Un tesoro nascosto, una perla preziosa e una rete piena di pesci. Il Vangelo della XVII Domenica del Tempo ordinario (Matteo 13, 44-52)

Tre piccole parabole ci raccontano il Regno di Dio. Immagini prese dalla vita quotidiana, per narrarci l’eterno che si è fatto presente in mezzo a noi e scoprire i segni della presenza di Dio nel battito della vita, nel nostro cercare, nelle domande che ci accompagnano, nelle paure che ci abitano, nella speranza a cui siamo aggrappati. Parabole che ci indicano un Dio presente in tutte le cose: come un tesoro nascosto in un campo, come una perla preziosa, come una rete piena di pesci.

Anzitutto il Regno è un tesoro nascosto. Non è tra le cose appariscenti e grandi da non poter evitare di vederlo, perché Dio non si vuole mai imporre. Egli è nascosto nelle cose ordinarie della vita, nell’amore che spezziamo, in una parola, in un gesto, in un sorriso, in situazioni apparentemente banali e senza senso o, per richiamare il teologo Karl Rahner, «sotto il polverone del trambusto quotidiano e nel bel mezzo della vita di ogni giorno». Dio, come un tesoro nascosto, abita silenziosamente nel campo del nostro cuore e del mondo. Per accorgercene, la conversione necessaria è quella dalla superficialità alla profondità; travolti dalla fretta e dagli impegni, possiamo perderci la “caccia al tesoro” necessaria. Se vogliamo scoprire il tesoro, non possiamo restare in superficie, tocca scavare in profondità. Dobbiamo “scendere” dentro di noi e dentro il mistero della vita, abitare la nostra interiorità e le situazioni di ogni giorno, sporcarci le mani con il fango che siamo: proprio lì, e non “fuori”, troveremo Dio che ci aspetta.

Il Regno è anche come una perla preziosa. Dio non è un accessorio della vita, una fredda legge morale o un rifugio per i deboli; è una perla, un diamante, un amico che brilla per te, un amore dal valore inestimabile che impreziosisce la vita. Se vogliamo scoprire la perla, guardiamo al mercante: vende tutto ciò che ha per comprarla, pieno di gioia. Una perla che mette il mercante in movimento, non lo lascia in pace, lo “cattura” al punto da fargli vendere tutto il resto. Troveremo Dio come perla preziosa della nostra vita, solo quando ci lasceremo innamorare il cuore da Lui; quando la fede non sarà ridotta a una stanca ripetizione; quando il Vangelo ci smuoverà il cuore e inizieremo a rischiare.

Infine, il Regno è come una rete gettata in mare. È Dio che viene a cercarci, con il desiderio di chi vuole attirare tutti nella rete del suo amore, far stare tutti dentro, nessuno escluso. Così anche nella nostra vita, nelle comunità cristiane, nella società: vi sono tutti i generi di pesci, vi è il buono e il marcio, e solo alla fine saranno separati. Fino alla fine c’è una possibilità, c’è speranza di poter cambiare. Chi accoglie il Regno, nell’esperienza di essere stato egli stesso salvato dal mare in tempesta, diventa rete accogliente, crea reti di connessione con tutti, costruisce una Chiesa che diventa rete di legami e di amore nella società e nel mondo.

Facciamo tesoro di questa presenza di Dio nella nostra vita, dice Gesù. E da questo tesoro inestimabile, insieme alle cose di sempre, tiriamo fuori la novità di vita che viene da Lui e regaliamola al mondo.

di Francesco Cosentino / Osservatore Romano