamento al seno entro un’ora dal parto è cresciuto troppo lentamente. Qual è la situazione nelle popolazioni meno agiate?

R. – Non è una bella situazione: in Africa è aumentato solo del 10% e in particolare in alcune zone del continente –Africa centrale e occidentale – dove registriamo tassi di mortalità infantile sotto i cinque anni più alti di tutto il mondo, questo tasso di allattamento al seno immediato è rimasto completamente invariato. Negli altri Paesi, c’è stato un miglioramento; questo tasso in Asia Meridionale si è triplicato, ma in realtà partivano da  un tasso molto basso. Per cui, nel 2015 sono arrivati al 45%, che non è ancora un valore del quale possiamo essere contenti.

D. – Gli aiuti alle donne che provengono da questi Paesi sono sempre meno…

R. – Sì, ci sono meno aiuti alle donne e la cosa interessante di questo studio che abbiamo fatto è che in queste zone, nonostante le donne abbiano la possibilità di  ricevere l’aiuto subito dopo il parto, anche da personale medico, non c’è un aumento immediato del tasso dell’allattamento al seno.

D. – Quanto è importante la Settimana mondiale dell’allattamento e quali sono i temi affrontati?

R. – Dobbiamo assolutamente sfruttare il momento di visibilità mediatica di questa settimana per ricordare che è fondamentale per il bambino iniziare subito il contato fisico con la mamma quindi attaccandosi al seno. Il primo latte materno è veramente un vaccino naturale di una portata incredibile. La natura fa al sua parte e più tardiamo questo, più la stessa produzione del latte materno si riduce. Quindi, in questa settimana dobbiamo insistere nel fare sensibilizzazione in tutto il modo su questo tema.

D. – Quali potrebbero essere le soluzioni da adottare nell’immediato?

R. – Sicuramente spiegare alle donne, alle mamme, quanto è importante – alle famiglie e a tutti quanti – l’allattamento al seno e in questo dobbiamo spingere anche molti governi a sensibilizzare su questo tema perché ovviamente un bambino malato diventa un costo per la società, un costo per il Paese stesso. Quindi, un bambino più forte che sa già difendersi fin dai primi anni di vita è qualcosa che fa bene a tutta la società.